Può capitare di incontrarlo in rete o in qualche minuscolo negozio che ancora conserva cimeli e tesori del rock. Un disco, un bootleg per l’esattezza. La copertina colpisce all’istante: il punto più lontano immaginabile dalla sobrietà. C’è Frank Zappa con un foulard rosso e che indossa solo uno slip leopardato. Circondato di piante, guarda diritto in camera a muso duro.

Si chiama Swiss Cheese and Fire è non è un semplice nastro piratato da un concerto del genio di Baltimora come ce ne sono in circolazione a migliaia. Perché è la testimonianza audio del concerto più infuocato della storia della musica contemporanea. E non è una metafora.

Frank Zappa, l’incendio a Montreux, i Deep Purple, la storia di “Smoke on the water”

Siamo a Montreux, Svizzera, la sera del 3 dicembre del 1971. Nella sala concerti del Casinò della città Frank Zappa sta, come al suo solito, travolgendo i suoi fan europei con un magma sonoro fatto di chitarre e non sense, di assoli e provocazione allo stato puro. Succede tutto durante King Kong: qualcuno, fin troppo esagitato, estrae una pistola lanciarazzi ed esplode un colpo. Passano solo pochi minuti e l’intera struttura è quasi completamente avvolta dalle fiamme. La migliore descrizione è dello stesso Zappa, in un’intervista di qualche anno dopo:

“Qualcuno tirò fuori una bottiglia incendiaria o una pistola lanciarazzi e sparò dritto nel soffitto, che era fatto interamente di legno e tendaggi. Fu un attimo, tutto prese fuoco in un momento”.

Il concerto viene ovviamente sospeso e il direttore della struttura, Claude Nobs, mente del Montreaux Jazz Festival, riesce a portare in salvo decine di fan prima che l’intero casinò crolli al suolo. Tragedia evitata.
Ma l’importanza di quel concerto per il rock è anche un’altra. Perché quella sera, proprio nella cittadina svizzera, i Deep Purple di Ian Gillian e Ritchie Blackmore sono al lavoro nello studio mobile che hanno fittato dai Rolling Stones sulle canzoni del loro nuovo album. Restano, come tutti, increduli di fronte all’accaduto.

Incredulità rotta da uno dei riff di chitarra più famosi di sempre: quello di Smoke On The Water, che i Deep Purple comporranno proprio quella sera per raccontare il concerto di Zappa. Una canzone ispirata dalla cronaca ed entrata diritta nella storia. E che nella strofa finale racconta proprio come è stata composta:

“Siamo finiti per riparare al Gran Hotel, era vuoto, gelido e disadorno, ma con il Rolling Truck Stones lì fuori, abbiamo potuto suonare, ci sono bastate un paio di luci rosse, qualche letto e lo abbiamo trasformato in un luogo per sudare. Non importa cosa ne tireremo fuori, sappiamo che qualsiasi cosa sarà non ce la dimenticheremo mai. Smoke on The Water, A fire in the Sky”.

Insomma, non c’è che dire: Frank Zappa oltre a segnare in modo indelebile la storia della musica contemporanea ha anche contribuito a inspirare una delle pietre miliari degli anni ’60. Smoke On The Water diventerà né più né meno che il cavallo di battaglia dei Deep Purple. Che l’avrebbero portata in giro per il mondo nel corso del tour dell’anno successivo. Quel tour in cui sarebbe stato registrato uno dei dischi live più significativi degli anni ’70: Made in Japan. Ma questa, è tutta un’altra storia, tutto un altro concerto da ricordare. Come vale la pena ricordare Zappa, morto il 4 dicembre di trent’ anni fa.

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