A volte, dopo i rituali giri immensi, ritorni a una canzone che tanti ma proprio tanti anni fa hai amato. L’occasione è una skyppata con Joan Baez, in(ter)vista del suo 80° compleanno, il prossimo 9 gennaio. Joan, novella Giovanna d’Arco della musica folk con un significato e un messaggio, è un’artista che – forse perché da così tanto in giro, 51 anni! –  tendi a dar per scontata. E invece, un sacco di cose da scoprire: nel lockdown balla da sola la salsa tutte le mattine, due anni fa il suo ultimo (in entrambi i sensi) Lp ha avuto la nomination ai Grammies, dipinge da molti anni e in primavera il suo sketch (capovolto, per esercitare altre parti della mente) ispirato ai nostri balconi cantanti del primo lockdown, ha fruttato 50mila $ una volta messo in vendita (per beneficenza a una Fondazione italiana che opera a sostegno nel Covid).

Ma l’emozione più grande è stata andar a risentire quella magia di 45 anni fa, Diamonds and Rust (diamanti e ruggine) uno dei suoi unici due hit singles (The Night They Drove Old Dixie Down è l’altro) e uno dei rarissimi brani scritti da lei stessa. Perché tutta la vita Joan è stata un’interprete delle migliori canzoni dei cantautori di tutto il mondo, dal Cile agli USA all’Italia. Ma una notte il vecchio amore, Bob Dylan, l’ha chiamata circa 10 anni dopo da un “booth in the Midwest”, una scena da pubblicità di qualche Telecom, e tante cose le sono risalite su. Fantasmi e ricordi, cesellati poi con maestria da colei a cui Bob diceva “my poetry was lousy, you said”, e allora dimmela tu “cos’è, se non nostalgia, tu che sei così bravo con le parole”.

E’ una canzone di quelle che portano nel nucleo il formato luccicone. Quelle che se non piango è proprio perché non è il momento. Ma se le risenti con animo aperto, fanno una strage di lacrime & brividi. Non sai perché, potrebbe essere quel meraviglioso arpeggio iniziale, o le parole, così toccanti, gravide di amore (finito, certo, e male anche peraltro – ma che amore! Il Re e la Regina del Folk!). O forse è la storia stessa, un film che scorre davanti agli occhi, lui probabilmente in quel periodo mollato dalla moglie Sara (il tempo è più o meno quello di Blood on the Tracks, 1974). Là, nel midwest, un lampione e una cabina, i quarter che cadono giù e l’urgenza di parlare con una voce familiare lontana. Lei colta di sorpresa, con la testa mille miglia lontane da ‘baby Blue’ (come lo definisce in uno dei suoi quadri), che ha il coltello dalla parte del manico ma ha anche troppo amore per affondare il coltello, ma troppo onesta per non cantargliela com’è: 

Ora mi dici che non sei nostalgico
E allora dammi un’altra parola per descriverlo
Tu che sei così bravo con le parole
E a tenere le cose sul vago
Perché ho bisogno di un po’ di quella vaghezza adesso
E’ tornato tutto sù troppo chiaramente,
E se mi stai offrendo diamanti e ruggine
Ho già dato.

Diamanti e ruggine, quello che portano con sé i ricordi. “Certe canzoni vengono e basta, tu non devi fare altro che scriverle”. Questa veniva davvero da un luogo profondo, ammantato di sublime malinconia. 

Questo è il testo, dove sentirla immagino non sia un problema.

Diamonds and Rust

Well, I’ll be damned 
Here comes your ghost again 
But that’s not unusual 
It’s just that the moon is full 
And you happened to call 
And here I sit 
Hand on the telephone 
Hearing a voice I’d known 
A couple of light years ago 
Heading straight for a fall

As I remember your eyes 
Were bluer than robin’s eggs 
My poetry was lousy you said 
Where are you calling from? 
A booth in the midwest 
Ten years ago 
I bought you some cufflinks 
You brought me something 
We both know what memories can bring 
They bring diamonds and rust

Well, you burst on the scene 
Already a legend 
The unwashed phenomenon 
The original vagabond 
You strayed into my arms 
And there you stayed 
Temporarily lost at sea 
The Madonna was yours for free 
Yes, the girl on the half-shell 
Could keep you unharmed

Now I see you standing 
With brown leaves falling all around 
And snow in your hair 
Now you’re smiling out the window 
Of that crummy hotel 
Over Washington Square 
Our breath comes out white clouds 
Mingles and hangs in the air 
Speaking strictly for me 
We both could have died then and there

Now you’re telling me 
You’re not nostalgic 
Then give me another word for it 
You who are so good with words 
And at keeping things vague 
‘Cause I need some of that vagueness now 
It’s all come back too clearly 
Yes, I loved you dearly 
And if you’re offering me diamonds and rust 
I’ve already paid

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