I contrari sono sempre parole interessanti, parole che stanno all’opposto di altre, che le contraddicono e che ci permettono anche di iniziare a pensare che esiste una cosa ed esiste anche il suo opposto.

Poi nella vita, crescendo, impareremo che ci sono anche tante sfumature tra una cosa e il suo opposto, ma diciamo che già entrare in contatto con i contrari è cosa estremamente interessante e necessaria sin da piccoli e piccole.

Di libri sui contrari ne esistono moltissimi, la maggior parte, diciamoci la verità, decisamente banali, ma oggi vorrei proporvi due libri sui contrari a loro modo, tra loro diverso, speciali.

Il primo è Al contrario di Bastien Contraire edito da Fatatrac, un cartonato che in ogni doppia pagina ha un foglio di acetato con dei disegni che vanno a modificare cosa è illustrato nelle pagine di destra e sinistra. Ecco che abbiamo pulito e sporco,

freddo e caldo,

Nudo e vestito ecc.

Il gioco dell’acetato trasparente che interviene a rovesciare il significato delle pagine è sempre un espediente che funziona alla grande con i bambini e le bambine. In questo caso gioca con gli opposti, ma già Munari ci aveva fatto scoprire tutte le potenzialità dei fogli di carta che si sovrappongono e modificano la storia.

Al contrario è un bel libro che allena il punto di vista facendoci vedere davvero come, con pochissimo, una cosa si possa trasformare nel suo contrario.

Il secondo libro è Tutto il contrario di Silvia Borando edito da Minibombo, un libro che lavora sui contrari in maniera un po’ diversa al precedente e scopriamo perché.

Tutto il contrario non è un cartonato, il che ci indica che la fascia di età a cui si rivolge potrebbe essere leggermente superiore, ma siamo sempre nella primissima infanzia; i contrari messi in scena da questo divertente albo illustrato a catalogo non sono parole ma relazioni: il pulcino è fortunato, il verme sfortunato ma è un attimo che la situazione diventi il contrario…. il pulcino è sfortunato, il verme è sfortunato.

Le situazioni si susseguono e si rovesciano fino a quello che a me sembra il culmine ironico di Tutto il contrario: la lucciola è accesa, la rana è spenta ma basta che la rana si mangi la lucciola per diventare… la rana accesa.

Insomma il contrario non dipende solo da questioni di grammatica e di oggettività d’osservazione ma anche da processi e situazioni decisamente mutabili, relativi e soggettivi.

Anche i libri per bambini e bambine più piccoli, ed anche un tema apparentemente semplice come quello dei contrari, se affrontato con creatività, ironia e qualità estetica può diventare un insegnamento silenzioso, come diceva Jella Lepman, e portarci piano piano ad assimilare che un punto di vista è solo la vista da un punto.

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