(English translation below)
Il primo trapianto di cuore da un maiale geneticamente modificato all’essere umano è stato un successo. Conseguito a inizio di quest’anno da un team di scienziati statunitensi. Ora si spera che questo risultato apra la strada allo xenotrapianto, per un futuro in cui lunghe attese e, in alcuni casi decessi, non siano più i protagonisti di storie troppo spesso ignorate. Quelle dei pazienti che aspettano un trapianto di organi, in primis i reni, quelli più carenti.

In Europa attualmente la domanda oggi supera l’offerta. Sulla base dei dati di Eurotransplant relativi ad Austria, Belgio, Croazia, Germania, Ungheria, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia nel 2021 quasi 10.000 nuovi pazienti erano in attesa di trapianto di rene, e su oltre 13.400 del totale, poco più di 6300 organi erano stati trapiantati.

Facendo i conti appare chiaro come troppo poche richieste ed esigenze siano state soddisfatte. Secondo una stima del Comitato europeo sui trapianti di organi al Consiglio d’Europa sarebbero tra i 30 e i 40.000 i pazienti in attesa di reni. Per tutti costoro generalmente, ma non sempre, l’alternativa al trapianto è la dialisi; non è lo stesso, per esempio per il cuore, il fegato o i polmoni. Per reni e cuore il numero di pazienti in lista di attesa è minore di quello degli organi trapiantati di pazienti deceduti, mentre per cuore e reni vale l’opposto.

In questo scenario preoccupante, aggravato dalla lentezza nello sviluppo della medicina rigenerativa e quindi della disponibilità di organi artificiali, il trapianto dall’animale all’umano, il cosiddetto xenotrapianto, potrebbe essere un salvavita.

Se quanti sono in attesa di un rene potessero riceverlo da un maiale, come l’esperimento statunitense di pochi mesi fa ha dimostrato essere possibile, sarebbe un bel regalo per i diretti interessati, per le loro famiglie ma anche per il sistema sanitario del paese nel suo complesso.

Ad oggi in UE non esistono ricerche sul trapianto da animale a umano, tuttavia sono in corso studi preclinici, durante i quali gli organi di maiale geneticamente modificati sono stati trapiantati nei primati, nello specifico nei babbuini, con buoni risultati.

Le carenze normative
sullo xenotrapianto

In Europa non mancano sicuramente know-how ed esperti in ambito scientifico e medico. A mancare è invece un quadro giuridico sugli xenotrapianti, materia di competenza dei singoli Stati membri. La ricerca che coinvolge gli animali negli studi di modifica del genoma è tenuta a rispettare la direttiva UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, nonché le varie direttive e regolamenti riguardanti gli organismi geneticamente modificati (OGM).

Secondo la sentenza della Corte di giustizia europea del 2018, gli animali geneticamente modificati rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva sugli OGM e sono quindi soggetti agli obblighi previsti dalla stessa.

Vantaggi, zone d’ombra
e considerazioni etiche

L’esperimento condotto negli USA è certamente incoraggiante ma non sufficiente. Tra i vantaggi del trapianto animale-umano c’è il prezzo: è sicuramente più economico allevare animali seppure in condizioni particolari di rispetto dell’igiene, rispetto a sostenere i costi della dialisi.

Considerando poi che da un animale come il maiale, di cui proverbialmente non si butta niente, si possono ottenere più organi (cuore, reni, polmoni) il vantaggio è evidente.

Tuttavia, prima di allargare la sperimentazione all’essere umano occorre cautela: è necessario raccogliere maggiori informazioni e dati scientifici relativamente alla sicurezza e all’efficacia dei trapianti animale-umano. Solo allora lo xenotrapianto potrà essere gradualmente applicato in centri specializzati in con l’obiettivo auspicato di salvare vite.

La questione morale dello xenotrapianto

E poi c’è la questione morale e le considerazioni etiche. Gli xenotrapianti hanno causato lo sconcerto e la disapprovazione degli attivisti per il benessere degli animali, contrari al loro impiego di questi nelle sperimentazioni scientifiche. Perché, chiedono, non si investe di più nella prevenzione delle malattie, nel miglioramento del sistema della donazione di organi e nel progresso delle tecnologie, ad esempio ricorrendo alla biomimetica che utilizza materiali sintetici e tessuti dalle cellule staminali dei pazienti?

Lo xenotrapianto mina il benessere animale minacciato dalla modificazione genetica, dai suoi effetti imprevedibili e dalla mancata considerazione di questi come esseri senzienti. Gli animali, piuttosto, vengono riconosciuti come strumenti, pezzi di ricambio a disposizione di noi umani.

Oltre a ricordare che ben due terzi delle valvole cardiache utilizzate per i trapianti provengono già da maiali o mucche, alle remore dei difensori dei diritti degli animali, si potrebbe obiettare: cosa dire delle migliaia di suini (e non solo) che ogni anno vengono sacrificati per il nostro nutrimento? Questo infatti è considerato accettabile (seppure dalla collettività ma non dagli animalisti) e allora perché si scandalizza davanti all’impiego di organi animali a scopi clinici e curativi?

