Si svolgerà dal 7 al 16 luglio 2023 a Santarcangelo di Romagna la 53ma edizione di Santarcangelo Festival, il più antico festival italiano dedicato alla danza e teatro della scena contemporanea. Il claim enough not enough indica una possibilità di mettersi in discussione confrontandosi con il mondo in cui viviamo.

Cosa non abbiamo più intenzione di accettare in una realtà sempre più caratterizzata da disuguaglianze, ingiustizie e sfruttamento? Partendo dalle proposte artistiche in programma, enough not enough intende indagare i nostri limiti di consenso e i punti critici che provocano il dissenso.

40 tra performer, gruppi e compagnie per un totale di 96 repliche tra teatro, danza, musica, arte visiva e discipline trasversali. La rassegna multidisciplinare diffusa a Santarcangelo di Romagna, per il secondo anno diretta da Tomasz Kireńczuk, intende trasformare per dieci giorni il borgo medievale in una città-festival, affidando alle arti performative un’importante funzione: quella di essere spazio ibrido e stimolante dove sperimentare visioni alternative. Ne parliamo con il suo direttore che ci racconta alcune delle sue iniziative.

Tomasz Kireńczuk ci racconta il festival

Oltre ai suoi meravigliosi spettacoli, Santarcangelo presenta interessanti iniziative collaterali e tutte rivoluzionarie. Chiediamo al suo direttore: in che termini la rivoluzione è una cifra del festival?
Tomasz Kireńczuk: nell’attuale panorama delle arti performative ci interessa la modalità in cui artistә creano visioni alternative della realtà, che vadano significativamente oltre ciò che è riconosciuto e assimilato. Guardando le opere che abbiamo invitato a questa edizione di Santarcangelo Festival, arriviamo alla conclusione che nelle arti performative contemporanee, la duplicazione, l’elaborazione e il racconto della realtà sta sempre più cedendo il passo a strategie speculative che ci permettono di vivere una realtà che ancora non c’è, ma che potrebbe esistere. Ed è proprio dove ciò che è reale e vissuto incontra ciò che è potenziale e immaginario che nascono le tensioni che ci interessano. Le proposte artistiche di quest’anno mettono in discussione i modi consolidati di leggere la realtà. Sono un invito a riflettere, a creare prospettive differenti sulle comunità e sulle relazioni su cui si basa la nostra convivenza sociale. Perché cos’altro dovrebbe essere l’esperienza di un festival come Santarcangelo, se non un tentativo e un’opportunità per uscire dall’ordine quotidiano del pensiero e confrontarsi non solo con il mondo in cui viviamo, ma soprattutto con la realtà che potremmo e vorremmo vivere?

Prendiamo ad esempio Let’s Revolution! Si tratta di un progetto artistico del Teatro Patalò rivolto agli adolescenti: uno spazio di condivisione di tecniche che riguardano la scena e di scoperte che riguardano l’umano. Il laboratorio, a cura di Isadora Angelini e Luca Serrani, propone un lavoro di avvicinamento all’arte dell’attore attraverso un processo di creazione – tramite un approfondito training fisico e vocale – che sfocia in una vera e propria produzione teatrale. Il progetto ha preso avvio nel 2015, come parte del programma annuale che il Festival rivolge alla città e dal suo esordio ha visto la partecipazione di oltre centoventi ragazze e ragazzi. Dal 2017 la performance finale è stata presentata anche nell’ambito del programma del Festival e in altre rassegne e festival italiani. 

TEMPESTA è l’esito del laboratorio che si è svolto da novembre a marzo al Teatro Il Lavatoio e che potremo vedere il 9 luglio presso ITC Molari. Un gruppo di ragazze e ragazzi approda alla riva di un mondo altro, ai margini del nostro, uno spazio magico che solo loro sanno costruire. Appigliandosi le une agli altri costruiscono una rete invisibile di segreti accordi, evocazioni di un’antica forma d’arte. Un quadrato bianco di metamorfosi e meraviglia. 

La non-scuola è l’esperienza teatrale antiaccademica che il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro tiene viva da più di vent’anni con gli adolescenti. Da Ravenna alle periferie del mondo, attraverso il contagio della non-scuola si è innestato tra la scena e l’universo corale degli adolescenti un atto teatrale che è al contempo pedagogico e artistico. 

La Rivoluzione della Specie, che andrà in scena l’11 luglio presso il Parco Francolini, è il risultato di un percorso di invenzione, gioco e scrittura avviato con le ragazze e i ragazzi della Scuola Media Teresa Franchini di Santarcangelo a partire dall’urgenza di ridefinizione del noi come esseri umani: noi esseri umani in quanto animali, animali tra altri animali, inseriti in un ecosistema in grande affanno. Nel tentativo maldestro e caotico di proporre una riconnessione più profonda dell’umanità con il mondo e le altre specie, ci si sposterà tra surreali proposte di metamorfosi, ibridazioni immaginarie, errori, incomprensioni, assurdità ioneschiane, tra sogni che diventano realtà e realtà che superano la fantasia, per tentare un atto poeticamente sovversivo: quello di affermare la necessità di compiere una rivoluzione: la rivoluzione della specie umana.

Pensato come parte integrante dello spettacolo Sottobosco, il workshop dell’artista e coreografa Chiara Bersani, del musicista e sound researcher Lemmo e della danzatrice e coreografa Elena Sgarbossa (che si terrà il 4-5-6 luglio presso il Teatro Lavatorio di Santarcangelo) segue il desiderio di incontrare nello spazio della scena persone con disabilità motoria per rispondere insieme alla domanda: qual è il rapporto di un corpo con disabilità con la “natura”? Quale spazio possiamo immaginare e quindi creare grazie alla presenza collettiva dei nostri corpi? Quale sottobosco nuovo e accessibile può essere costruito dai nostri gesti? Quale linguaggio misterioso e silenzioso ci permette di comunicare, ascoltare e comprenderci in questo spazio? Ciascuna giornata prevede 3 ore di lavoro, durante le quali Chiara, Lemmo e Elena condividono ricerche, riflessioni e pratiche sviluppate nel corso del nuovo lavoro Sottobosco. I e le partecipanti sono invitati/e a esplorare il rapporto tra movimento, suono e spazio, partendo dalle possibilità e dalle volontà di ogni corpo, e saranno poi coinvolti/e nella rappresentazione finale dello spettacolo che avrà luogo al Parco Baden-Powell per Santarcangelo Festival venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 luglio al Parco Baden Powell.

Il progetto The Guxxi Fabrika

Last but not least una critica alla produzione capitalista di Guxxi Fabrica: Piazza Ganganelli ospiterà per l’intera durata del Festival (dall’8 al 16 luglio), nell’ambito di BE PART – Art BEyond PARTicipation, il progetto The Guxxi Fabrika, ideato a Riga nel 2021 dall’artista visiva e performer cilena Cote Jaña Zuñiga, anche lei al suo debutto italiano: un esercizio sarcastico, che prevede la partecipazione del pubblico nella creazione di prodotti senza apparente valore commerciale, mettendo in campo i concetti di produttività, costo, baratto e condizioni di lavoro nel sistema capitalista. Il pubblico è invitato a prenderne parte come desidera: si può scegliere di aiutare le performer a preparare i materiali per dare vita a nuovi accessori, cimentarsi nel taglio e cucito seguendo gli schemi predisposti per creare il proprio progetto o semplicemente negoziare per ottenere qualcosa. Creatività e generosità sono sempre apprezzate, ma non si accetta denaro: solo scambio di oggetti o di esperienze. 

Condividi: