E’ notizia di questi giorni, ed è rimbalzata su tutti i media: secondo la rivista statunitense Forbes, che si occupa di economia, finanza, industria, investimenti e marketing, Bolsena è l’unica piccola città italiana a comparire nella classifica delle dieci più belle piccole città d’Europa, insieme ad altre piccole cittadine come Český Krumlov nella Repubblica Ceca, Ericeira in Portogallo, Ronda in Spagna e Stará Ľubovňa in Slovacchia solo per citarne altre quattro. Ma perché?

Perché Bolsena è una delle
dieci più belle piccole città?

Forbes giustifica la scelta in sole sei righe, senza scendere nel dettaglio. Qualcun altro ci ha provato ad elencarne le motivazioni, citando la posizione sul lago, gli edifici storici, la gastronomia, ma solo noi vi sappiamo svelare, punto per punto, il vero fascino nascosto di Bolsena, attraverso i suoi dieci punti di forza.

1) L’edilizia armoniosa: tra tutti i borghi d’Italia Bolsena è uno dei pochi in cui l’edilizia invasiva degli anni ’70 e ’80 non è riuscita a fare disastri. Affacciandosi dall’alto del castello Monaldeschi il borgo appare in modo omogeneo tra la parte vecchia e la parte nuova costruita dal dopoguerra in poi. Gli edifici rispettano la stessa altezza, non superiore ai due o tre piani, e l’unica differenza è riconoscibile nel colore delle tegole, più scure quelle antiche, più rossicce quelle moderne.

2) La dualità del borgo: Bolsena si divide in borgo di dentro e borgo di fuori, con tre porte d’accesso che aprono varchi in quella che un tempo fu la sua cinta muraria. Il borgo di dentro si arrocca in alto intorno al castello Monaldeschi della Cervara, piccolo gioiello storico-architettonico, e il borgo di fuori si sviluppa in piano, nella parte bassa che arriva fino alla riva del lago. E così ci si può perdere tra i vicoletti arditi che salgono al castello, intervallati da arcatelle ribassate e scalette, oppure trastullarsi tra le botteghe della parte bassa, dove trovare artigianato di qualità e prodotti tipici.

3) Il castello con doppia cinta muraria: il borgo vanta una bellissima fortezza medievale, il castello Monaldeschi della Cervara, le cui fonti documentarie più antiche risalgono al XII secolo, e che conserva una singolare doppia cinta muraria, che all’epoca era superabile con due ponti levatoi. Oggi è sede di un delizioso museo territoriale che presenta la documentazione geologica, archeologica e naturalistica proveniente dal territorio di Bolsena, dall’epoca etrusca e romana fino a quella medievale.

4) La basilica di Santa Cristina: si tratta di un complesso architettonico molto articolato che include l’antica basilichetta ipogea, ricavata sottoterra per onorare il culto di Santa Cristina, vissuta e martirizzata nel piccolo borgo nel IV secolo d.C., e la grande basilica risalente al XII secolo che ancora conserva pregevoli opere pittoriche. Qui sono imperdibili gli affreschi della cappella di Santa Lucia e il superbo polittico di Sano di Pietro sull’altare maggiore. Se pensiamo che Sano di Pietro è stato tra gli artisti più quotati del mercato antiquario mondiale di opere d’arte, e che un suo trittico è conservato al Brooklyn Museum of Art di New York, capiamo quali preziosi gioielli abbiamo a due passi da casa.

5) Gli antichi lavatoi: i borghi della Tuscia hanno tutti avuto i loro lavatoi pubblici dove le donne si radunavano per lavare i panni sporchi intonando dolci canti corali, ma molti sono andati perduti. Bolsena può vantare invece due splendidi lavatoi perfettamente conservati, dei quali uno monumentale, dove ancora oggi è viva la tradizione delle lavandaie grazie alla presenza della Compagnia delle lavandaie della Tuscia, un gruppo di donne fondato nel 2013 da Simonetta Chiaretti per mantenere viva la memoria intorno a un mestiere faticoso che consentiva alle donne di socializzare e comunicare tra loro. Ancora oggi le lavandaie della Tuscia organizzano splendidi eventi intorno al lago, come quello organizzato a giugno sull’isola Bisentina intorno all’antica darsena.

