“Paura Mai”: Ultimo regala il tormentone estivo per gli impanicati
Un tormentone controcorrente: con il brano "Paura mai" Ultimo sceglie di non cantare il sole e il mare ma le nostre paure. Per vincerle.
Un tormentone controcorrente: con il brano "Paura mai" Ultimo sceglie di non cantare il sole e il mare ma le nostre paure. Per vincerle.
È arrivata la stagione dei tormentoni, puntuale, senza scampo. Anche quelli che di solito scrivono o cantano pezzi di altri generi che nulla hanno a che fare con i ritmi da chiringuito, tra giugno e luglio lanciano un pezzo che può essere suonato nei chioschi delle spiagge italiane.
Spesso ai tormentoni si aggiungono le parodie dei tormentoni, tipo quelle dei gruppi comici come Le coliche o Casa Surace, alcune volte persino meglio degli originali. Non c’è bar, piazza, radio, social in cui non spunti fuori “ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me”, un ritornello che a noi millennial ricorda moltissimo ma no, ma si, ma su, ma dai che ai tempi schernivamo come banale mentre oggi balliamo tutti su tiktok insieme a Joey di Stefano, nuovo guru dei balli di gruppo che neanche i Los Locos dei tempi d’oro.
In tutto questo, noi, gli impanicati, i depressi, quelli che combattono con i disturbi dell’umore o di personalità, con le fobie, con le manie, con l’isolamento, ci troviamo come sempre a sperare di superare indenni anche quest’estate di divertimento forzato.
L’anno scorso, mentre riflettevo sul perché per noi ‘a Staggione, come la chiamano a Napoli, è forse il periodo più frustrante dell’anno, ho suggerito di spegnere la radio, abbandonare il reggaeton obbligato e far partire Vince chi molla un pezzo di Niccolò Fabi che nulla ha a che vedere con le sonorità e i ritmi richiesti dalla discografia estiva ma che è uno dei pezzi più rilassanti e riposanti che io abbia mai sentito e che ci consente di guadagnarci il nostro angolo di vacanza dai pensieri, dalle paure e dallo stress.
Quest’anno invece ci ha pensato Ultimo a regalarci il nostro tormentone estivo: lo scorso 21 luglio, infatti, è uscita la nuova canzone Paura Mai che Niccolò Moriconi ha cantato per la prima volta live durante la sua ultima data all’Olimpico di Roma.
Lo scrive lui stesso: “un suicidio discografico uscire con un pezzo a luglio” soprattutto se si tratta di un pezzo non adatto alle spiagge e ai reel su Instagram, un pezzo che invece di parlare di mare, sole, discoteche o amore, parla di paure.
Ero allo stadio quando ha presentato per la prima volta, tra l’emozionato e il preoccupato, il brano inedito, scritto a quanto pare in 48h, dopo le prime due date di Roma, e ho subito pensato che potesse essere un gran bel pezzo, ma onestamente non avevo creduto potesse essere adatto alla mia, alla nostra estate. E invece lo è, e vi spiego anche perché, anzi ve lo spiega direttamente Niccolò Moriconi nel post con cui ne annuncia l’uscita:
“Abbiamo paura del silenzio in stanza, perché ci è stato promesso un mondo che non c’è. Perché ci hanno giudicato senza prima parlarci. […] E voglio dirvi che è normale. È normale a volte guardarsi allo specchio e non riuscire a vedersi… e quando di normalizzare le paure allora quel futuro vuoto diventa più facile da guardare”.
Una canzone che parla di paure, è vero, ma che parla soprattutto di non avere paura delle proprie paure. Una canzone che prova a normalizzare quelle emozioni che troppo spesso tendiamo a nascondere e che finiscono per annientarci. E normalizzare, abbattere lo stigma, è la parola d’ordine che mi accompagna dall’inizio di questa avventura chiamata Vita da Impanicati ed è la stessa parola d’ordine di tanti altri, amici e non, che provano a fare divulgazione con il solo scopo di farvi avere meno paura di avere paura.
Io non so se Ultimo abbia pensato all’importanza che Paura Mai potesse assumere in quest’ottica, nell’ottica di smettere di nascondersi, di vergognarsi, di trattenersi, di tacere. Quello che so è che questo pezzo quell’importanza ce l’ha, e se, come dice lui stesso, “la volontà di rappresentare la sua generazione spaventata da un futuro vuoto” è bastata e avanzata a lui per sfidare le regole della discografia, allora a me la funzione palesemente normalizzante, quantunque non voluta, basta e avanza per considerarla il tormentone per gli impanicati nell’estate 2023.
Buon Ascolto!
Ho paura che la vita passi e che non possa
vivere come vorrei o come voglio
Ho paura di sentirmi libero, ma in gabbia
che quello che perdi per strada poi non torna
Ho paura che un amico un giorno non risponda
lo stesso che abbracciavo forte in una sbronza
Ho paura del silenzio in stanza
di te che mi ami e non è più abbastanza
Ho paura che mia madre un giorno di novembre
mi guardi piangendo, ma senza dire niente.
Questa vita che dal monte ride e se ne fotte
di un mondo che brucia e non trova le risposte
Ho paura del riflesso in uno specchio in vetro
Perché mi guardo e giuro adesso non mi vedo.
Ho paura senza lei.
Eppure sai, non ho paura,
paura mai di guardarmi dentro, quando è buio fuori,
quando tutto è spento, ma troverò i colori
e se avrò paura io so che è normale
questa vita passa, ma non scompare
ma non scompare.
Ho paura di volere un figlio troppo presto
oppure che arrivi, ma quando sono vecchio
che io sia diventato un altro nel frattempo
magari quel vecchio cantante di successo
Ho paura di un futuro vuoto,
di cucinare per me solo
della tv di notte appesa
per non sentirmi solo in casa
Eppure sai, non ho paura,
paura mai di guardarmi dentro, quando è buio fuori,
quando tutto è spento, ma troverò i colori
e se avrò paura io so che è normale
questa vita passa, ma non scompare
ma non scompare.