Garantire fruibilità e sicurezza di vaccini e farmaci anti Covid-19 per fronteggiare la pandemia, anteponendo il benessere collettivo alla proprietà intellettuale delle industrie farmaceutiche. È l’obiettivo dell’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) Diritto alla salute-Right2Cure.
La proposta di legge di iniziativa popolare punta a raccogliere entro il 30 novembre 2021 un milione di firme in tutta Europa per poter proporre  alla Commissione europea un atto legislativo concreto che faccia diventare questa aspirazione una realtà.

Vittorio Agnoletto, medico e membro del Comitato nazionale per il diritto alla cura, ha lanciato questa iniziativa “nel mezzo di una pandemia che ha causato 1,5 milioni di morti, perché è assurdo che i diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, ostacolino accessibilità o disponibilità di qualsiasi futuro vaccino o trattamento contro la Covid-19”.

La questione è ovviamente economica: da un punto di vista pubblico, l’interesse prevalente ora dovrebbe essere quello di contenere la spesa per tutti quei Paesi che si sono impegnati a fornire gratuitamente i vaccini alla popolazione e che – come l’Italia – devono acquistarli dalle grandi industrie farmaceutiche pagandoli con i soldi dei contribuenti.

Il paradosso è che quei vaccini sono stati sviluppati con massicci finanziamenti statali e l’Europa si sta perfino assumendo il costo di eventuali risarcimenti civili dovuti a danni di lungo periodo. Lo ha spiegato la Commissione europea rispondendo a una interrogazione dell’europarlamentare del Partito del lavoro del Belgio Marc Botenga, ma non si sa né in che quantità, né su quali vaccini, perché gli accordi sono segreti.

Sarebbe possibile, in modo del tutto legale, sospendere il pagamento dei diritti di proprietà intellettuale previsto dall’accordo specifico (Trips) dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Lo ottennero Nelson Mandela in Sudafrica e poi Lula in Brasile per potersi permettere di garantire al più ampio numero di propri cittadini possibili i trattamenti anti-Aids. E una petizione sottoscritta da 900mila firme ha già chiesto alla Wto di applicare questa stessa flessibilità ai trattamenti e presidi anti-Covid, sostenendo una richiesta formale presentata dai Governi di India e Sudafrica. Purtroppo però l’istanza è stata respinta dalla maggioranza dei Paesi membri della Wto, compresa l’Unione europea.

Anche per questo, con la più grande Ice mai avviata sul tema della salute pubblica nei Paesi della UE, si vuole far sì che i vaccini e i trattamenti contro ogni pandemia diventino un bene pubblico mondiale, liberamente accessibile a tutti. Raccogliendo un milione di adesioni i firmatari impegnano la Commissione Europea a presentare una proposta finalizzata a modificare le norme in vigore e/o a introdurne di nuove.

Un’altra richiesta contenuta nell’Ice verte sulla trasparenza: “I dati sui costi di produzione, i contributi statali ricevuti, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci dovrebbero essere pubblici. I contratti tra autorità e aziende farmaceutiche devono essere resi pubblici”, scrivono i promotori sottolineando come la questione sia allo stesso tempo economica ma anche di sicurezza sanitaria.

Del Gruppo promotore Italiano, cui aderisco anch’io, fanno parte – tra gli altri e le altre – anche Maria Bonafede, pastora Valdese, don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele; Silvio Garattini, medico, ricercatore, fondatore dell’Istituto Mario Negri, Gino Strada, medico, fondatore di Emergency.

“Una minaccia collettiva richiede una risposta collettiva, è la nostra convinzione. I ricercatori di tutto il mondo stanno sviluppando vaccini e trattamenti, spesso usando ingenti somme di denaro pubblico. I diritti di proprietà intellettuale, come i brevetti, non dovrebbero limitare il rapido accesso a vaccini e trattamenti per tutti. Vogliamo garantire che l’accesso alla diagnostica, alle terapie e ai vaccini correlati a Covid-19 non venga ostacolato da diritti di proprietà intellettuale o da indebite restrizioni. Le grandi aziende farmaceutiche non devono trarre profitto da questa pandemia a scapito della salute delle persone”.

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