Trebisonda Valla – detta Ondina a seguito di un refuso apparso su un giornale –  si impose come grande protagonista dell’atletica leggera sin da giovanissima, le sue specialità erano corsa a ostacoli, 50 metri piani, 100 metri piani, salto in lungo e salto in alto.

Nonostante i metodi d’allenamento di allora fossero poco professionali – Ondina stessa racconta che a volte, prima della gara, le atlete venivano mandate a letto senza cena – lei fu in grado di ottenere risultati grandiosi.

Nel 1929 disputò una delle sue prime gare incontrando la fortissima Claudia Testoni, contro la quale avrebbe successivamente gareggiato in molteplici occasioni. Negli anni le due ragazze furono spesso contendenti, ma mai nemiche, la loro competizione fu sempre sana e leale.  Nel 1998, alla scomparsa della Testoni, Ondina Valla dichiarò: «pensare all’amicizia con Claudia è pensare alle cose più belle della mia vita». 

Ondina Valla e gli altri
ostacoli da superare

La giovane atleta avrebbe potuto già partecipare alle Olimpiadi del 1932 se il Vaticano non avesse fatto pressioni per impedirglielo (una ragazza così giovane non poteva andare oltre oceano, in ambienti promiscui e abbigliata in modo così succinto).

Nel 1936 però nessuno poté impedire alla sua stella di brillare. A vent’anni i suoi incredibili successi la fecero diventare un esempio per l’Italia fascista, la cui retorica esaltava la sana gioventù italica. Quella del ’36 fu la prima Olimpiade del regime nazista – fortemente voluta a Berlino – un evento di grande impatto emotivo, denso di eventi umani di una certa importanza.

Partita dalla quinta corsia, Ondina tagliò il traguardo quasi contemporaneamente alla Testoni, alla super favorita Steuer e alla Taylor; la vittoria di Ondina Valla fu decretata – diversi minuti dopo – al fotofinish; la Testoni arrivò quarta per soli 3 centesimi di secondo.

C’è da ricordare che il giorno precedente, in semifinale, Ondina Valla aveva stabilito il record di 11″6, omologato come primato mondiale, mentre nel giorno della finale non si sentiva particolarmente in forma.

Fu la più giovane atleta italiana a vincere un oro olimpico, con un record rimasto imbattuto fino al 2004. Così come fu suo il primato nazionale di salto in alto con la misura di 1,56 m, conseguito nel 1937 e mai superato per 18 anni.

La giovane atleta divenne così un simbolo e un esempio nel mondo. L’Italia era fortemente divisa tra chi sosteneva la posizione del Vaticano a proposito dello sport femminile e chi invece desiderava che le donne potessero avere uno spazio dove esprimere le loro doti atletiche.

La stessa Ondina Valla aveva a lungo combattuto contro la madre che voleva impedire la sua attività sportiva, dopo quattro figli maschi desiderava una “signorina” di nome e di fatto. La sua battaglia in famiglia fu vittoriosa e alla fine seppe donare all’Italia intera un grande prestigio, aprendo la pista alle atlete che sono arrivate successivamente.

Dopo le Olimpiadi Ondina Valla fu costretta a rallentare l’attività agonistica per un problema alla schiena – spondilosi vertebrale –  probabilmente acuito dal metodo di allenamento in voga al tempo.

Trofeo Ondina Valla

Ritrovare Ondina Valla oggi

Oggi ritroviamo la sua storia su Rai Play, ma anche a teatro in uno spettacolo di Lisa Capaccioli Ondina Valla: oltre ogni ostacolo, con Lorenza Fantoni, in cui si raccontano la sua carriera e le sue vittorie.

Ritiratasi dall’attività, Ondina Valla si sposò e si trasferì in Abruzzo. Il suo cuore coraggioso cessò di battere il 16 ottobre 2006.

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