Arscode è il gioco dell’arte; nato da un’idea di Diego Santamaria, direttore del CeDRAC (Centro di Documentazione e Ricerca per le Arti Contemporanee) mette in gioco carriere, opere, collezioni e tanto altro. Ideale per gli amanti dell’arte, addetti ai lavori e non, è un gioco per conoscere meglio il panorama artistico contemporaneo.

I giochi di carte sono all’interno di alcune delle opere d’arte più celebri al mondo, da Picasso, a Cézanne, a Caravaggio e alcuni di loro erano anche appassionati giocatori nella loro vita.
Con ARSCODE – il gioco dell’arte, sono le opere di una selezione di artisti contemporanei ad entrare in un gioco di carte.

DIEGO SANTAMARIA

Come è nata l’idea di questo gioco?
“L’idea è nata esattamente 3 anni fa, durante una fiera d’arte in cui ci si annoiava un po’ per il poco pubblico presente (ero presente con lo stand di Espoarte e della casa editrice).
Era già un po’ che ci ragionavo sopra, e nei 3 giorni di fiera riuscii a definire buona parte del progetto. Poi, nelle settimane successive, ci ho lavorato ancora un po’. 
Ma, dopo il break del Natale 2017, il gioco è finito in un cassetto. E, grazie al lockdown di marzo, ha rivisto la luce e, riuscendoci a dedicare il tempo (e la mente) necessario, sono riuscito a ultimarlo e a lanciarlo”
dice Diego Santamaria.

Come hai scelto le carte e come hai selezionato le opere d’arte?
“Ho coinvolto gli amici artisti che stimo, anche come persone. Ma è stato tutto abbastanza veloce, senza aver ponderato la portata del progetto. Non ho fatto una scelta ‘curiatoriale’, ma istintiva, a pelle… Gli artisti invitati hanno risposto con grande entusiasmo e – più o meno per tutti – abbiamo analizzato una mezza dozzina di opere e scelto insieme le più indicate”.

Come si gioca?
“Il gioco si compone di 9 round. Ogni giocatore ha una dotazione di arscoin (la moneta ufficiale di Arscode) e di opere in conto visione.
Ad ogni turno ne acquista uno per la sua collezione e la pone visibile sul tavolo. Inoltre pesca e gioca una delle carte azione che sono lo sviluppo culturale del gioco: attraverso incontri ed eventi, si vengono a conoscere i tanti meccanismi che regolano il mercato dell’arte e che condizionano, positivamente o negativamente, il valore della propria collezione. Poi ci sono le aste, gli scambi liberi tra i giocatori e altre piccole variabili. Ho realizzato tre modalità di gioco (base, intermedio e avanzato/torneo) per aumentarne la difficoltà e inserire valutazioni strategiche. Ma nella versione base il gioco è intuitivo e piacevole.Vince chi costruisce la collezione di maggior valore”
.


Arscode può essere anche un modo per avvicinare i non esperti all’arte contemporanea?
“Alla base di tutto c’è un grande progetto culturale: il grande pubblico si è allontanato molto dal contemporaneo negli ultimi 10 anni, e questo è un gioco che ha l’obiettivo di far conoscere molti bravi artisti contemporanei (ogni edizione del gioco è fornita con un catalogo di 100 pagine che presenta ciascun artista con biografia, artist statement, concept delle opere e la riproduzione integrale di tutte le 84 opere incluse nel gioco) e buona parte delle dinamiche che regolano il sistema dell’arte e i segreti del mercato dell’arte stessa. L’arte, quella di qualità, è davvero per tutti, e con questo progetto lo voglio proprio dimostrare!”

Anche con un gioco si può riscrivere e raccontare l’arte secondo te?
“Per i motivi esposti, assolutamente sì. L’arte è poesia, pensiero evoluto. Con Arscode il gioco dell’arte raccontiamo un pezzetto di arte contemporanea e la presentiamo a tutti. Sono convinto che questo gioco sarà apprezzato anche da tanti ‘non addetti’. Anzi, grazie ad Arscode, molte persone si appassioneranno all’arte, e il gioco sarà un trampolino di lancio per iniziare a frequentare mostre d’arte, non solo nei Musei, ma nelle moltissime Gallerie d’Arte che fanno un eccellente lavoro e che propongono arte contemporanea di qualità”

Nel gioco ci sono anche le opere di Jasmine Pignatelli, Vincenzo Marsiglia, Angelo Marinelli.

Le due opere pubblicate nel gioco rappresentano l’ultima ricerca di Jasmine Pignatelli che pone l’uso della geometria in una dimensione poetica ed emozionale che supera il dato concettuale per comunicare passione civile, sentimento, umanità e tematiche sociali. Landless e Clavis Universalis: la prima, riferita al rischio ambientale e al consumo del suolo, e l’altra, dedicata al diritto alla conoscenza e al sapere, sono il tentativo di riportare, in un gioco da tavolo, una forma di coscienza civica e di educazione collettiva. 

Vincenzo Marsiglia, artista poliedrico che lavora sulla mutevolezza della percezione e dell’opera, e conosciuto per la reinvenzione della stella a quattro punte come suo personale segno artistico e allo stesso tempo strumento di indagine e costruzione, propone per la carta da gioco un’opera in carta: una carta nella carta! “Fold Paper” è una carta incisa e piegata che segue le tracce costruttive e grafiche della sua stella. 

Angelo Marinelli, con un consolidato lavoro che accompagna lo spettatore all’interno della luce e del tempo fino a raggiungere quel luogo poetico dove si forma l’immagine, ricerca l’enigma nascosto nelle cose quotidiane. Minerva, per la serie Warriors of Freedom, personificata da Barbara Alberti, entra nel gioco come una guerriera, con le sue virtù e saggezze. 

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