Vi ho già parlato un paio di volte dei fratelli Eno: una volta per il loro lavoro di collaborazione, che ha dato frutto a Mixing Colours, e più recentemente a proposito del nuovo album di Roger, The Turning Year, per la casa discografica Deutsche Grammophon.

Oggi vi voglio raccontare una storia che parte da Brian Eno negli anni settanta. In quel tempo Brian aveva un’etichetta discografica che si chiamava Obscure Records e si occupava, ovviamente, di musica sperimentale.

È davvero interessante scoprire che la maggior parte degli artisti che hanno fatto una certa carriera fossero pieni di interessi, come se si nutrissero delle esperienze della propria vita che poi veniva riscritta nella loro arte. Nel caso di Brian Eno assistiamo ad un sunto minimalista, perché la vera essenza dell’arte, a mio parere, è la sintesi.  

Nel 1976 Brian Eno produce per la sua casa discografica il primo album della Penguin Cafe Orchestra, Music from the Penguin Cafe, un album considerato anticipatore della musica World.

Come d’abitudine l’album rimase ignorato per alcuni anni. Purtroppo la curiosità è una caratteristica difficile da coltivare soprattutto quando la fruizione di nuova musica è difficile, bisogna cercare e non farsi abbagliare dalle cose che luccicano troppo

Il leader del gruppo fu Simon Jeffes, chitarrista classico e compositore che fondò la Penguin Cafe Orchestra e ne fece parte fino alla sua morte nel 1997.

Successivamente il figlio di Simon Jeffes, Arthur, decise di continuare il lavoro del padre togliendo la parola Orchestra e sintetizzando il nome in Penguin Cafe.

Ed ecco il consiglio di oggi, ascoltate l’album A Matter of Life…2021

Uscito per la casa discografica Erased Tapes, vuole riecheggiare la grande creatività del musicista inglese che ha fatto conoscere il gruppo in tutto il mondo. 

L’album è una rimasterizzazione dell’album A Matter of Life, in occasione del decimo anno dalla sua pubblicazione. All’interno anche un nuovo brano, Harry Piers. Si può ascoltare come sempre in tutti i digitali e per gli amanti è possibile acquistare anche il vinile che sicuramente rende ancora più vintage il suo ascolto attraverso questo bellissimo omaggio alle sonorità e idee innovative di oltre quarant’anni di storia della Penguin Cafe Orchestra.   

The Guardian definisce così la musica della Penguin: “some of the most unusual and delightful music of the last 40 years” .

Arthur in un’intervista per La Repubblica, racconta così della musica della Penguin Cafe Orchestra: 

“Se ascolto i brani degli anni Settanta della Penguin Cafe Orchestra a me suonano molto attuali, hanno una loro freschezza che è rimasta inalterata nonostante siano passati quarant’anni. Dietro questo mistero c’è tutta la genialità di mio padre, che ha immaginato la possibilità di fare musica seguendo un proprio flusso autonomo del tempo e del progresso. Musica che diventa così un luogo che sta a parte, una dimensione parallela rispetto al mondo reale che non può essere intaccata dai problemi e dalle cose negative di tutti i giorni”.

A proposito del nuovo brano all’interno dell’album, racconta:

“Ho originariamente scritto ‘Harry Piers’ in occasione del funerale di mio padre, 24 anni fa, e ho suonato il brano alla fine di ogni concerto, credo quindi di averlo suonato almeno un migliaio di volte. Così, quando abbiamo decido di ristampare ‘A Matter of Life’, sia io che Robert abbiamo pensato fosse una buona idea registrare una versione aggiornata di ‘Harry Piers’, un brano che continua ad evolversi. Così, anche se mantiene lo stesso tono, il brano è molto più ricco di nuance e dettagli che riflettono gli anni che sono trascorsi dal 2011”. 

Vi segnalo infine di fare attenzione alla copertina con la foto di Alex Kozobolis che rievoca il dipinto originale dell’album, esprimendo il cambio generazionale attraverso la foto di Arthur e sua figlia al posto del ragazzino e della figura del pinguino imperatore che suggeriscono padre e figlio. 

Se non avete mai ascoltato la Penguin Cafe, avrete una bellissima sorpresa. Il viaggio continua… 

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