Rara avis in terrisnigroque simillima cycno 
(«Uccello raro sulla terra, quasi come un cigno nero»)

Giovenale

L’espressione latina richiama immediatamente a qualcosa di molto raro, prezioso e difficile a trovarsi. Come difficile, ormai, è vedere oggetti, che siano abiti, costumi, cappelli, protagonisti di un gusto eccelso, in grado di rappresentare il desiderio o, più semplicemente, di non temere la pura bellezza.

Moda e volatili, da sempre un connubio vincente. Più in generale Arte e volatili e, quindi Arte e Moda. Nell’intersezione dei due insiemi (ri)troviamo la storia del costume, e non solo.

Élisabeth Vigée Le Brun “Ritratto di Maria Antonietta con la rosa 1783″ – Source Wikimedia Commons

Un tempo era il pouf au sentiment, l’acconciatura più stravagante d’Europa, fatta di gioielli, fiori, frutti e piume, divenuta popolare grazie a Maria Antonietta, nata dall’inventiva di Monsieur Léonard, il parrucchiere personale della regina.

Francia e Inghilterra al centro della moda sul finire dell’Ottocento

Andiamo aldilà della Manica, tra il 1850 e il 1870. I due paesi arbitri della moda sono Francia e Inghilterra. Se giubbotti e redingote caratterizzano la moda maschile, quella femminile è fatta di crinolina, cappellini e ventagli, tutti guarniti da ciuffi di piume. Ma quella vittoriana è anche l’età d’oro della tassidermia, ancora in voga nel mondo anglosassone, tanto da essere ancora celebrata dai suoi enfant terrible, che siano Alexander McQueen o Damien Hirst.

Facciamo un salto in avanti. Parigi, anni Venti:

assimilate le teorie freudiane sull’inconscio, e in una certa consonanza con lo spirito dadaista, i surrealisti nutrono fiducia nelle capacità creative della mente liberata dai freni della razionalità. Incoraggiano metafore, analogie inconsuete, gusto per il meraviglioso e l’intervento massiccio del caso (hasard) dando vita a effetti altamente poetici in letteratura e nelle arti visive. Max Ernst, René Magritte e Salvador Dalí sono grandi interpreti visionari di questa stagione. (Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco).

Moda e arti visive

Max Ernst, l’artista che per molto tempo si identificò con un uccello, esplora il tema dell’amore erotico in La vestizione della sposa (del 1940, ospitata a Venezia, nella Collezione Peggy Guggenheim).

Il soggetto, fantastico e sconcertante (un uomo uccello, una donna uccello e un essere con quattro seni), è dipinto seguendo schemi figurativi tradizionali, come il pavimento a scacchiera tipico dell’arte tedesca del XVI secolo, la prospettiva e le anatomie impeccabili. Le tinte sature e smaltate ricordano i dipinti di Gustave Moreau e le atmosfere irreali le opere di Fernand Khnopff, entrambi amatissimi dai surrealisti.

Il mondo aviario viene descritto in questa mostra di abiti e accessori di haute couture, provenienti dagli archivi delle più celebri maison di moda al mondo, in un luogo già di suo eccezionale. Le Uccelliere Farnesiane si trovano negli Orti Farnesiani del Palatino, e sono il primo giardino botanico del mondo, voluto nel XVI secolo dal cardinale Alessandro Farnese.

I due padiglioni dell’edificio, che in origine ospitavano uccelli rari ed esotici provenienti dal nuovo mondo, tornano simbolicamente all’uso per cui erano nati.

«È un focus su pezzi rari, scelti per i loro significati allegorici, che raccontano di magie e metamorfosi»,

spiega Sofia Gnoli, che ne è la curatrice. 

La mostra nelle Uccelliere Farnesiane

Il percorso della mostra si snoda all’interno dei due padiglioni ed è suddiviso in tre sezioni: Il MitoCaleidoscopiche Visioni e Le ALI, irreALI, reALILa alata fantasia della ‘mitica’ Anna Piaggi.

La sezione dedicata al Mito e al divino, popolata di abiti-uccello bianchi, neri e oro, si apre con un omaggio a Giovanni Gastel e al suo scatto Zeus in forma di cigno e Leda (1990).

foto dal sito Parco Archeologico del Colosseo

Tra le meraviglie che è possibile ammirare citiamo: l’abito cigno bianco, una spuma di tulle completata da candide ali di Maria Grazia Chiuri per Christian Dior (Cruise, 2022); l’abito cigno nero, con bustier di piume d’oca, di Alexander McQueen per Givenchy (haute couture autunno-inverno 1997); l’abito-corsetto in organza, interamente ricamato con piume di gallo e di fagiano, della Collezione Firenze 2020 di Dolce&Gabbana Alta Moda; il lungo abito nero, guarnito sul retro da una cascata di piume, di Thierry Mugler (haute couture autunno-inverno 1997); il micro-abito dorato, in metal mesh ed enormi ali di piume di struzzo disegnato da Donatella Versace appositamente per Katy Perry e dai lei sfoggiato sul tappeto rosso del Gala del MET nel 2018; il look esclusivo realizzato da Alessandro Michele per Gucci con ricami in cristalli 3D e indossato da Florence Welch, al MET Gala del 2019, così come la mise, con bolero pappagallo, della prima sfilata haute couture di Jean-Paul Gaultier (autunno-inverno 1997). Infine, l’abito “Vittoria del colibrì”, progettato appositamente per “Rara Avis” da Tiziano Guardini, realizzato in seta non violenta e dedicato al tema della sostenibilità.

Una sezione è poi dedicata agli accessori aviari di Anna Piaggi e provenienti dalla sua collezione personale, tra cui una borsa gabbietta con canarini e cappelli di Schiaparelli e Philip Treacy.

Un allestimento immersivo, con la riproduzione in 3D del tetto della voliera, com’era nell’edificio originario.

VADEMECUM

Rara Avis. Moda in volo
Fino al 21 luglio
Uccelliere Farnesiane – Parco Archeologico del Colosseo

Condividi: