“TikTok è il regno della Generazione Z, quei ragazzi e ragazze che stanno cambiando il mondo con le loro prese di posizione non più ideologiche o militanti, come era per i Millennials, ma pratiche che diventano azioni concrete, con l’obiettivo chiaro di arrivare ad un nuovo design esistenziale attraverso un progetto di medio-lungo periodo, a partire dall’oggi. Da Greta Thunberg e i Fridays For Future, impegnati per le cause più importanti del nostro pianeta, che hanno creato un nuovo immaginario e nuovi simboli (le adolescenti di oggi si fanno le trecce e usano i loro slogan sui loro diari digitali e non), fino ai nostrani Chiara Ferragni per le donne, Fedez per la comunità LGBTQI+, Aurora Ramazzotti contro il Cat Calling, Achille Lauro contro il sessismo, l’identità si forma intorno all’attivismo per un cambiamento radicale, una sorta di rivoluzione valoriale globale basata sulla giustizia intergenerazionale: gli idoli di oggi non sono più solo musicisti, attori e sportivi, ma chi incarna modelli impegnati in cause che non riguardano solo l’individuo ma la collettività.

Sono le parole con cui Carlo Marchese, l’artista tiktoker in arte The Gender Queen molto popolare sulla App, ha esordito il giorno del suo incarico come tiktoker per ReWriters (guarda il canale qui). “I numeri di TikTok sono impressionanti: i dati al febbraio 2021 ci dicono che la App (disponibile in 155 paesi del mondo) vanta 800 milioni di utenti attivi in tutto il mondo, che è stata scaricata oltre 2 miliardi di volte (6,4 milioni di volte in Italia), che è la più scaricata sull’App Store Apple, che il 41% degli utenti ha tra i 16 e i 24 anni, che il 99% apre Tiktok quotidianamente, passandoci in media di 52 minuti al giorno. In Italia, in soli 3 mesi, gli utenti della App sono triplicati”, continua Marchese.

La sfida che vogliamo affrontare con ReWriters, che ha la missione di riscrivere le regole con cui stare al mondo a partire dall’immaginario, è usare la grammatica dei linguaggi spontanei e divertenti di TikTok per comunicare contenuti di spessore, punti di vista culturalmente e socialmente innovativi, proprio nella prospettiva che dicevamo sopra, a proposito dell’attivismo della generazione Z”.

Ma chi è The Gender Queen?

E soprattutto, come si muove su questa App? Con 10.1K follower, si definisce un creativo cretino. Formula perfetta per riassumere un cv di tutto rispetto, come si legge sul suo profilo di ReWriters, di cui è blogger per la sezione Queer: pluripremiato videomaker in Rai e Mediaset, è un artista a 360 gradi: pianista, performer, provocatore: Gay per definizione, frocio per natura, amo provocare: reazioni, pensieri, a volte confusione per trovare nuove chiavi di lettura. Mi diverte quotidianamente comunicare con un tono ironico, violare tabù e smontare definizioni in cui spesso ci ritroviamo intrappolati nostro malgrado. Non prendetemi sul serio, prendetemi e basta. È dall’ironia che comincia la libertà, come diceva Victor Hugo”. Consigliamo di farvi due risate con Marchese da Geppi Cucciari (qui) a Enrico Papi (qui).

Naturalmente l’obiettivo di ReWriters non è a portata di mano: sono davvero pochi, infatti, i brand che sono riusciti al momento a ritagliarsi uno spazio nella piattaforma senza essere fuori luogo. Sono andati bene RedBull, Coca Cola (che nel 2015 ha lanciato il contest #ShareACoke con un video promozionale di Baby Ariel – 20 milioni di seguaci su TikTok – generando 1 milione di video pubblicati in soli dodici giorni) e KitKat (nel 2016 ha lanciato la #kitkatchallenge, con l’obiettivo di far reinterpretare il suo jingle agli utenti raggiungendo i 96 milioni di visualizzazioni totali con 60mila video e 21.7 milioni di views dei video partecipanti alla sfida in meno di una settimana).

“Sui progetti editoriali c’è The Washington Post, ma occorre essere più eccessivi per sfondare”, dice Marchese, alias The Gender Queen. Al momento, il canale TikTok di ReWriters punta sui volti dei suoi fondatori: oltre Marchese, infatti, anche Eugenia Romanelli, founder del Movimento Culturale, e Vera Risi, condirettrice della testata. Spunta a volte anche la giornalista di La Repubblica Rory Cappelli.

“Abbiamo appena lanciato i primi video – spiega Marchese – e contiamo di crescere. Ci vorrà un po’, perchè il nostro è un contributo nuovo, deve prima essere compreso. Ma abbiamo fiducia perchè TikTok è una App molto inclusiva e democratica, e incarna anche meglio degli altri social lo spirito di ReWriters: su Facebook, infatti, si condividono contenuti con la propria bolla di contatti, su Instagram regna padrona la foto, la stories, ma l’obiettivo è sempre il goal del numero di followers e tutto si concentra su questa ricerca compulsiva. Su TikTok invece sono i follower a trovarti: i tiktoker sono aperti a tutto, curiosi, pluralisti, democratici. Una App dai contenuti più diversi, dai più leggeri e banali ai più impegnati, ironici e divulgativi”.

Da vero e proprio Direttore Artistico per il canale TikTok di ReWriters, The Gender Queen, ha un design per questo progetto di riscrittura social: Porteremo sulla piattaforma la nostra rivoluzione valoriale in modalità video, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione da questo canale. Musica, colori, leggerezza, effetti speciali faranno da cornice ai nostri video che non mancheranno di farvi sorridere, riflettere e soprattutto spingervi a soffermarvi sull’uso delle parole, di immagini, di stereotipi o pregiudizi di cui siamo tutti intrisi, spesso inconsciamente, in questa società che corre in un’unica direzione. Invito tutt* a partecipare, interagire, condividere i nostri contenuti e soprattutto duettare con noi, con i nostri video replicando una vostra risposta accanto al nostro. Un minuto al massimo in cui si può dire molto più di quel che si pensi”.

Su TikTok, dunque, ReWriters si muoverà in ogni direzione, come quei petardi di Capodanno che ruotano su stessi facendo luce e rumore in ogni senso: “Anche noi ci rivolgiamo a tutt*, includendo ogni sfumatura di questa società che invece tende a mostrarci solo colori primari. A volte c’è bisogno di marcare dei contorni, di usare tonalità e toni accesi, di rendere tutto più evidente per permettere ai più pigri di osservare, capire come siamo e come sono gli altri, tutti diversi e mai aderenti ad quell’unico modello standard che sembra esistere nell’immaginario della contemporaneità ma che di fatto è solo un vestito sociale passepartout”.

No al pensiero unico, dunque e, come recita il Manifesto ReWriters e come dice Romanelli in questo video TikTok: “Un punto di vista non è altro che la vista da un punto” (claim acquistabile sulla linea gadgtes di ReWriters qui).

“Il nostro corpo, la voce e la nostra natura si azzerano ad ogni video – conclude Marchese – diventano una tela bianca su cui ridisegnare noi stessi, ogni volta, giocando. Seguiteci fiduciosi e non pensate che i nostri video parlino di alcune realtà, di alcune comunità. Noi parliamo alla comunità: ne esiste una sola ma fatta di 1000 sfumature”.

Razzismo, sessismo, omolesbotransfobia, discriminazioni in generale, cambiamenti climatici, diritti umani e tanto altro con leggerezza, poesia, ritmo, ironia e… qualche proposta.

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