Centrale per la stesura di Orlando fu l’incontro di Virginia Woolf con la smagliante Vita Sackville-West, aristocratica e snob, scrittrice e donna di mondo. Come riportato nell’edizione Neri Pozza del romanzo, il rapporto tra le due donne comportò per l’autrice de La signora Dalloway e Al Faro un cambio di passo importante, un nuovo modo di scrivere che, ancora oggi, risalta prepotente.

Per Nadia Fusini, traduttrice del testo e grande conoscitrice di Woolf e del suo mondo, Orlando è un capriccio, un’opera unica e straordinaria in cui la grande scrittrice inglese più che costruire una complessa struttura narrativa vuole riscoprire la semplicità, creando una storia che risulti brillante e spontanea.

Orlando non è affatto un esperimento formale, non è una prova di forza con l’indicibile, non ha il valore di un’ordalìa che la impegni in un corpo a corpo con la lingua perché dica l’ineffabile”.

Nadia Fusini su “Orlando”

Chi è Orlando e cosa c’entra con la comunità Lbgtqia+

Nel tentativo di sedurre e compiacere l’amante, Virginia Woolf con Orlando esplora i confini della biografia e riflette sulla bisessualità intrinseca della creatura umana. Questo perché Orlando, prima uomo e poi donna, è un sé che fluisce, è vita perché metamorfosi, è gioco creativo in quanto arte. Soggetto doppio che si ricompone di volta in volta, si traveste e si trasforma, pur rimanendo sempre fedele a quanto possa realmente definirsi il suo io interiore.

Nel creare questo personaggio così dinamico e mutevole, libero di darsi il genere sessuale che preferisce, Woolf nel 1928 sembra di fatto anticipare istanze oggi così importanti per la comunità Lbgtqia+ e per la società futura che va delineandosi. Secondo Nadia Fusini che ha curato anche l’introduzione al testo Neri Pozza, però, quel che ha fatto la scrittrice, tra le principali attiviste dell’epoca e da sempre impegnata nella lotta per la parità di diritti tra i sessi, va al di là di ogni presa di posizione o alleanza.

Nel mondo in cui ha vissuto, Virginia Woolf ha lottato per la libertà delle donne. Perché avessero accesso al voto. All’educazione. Al lavoro. Perché fossero orgogliose di essere donne, libere di amare chi amavano. Di avere o non avere figli. Nei suoi saggi, nei suoi romanzi Virginia Woolf sta dalla parte delle donne, non di creature neutre, oltre i generi. E i suoi testi impongono a chi legge un ascolto che non segua il solo criterio di un’appropriazione violenta ai propri interessi ideologici. Nella logica di un’annessione, di una colonizzazione che le fa torto”.

Nadia Fusini su “Orlando”

Come leggere questo libro e cosa aspettarsi

Se la rivendicazione ideologica non convince chi più conosce il lavoro della nota scrittrice inglese, è pur vero che, come sempre con i libri, conta il parere di chi li legge e, immergendosi tra le pagine, prova a rispecchiarsi, cerca di anticipare i prossimi passi, si emoziona seguendo il percorso del personaggio. Orlando, l’aristocratico malato d’amore per la letteratura, vive attraverso i secoli abbracciando confini e sorvolando usi e costumi.

Dall’epoca elisabettiana all’ottobre del 1928, seguiamo questo ragazzo malinconico amante della natura attraverso amori e delusioni, missioni diplomatiche e slanci letterari. Lo riconosciamo quando, ormai donna, avverte un nuovo sguardo sul mondo. Ecco, allora, Orlando, tenera ma audace, che prova a sfarsi spazio. Forse, sembra suggerire Woolf, il mondo migliore per leggere questo libro è quello di non aspettarsi proprio nulla. Che, in certi casi, se la penna è buona, le sorprese superano di gran lunga le previsioni.

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