Era l’inverno del 1925, Togo aveva ormai 12 anni e viveva nella lontanissima città portuale di Nome, in Alaska, quando scoppiò la difterite, malattia che allora decimava intere popolazioni e 10 mila persone della cittadina, le loro famiglie, i bambini e le bambine più piccole, gli anziani, erano in serio pericolo se non avessero assunto il siero di antitossina. Gli aerei non volavano per via del cattivo tempo e la stazione ferroviaria distava 674 miglia. Il musher Leonhard Seppala e il suo cane husky siberiano maschio Togo si misero in cammino percorrendo 264 miglia, in una staffetta che durò 5 giorni.

Il film Togo (1919), girato con il diretto discendente del cane Togo, Diesel, e Willem Dafoe, segue il cartone animato del 1995 prodotto da Spielberg per la Universal Pictures dal titolo Balto, il cane che, nella staffetta, percorse solo le ultime miglia finali, a cui per altro è dedicato il monumento a Seward Park di New York, per un errore giornalistico, ben raccontato nel finale del film che vi sto proponendo. Sull’incredibile storia, è seguito anche un terzo film, del 2020, in cui i cani protagonisti sono Balto e Togo, e danno il titolo al lungometraggio:

“Togo”, elogio di un perdente

Tra i due film, noi propendiamo per Togo, elogio di un perdente, racconto di un dimenticato. Un film agiografico e strappalacrime senza però alcun ammiccamento al contesto produttivo dei Dog Movie, fatti per far diventare di moda razze di cani o, al più, per trasmettere edificanti e rassicuranti messaggi morali sulle più tradizionali aspirazioni umane. Questa volta la casa di Topolino, nonostante la sua lunga fedeltà all’immaginario di Jack London (dai classici Zanna Bianca a Il richiamo della Foresta fino a titoli recenti come 8 amici da salvare i temi sono sempre lealtà, coraggio e forza) produce un film inaspettato che parla invece di amore, dall’inizio alla fine.

Togo e Leonhard

Togo e Leonhard, la coppia uomo – cane

Quella tra Togo e Leonhard non è infatti la classica amicizia virile tra uomo e cane ma una relazione complessa come quelle d’amore. Si parte da un rifiuto totale del cucciolo, disobbediente, vulcanico, debole e testardo, a un rapporto fusionale e passionale (fino alla camera da letto), grazie soprattutto alla mediazione (amorosa) della compagna di Leonhard. La coppia uomo-cane, insieme, affronta l’ultima corsa della vita, in una traversata mozzafiato che lascerà entrambi appesi al filo della vita.

Un film potente, sia dal punto di vista emotivo sia da quello cinematografico (regia, montaggio ed effetti speciali) che ci racconta, ancora una volta, della forza ineluttabile del desiderio. Oggi, il corpo imbalsamato di Togo è esposto all’Iditarod Trail Headquarters Museum di Wasilla.

Condividi: