Non c’è più tempo da perdere. Non c’è niente altro da aspettare: la cosiddetta Legge Zan di cui abbiamo già parlato su Rewriters, va calendarizzata e discussa prima possibile.
Registriamo episodi di odio e violenze contro le persone LGBT+ con una frequenza impressionante e sappiamo con certezza che in molti non denunciano. Per paura, perché le tutele non ci sono, perché sfiduciati.

In questi giorni, dopo l’ennesimo rinvio della calendarizzazione del testo in Commissione Giustizia del Senato, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Era già successo per le unioni civili: ricordate? Lo conosciamo quell’ostruzionismo e non ci spaventa: io l’ho già vissuto, ho l’elmetto e i guantoni, e combatteremo questa battaglia parlamentare fino in fondo.
Hanno tentato in tutti i modi già alla Camera di ostacolare il percorso di questa legge. Non ci sono riusciti: lo scorso 4 novembre la Camera l’ha approvata. Ora che il testo è passato al Senato, la Lega sfrutta il fatto di avere la presidenza della Commissione Giustizia per mettere i bastoni tra le ruote. Falliranno anche questa volta.

“Le priorità sono altre”, non fanno che ripetere coloro che non hanno alcuna intenzione, in realtà, di occuparsi del bene delle cittadine e dei cittadini di questo Paese. Ma noi al benaltrismo sappiamo come rispondere. Non è mai troppo presto per fare una legge che difende le persone dall’odio e dalle violenze perché chi viene discriminato per omolesbobitransfobia va protetto dallo Stato. Questa la legge non fa niente di strano: semplicemente estende quanto previsto come aggravante della legge Mancino a chi istiga alla violenza e all’odio contro i gay, le lesbiche, le persone trans o bisessuali, contro le donne, contro le persone diversamente abili. Chiunque con un po’ di buona fede capisce che chi si oppone alla legge Zan vuole soltanto la libertà di promuovere violenza. E noi a questo ci opporremo, con tutte le nostre forze.

Siamo nel bel mezzo di una pandemia, lo sappiamo. E sappiamo anche che tra le categorie più colpite da questa pandemia, insieme alle donne, ci sono proprio le persone LGBT+. I dati li ha diffusi a febbraio scorso Ilga Europe secondo cui il 2020 è stato un anno di enormi passi indietro. L’Italia è 35esima in Europa per la tutela delle persone LGBT+ con lo 0% (zero per cento!) per quanto riguarda i crimini di odio. E questo non è più accettabile.

Il presidente della Commissione Giustizia Ostellari ha convocato per mercoledì 7 l’ufficio di presidenza (di cui faccio parte), quello che decide il calendario dei lavori. Faremo di tutto perché la Legge Zan venga calendarizzata. Questa legge è necessaria e urgente. E va ripetuto con molta chiarezza: non limita la libertà di opinione e pensiero, ma interviene quando si trasforma in una istigazione o crimine d’odio. Istigazioni e crimini che un Paese civile ha il dovere di riconoscere, prevenire e condannare.

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