Era il 31 ottobre dell’anno 2000 quando le Nazioni Unite hanno adottato la Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza su Donne, Pace e Sicurezza (Women, Peace and Security, ovvero… Wps). Siamo a quasi 21 anni dopo, e circa la metà dei Paesi africani l’hanno ratificata, ma la strada per garantire alle donne africane i diritti fondamentali quali istruzione, formazione, salute, inclusione lavorativa e sociale, accesso alla vita culturale e politica, è ancora molto lunga. Secondo i dati Ocha, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di emergenze e protezione umanitaria, il 56,4% delle donne in Camerun risulta aver subito violenze emotive e/o sessuali. Le donne rappresentano il 52 per cento dei 25 milioni di persone del Camerun, ma tutte le posizioni di vertice del governo sono occupate da uomini. Per questo le associazioni femministe del Paese sono scese in piazza l’8 marzo per chiedere, insieme, in marcia, il riconoscimento del loro diritto di rappresentanza politica nel Paese.

Yvonne Mumah Bih, del Movimento per la pace delle donne del Camerun, ha spiegato alla stampa nel corso della manifestazione che era giusto denunciare, in occasione della Giornata mondiale della donna, che molte donne camerunesi sono più qualificate e professionali degli uomini, ma poche sono al comando.

“Abbiamo 63 ministeri in Camerun, ma solo 11 di questi 63 ministri sono donne, ha sottolineato. “Non è che queste donne non abbiano frequentato la stessa scuola degli uomini, acquisito gli stessi certificati. Ma quando si parla di nomine, ci vuole la volontà politica perché è il capo dello Stato a nominare. È stato appena firmato un decreto presidenziale per nominare i membri della Commissione nazionale per i diritti umani e le libertà. Dei 15 membri abbiamo solo tre donne”.

Per sostenere le organizzazioni che in tre regioni del Camerun – Est, Ovest e Adamaoua – svolgono attività di formazione, attività imprenditoriali e di contrasto alla violenza per promuovere i diritti delle donne, nasce Elle (Entreprenariat Local et Leadership féminin pour l’Egalité des chances), progetto di cooperazione promosso dalla ong italiana Arcs per la promozione dei diritti dei gruppi locali più vulnerabili. La strategia di Elle è attivare le stesse donne più vulnerabili nelle tre regioni perché agiscano come agenti di sviluppo sostenibile e cambiamento delle proprie comunità.

Con le organizzazioni locali Cercle International pour la Promotion de la Création, Nid International pour le Développement Durable, Association pour la Promotion de la Création, Association des Jeunes Volontaires de Ngaundere e Club Media Ouest, Arcs interviene su tre assi: favorire l’accesso di donne e ragazze all’occupazione, alla produzione e alla partecipazione alla vita comunitaria con incubatori di iniziative imprenditoriali e culturali; coinvolgere tutta la comunità nelle iniziative promosse – a partire da associazioni di base, leader comunitari e religiosi – perché si impegnino a combattere le violazioni dei diritti delle donne nel proprio territorio. Il terzo asse di intervento è formare le organizzazioni locali perché vengano riconosciute e promosse dalle autorità locali e nazionali nel proprio ruolo di cambiamento.

Questa Pasqua possiamo aiutare il progetto Elle con l’acquisto di un uovo di cioccolato solidale (o più, dipende dalla golosità), i cui proventi verranno destinati a garantire nuove opportunità di formazione e impiego a più donne delle tre regioni. Un regalo piccolo ma importante che possiamo fare a queste donne coraggiose, e un po’ anche a noi stesse, per i diritti di tutte. Perché, come ricorda l’hashtag dell’iniziativa, #IlFuturoÈDonna.

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