4 anni di ex Liceo Omero: Ri-Make. La storia e le iniziative in quartiere. E il futuro?
Ri-Make è un collettivo fatto di persone che ci mettono l'anima per il mutualismo, con il Bene Comune. Ora che fine farà?
Ri-Make è un collettivo fatto di persone che ci mettono l'anima per il mutualismo, con il Bene Comune. Ora che fine farà?
In questo blog parlerò di qualcosa a cui tengo particolarmente, che è parte della mia vita quotidiana e di cui faccio parte da 3 anni e 5 mesi: il centro sociale Ri-Make di Milano.
Sì, perché devo molto a loro. Grazie a loro sono cresciuto nell’attivismo e Antro della Femminista è diventato sempre più rilevante nella causa sui diritti delle donne in Italia.
Una storia, quella di questo collettivo che parte dal 15 maggio 2013, anno in cui occuparono lo storico ex Cinema Maestoso per rivendicare la totale mancanza di rispetto verso una struttura così importante, valorizzandola con arte e cultura al suo interno, oltre a rassegne e proiezioni cinematografiche. Un occupazione che durò soltanto un mese con conseguente sgombero.
Il motto citato su uno striscione diceva: Ri-Make: e sarà tutto un altro film!
Spostati da lì nel dicembre 2013 occuparono una parte della galleria di Via Sammartini sempre a Milano per poi arrivare stabilmente per 3 anni dal 14 maggio 2015 all’ex banca BNL di via Astesani zona Affori fino al 30 maggio 2018, dove Ri-Make ha sviluppato una risorsa di reti ed iniziative incredibili di vario tipo e tematiche che spazia dalla sanità al lavoro passando al welfare e all’ambiente presentandosi così:
“Ri Make è un luogo antifascista, antisessista e antirazzista, un luogo che rispetta tutte le identità; è uno spazio dove i percorsi di liberazione e autodeterminazione per donne, migranti, LGBTQ+ sono posti al centro.
Sono tante le idee e i percorsi che Ri-Make porta avanti, ma vorremmo che questo progetto si incrociasse e incontrasse con le vite di chi questo quartiere lo abita o lo attraversa da anni.”
Nel corso di quel quadriennio si occuparono appieno contro la denuncia della corruzione legata agli appalti dell’EXPO e dell’inquinamento urbanistico e delle barriere architettoniche, della speculazione dei mercati sui prodotti alimentari con la Rete Fuorimercato e con lo spazio recuperato in Trezzano su Naviglio di Ri-Maflow e al fianco dei No Tav della Val di Susa.
E così, il giorno dopo lo sgombero di via Astesani, Ri-Make trovò occupazione nell’ex Liceo Omero di via del Volga 4 a Bruzzano il 31 maggio 2018, dove valorizzò per 4 anni una struttura completamente all’abbandono da giugno 2017, dovuta a mancanza di iscrizioni e che sarebbe stata vittima di continui vandalismi e data in mano a delinquenza e micro-macro criminalità organizzata.
Una struttura che è sempre stata viva di iniziative sportive e sindacali, di pranzi domenicali solidali, di presentazioni libri, di teatro e quant’altro ogni settimana (storica fu la presentazione del libro La Potenza Femminista della co-fondatrice di Ni Una Menos Verónica Gago edito da Capovolte Edizioni a maggio di quest’anno).
Fino ad arrivare allo sgombero di settimana scorsa, precisamente il 28 luglio 2022.
Eravamo preparat* all’eventuale sgombero e conseguente demolizione da molto tempo. Che dire, mi vengono in mente ora una marea di ricordi vissuti fino ad oggi. Faccio parte del collettivo da 3 anni e 5 mesi, e tutto questo periodo con Ri-Make l’ho vissuto nell’ex Liceo Omero dando tutto me stesso.
In questa struttura grazie a Marie Moïse ho scoperto questa meravigliosa realtà al suo Interno e non l’ho più lasciata, fatta di numerose attività ed iniziative come le danze popolari di Folkaos, la palestra popolare con Le Sberle, i Festival di Letteratura Sociale come Contrattacco organizzati da Edizioni Alegre con numerose presentazioni di libri di cui partecipai nell’edizione del 2019 con Asterisco Edizioni, lo yoga di Maria del Mastro, lo sportello sindacale di Non Sei Sol@ casa-spesa-lavoro-cura partendo dalla Casa dello Sciopero, il gruppo d’acquisto solidale, gli aiuti durante il lockdown del 2020 dovuto alla pandemia raccogliendo le chiamate al telefono di chi aveva bisogno durante l’emergenza pandemica, il teatro, il cineforum nella stanza chill, la cucina delle donne arabe di via Senigallia con i pranzi solidali della domenica con il mercatino agricolo alla seconda del mese, il giardino della cura, l’orto e molto altro.
Sono tante, troppe le cose da raccontare che non ci stanno tutte.
Da qui si lascia un posto che senza l’occupazione del 31 maggio 2018, sarebbe stato oggetto di continui vandalismi, o finito in mano alla micro-macro criminalità organizzata lasciandolo allo sbando più totale e invece si è valorizzata la struttura con numerose cose belle e coinvolgendo il quartiere.
Via da un posto, si andrà in un altro. Qualunque sia, noi ci saremo!