Compagnia delle lavandaie della Tuscia – isola Bisentina – photo by Vera Risi

6) La dimora storica di Palazzo Cozza Caposavi: è una delle più belle dimore storiche della regione Lazio, dove è possibile trascorrere eleganti soggiorni circondati da soffitti di legno a cassettoni, affreschi e arredi d’epoca. Il palazzo fu eretto intorno al 1561 per volere del Cardinale Tiberio Crispo come dimora personale e sorge nel centro storico della cittadina lacustre, affacciandosi sulla bella fontana medicea di San Rocco. 

7) La pieve della Madonna dei cacciatori: nascosta ai più, è raggiungibile conquistando la parte più elevata del borgo. Si tratta di una piccolissima cappella devozionale, eretta dai cacciatori quando la caccia non era uno sport ma un mestiere umile e faticoso. Fu costruita su un quadrivio sotto il quale sorgeva il più grande impianto termale della città romana di Volsinii, i cui resti sono ancora nascosti sotto il pavimento della chiesina. Le pareti sono tutte adornate da affreschi che variano dal XV al XVII secolo, e che raccontano alcuni episodi delle sacre scritture, dalla cena di Betania al bacio di Giuda, dal Noli me tangere all’entrata a Gerusalemme.

Madonna dei cacciatori – photo by Vera Risi

8) Il monumentale viale Colesanti: da circa un secolo e mezzo il centro storico di Bolsena è unito alla sponda lacustre da un grande viale prospettico alberato lungo 500 metri, su cui si avvicendano decine di platani, alcuni dei quali sono secolari e raggiungono i 40 metri di altezza e i 5 metri di circonferenza, e oggi costituiscono un bene culturale di ambito naturalistico. Intitolato a Nicola Colesanti, l’allora Gonfaloniere della città che ne aveva fatto approvare il progetto, il viale trasformò il viottolo campestre che collegava il borgo al lago in un luogo di grande maestosità, orgoglio di tutti i bolsenesi.

9) La festa delle ortensie e l’infiorata del Corpus Domini: Bolsena è la città dei fiori, a partire dalle ortensie, celebrate con una bella festa nel periodo della fioritura che cade la terza settimana di giugno. Grazie al terreno ricco di minerali e all’abbondanza di acqua, l’ortensia trova in questo angolo di Tuscia le condizioni ideali per esplodere in tutta la sua bellezza variopinta. La prima ortensia arrivata a Bolsena dal Giappone è stata la Otaksa, la classica ortensia a infiorescenze globose.

A Bolsena è presente anche una specie ibrida, la Otaksa monstruosa, ibridata nel 1894 da un francese, che ha delle infiorescenze dalle incredibili dimensioni (oltre 40 cm di diametro). I fiori sono protagonisti anche della tradizionale infiorata che ogni anno si ripete a Bolsena in occasione della Festa del Corpus Domini, legata al miracolo eucaristico avvenuto nel 1263 nella Basilica di Santa Cristina.

10) Le catacombe paleocristiane: il sottosuolo di Bolsena custodisce la più antica testimonianza di presenza di una comunità cristiana intorno al lago, con circa mille sepolture scavate nella roccia vulcanica in loculi, arcosoli o cubicoli. Visitabili al costo di 5 euro a persona, le catacombe si sviluppano lungo una galleria principale con sette diramazioni trasversali, svelando antiche iscrizioni funerarie graffite o dipinte.

Eccovi sviscerati i dieci punti di forza che fanno di Bolsena una delle 10 piccole città più belle d’Europa secondo Forbes. E a pensarci bene, possiamo aggiungere anche un undicesimo punto di forza, le vacanze sostenibili: Bolsena offre la possibilità di vacanze in armonia con la natura, adagiata com’è sul lago più grande d’Europa tra i laghi di origine vulcanica, con un litorale costellato di campeggi dove la dimensione umana e quella della natura si armonizzano perfettamente.

E per chi vuole scegliere una vacanza meno spartana e più comoda, ci sono raffinati alberghi capaci di offrire lusso e modernità senza stravolgere l’habitat del luogo, come il Ludwig Boutique Hotel di recente costruzione, caratterizzato da arredi di ispirazione musicale.

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