Un tema etico di grande fascino anche per la cinematografia, che pur non avendo ancora mai trattato il caso specifico di un trapianto da animale a umano, ha toccato comunque più volte il delicato tasto dell’estraneità dell’organo impiantato. Come nel capolavoro di Katell Quillévéré Riparare i viventi, con una straordinaria Emmanuelle Seigner, o nel più fantascientifico Repo Men di Miguel Sapochnik.

Si tratta di un tema complesso su cui riflettere con la dovuta attenzione, con spirito critico, senza cedere al dogmatismo o peggio ancora a fake news dietro cui si celano interessi di parte.

ENGLISH VERSION

Animal-human transplants in the EU: between progress and controversy

Replacing human body parts with animal ones to help fight organ shortage in Europe. Xenotransplantation, with an experimentation still in its embryonic stage, regulatory deficiencies and conflicting ideological positions, struggles to take place

The first heart transplant from a genetically modified pig to a human was a success. Achieved earlier this year by a team of US scientists. Now it is hoped that this result opens the way to a future in which long waits and, in some cases, deaths, are no longer the protagonists of stories that are too often ignored. Those of patients waiting for an organ transplant, primarily kidneys, the most deficient ones.

Today in Europe the demand for organs exceeds supply. Based on Eurotransplant data from Austria, Belgium, Croatia, Germany, Hungary, Luxembourg, the Netherlands and Slovenia in 2021 almost 10,000 new patients were awaiting kidney transplantation, out of over 13,400 of the total, just over 6300 organs were been transplanted. Doing the math, it is clear that too few requests and needs have been met. According to an estimate by the European Committee on organ transplants at the Council of Europe, there are between 30 and 40,000 patients waiting for kidneys.

In the case of the kidneys, generally but not always, the alternative to transplantation is dialysis; it is not the same, for example for the heart, liver or lungs. For kidneys and heart, the number of patients on the waiting list is less than that of transplanted organs from deceased patients, while the opposite is true for the heart and kidneys.
In this worrying scenario, aggravated by the slow development of regenerative medicine and therefore by the lack of artificial organs, the transplant from animal to human, the so-called xenotransplantation, could be a lifesaver.
If those who are expecting a kidney could receive it from a pig, as the US experiment a few months ago proved possible, it would be a nice gift for those directly concerned, for their families but also for the country health system as a whole.

To date, in the EU there is no research on animal-to-human transplantation, however preclinical studies are underway, during which genetically modified pork organs have been transplanted into primates, specifically baboons, with good results.

Regulatory weaknesses about xenotransplantation

There is certainly no lack of scientific and medical know-how and experts in Europe, while there is a lack of a legal framework on xenotransplantation, a matter of competence of the individual Member States.
Research involving animals in genome modification studies is required to comply with the EU directive on the protection of animals used for scientific purposes, as well as the various directives and regulations concerning genetically modified organisms (GMOs).

According to the ruling of the European Court of Justice of 2018, genetically modified animals fall within the scope of the GMO directive and are therefore subject to its obligations.

Benefits, gray areas and
ethical considerations

The experiment conducted in the USA is certainly encouraging but not sufficient. Among the advantages of the animal-human transplant is the price: it is certainly cheaper to breed animals, albeit in particular conditions of respect for hygiene, than to bear the costs of dialysis.
Considering then that from an animal like the pig, of which nothing is proverbially thrown away, more organs (heart, kidneys, lungs) can be obtained, the advantage is evident. It is necessary to collect more information and scientific data on the safety and efficacy of animal-human transplants. Only then can xenotransplantation be gradually applied in specialized centers with the desired goal of saving lives.

The moral issue of xenotransplantation

And then there is the moral issue and ethical considerations. Xenotransplants have caused the bewilderment and disapproval of animal welfare activists, who oppose their use of them in scientific trials. Why, they ask, is more investment being made in disease prevention, in improving the ineffective organ donation system and in advancing technologies, for example by resorting to biomimicry that uses synthetic materials and tissues from patients’ stem cells?

In short, xenotransplantation undermines animal welfare threatened by genetic modification, its unpredictable effects and the lack of consideration of these as sentient beings. Rather, animals are recognized as “spare parts” tools available to us humans. In addition to remembering that two thirds of the heart valves used for transplants already come from pigs or cows to the hesitation of animal rights defenders, one could object: what to say about the thousands of pigs (and not only) that are sacrificed every year for our nourishment? Why is this considered acceptable, while one is scandalized by the use of animal organs for clinical and curative purposes?

An ethical theme of great fascination also for cinema, which, although it has never yet dealt with the specific case of an animal-to-human transplant, has nevertheless repeatedly touched the delicate key of the extraneousness of the implanted organ. As in Katell Quillévéré’s masterpiece Réparer les vivants, with an extraordinary Emmanuelle Seigner, or in the more sci-fi Repo Men by Miguel Sapochnik.

It is a complex issue on which to reflect with due attention, with a critical spirit, without giving in to dogmatism, or even worse to fake news behind which partisan interests are hidden.

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