Ad 83 anni Fabio Sargentini ha ancora voglia di fare arte nella sua personalissima e indiscussamente riconosciuta maniera.
Lui, gallerista italiano tra i più influenti della seconda metà del novecento, non si arresta davanti all’età, allo sfarinamento del tempo, né si demoralizza davanti ai nuovi scenari mondiali.
Ecco perchè mi piace: è l’esempio vivente di quanto l’ageismo sia una forma di discriminazione da combattere, tanto stupida quanto chi la mette in campo.

Sargentini, oltre ad essere gallerista è attore, registra e scrittore, ha attraversato lo scorso secolo, affluendo nell’odierno, con una vis artistica innovativa e raffinata. É sua, ed è ancora in piena attività, la Galleria l’Attico, aperta insieme al padre Bruno nel’57, cuore pulsante dell’Avangiardia, trampolino di lancio per artisti come Pino Pascali, Luigi Ontani, Jannis Kounellis e tanti altri nomi di spicco.

Per questo finale d’estate Sargentini ci invita a fare una gita meditativa per le campagne perugine per vivere un’esperienza totale.
Dal 26 agosto a Vignale è fruibile la sua opera Casa Ulivo, ideata e realizzata con l’attrice e regista Elsa Agalbato con cui dal 2000 ha iniziato un nuovo percorso, una serie di eventi e spettacoli sperimentali firmati insieme. Nasce proprio così il teatro all’interno della galleria L’Attico.

Casa Ulivo: un idea strampalata? Una mossa astuta e studiata? No, affatto.

L’idea viene da lontano. Tutto è iniziato tempo fa con una passeggiata fra i campi, quando Fabio ed Elsa vedono stagliarsi, tra tutti gli altri ulivi, uno imprigionato da lamiere e amianto. Purtuttavia vivo, sebbene soffocato: l’arbusto riusciva con la parte superiore a respirare. A testimonianza le foglie ancora verdi. Da qui l’intuizione.

“Il primo moto è stato di liberarlo da quelle costrizioni ma c’era qualcosa, un valore annidato in questo terribile agglomerato, che volevamo conservare. Era il fatto che l’ulivo avesse una collocazione interna ed esterna allo stesso tempo. E così abbiamo coltivato a lungo il progetto di una capanna con l’ulivo al centro e la chioma al vento. Come ad unire terra e cielo.”

Poi, per anni, tutto si è sopito fino a quando è venuto il momento di realizzare Casa Ulivo. Ora l’opera é finita. Certo, la concomitanza con i tempi di guerra che viviamo li ha spinti a procedere: l’ulivo è per tutti il simbolo della pace e cosa c’è di più attuale oggi della tanta agognata e invocata pace tra gli umani?

“Ce li vedete voi coloro che decidono sulle sorti del pianeta sedersi in una capanna attorno a un ulivo come il nostro? Un’utopia che ha una sua suggestione”.

L’ulivo secolare troneggia all’interno della casa, che é in verita una capanna, simbolo della vita semplice ed alternativa, un mito che ha affascinato tanti intellettuali, da Thoreau a Wittgenstein, passando per Le Corbusier che in Francia ha adagiato Le Cabanon su Roquebrune-Cap-Martin.

Quanto sia potente ed attuale il topos della capanna lo evidenziano i 633mila follower della pagina Istagram Cabinporn che che raccoglie immagini e storie di capanne di tutto il mondo, da quelle inserite sui vicini alpeggi italiani a quelle invece sui monti nel lontano Montana.

L’ulivo con le sue nodosità é scultura naturale la cui verticalità richiama i San Sebastiano di Leoncillo Leonardi, dove il corpo si trasfigura in una sorta di tronco pietrificato.

“Ci sediamo sulle panche a tu per tu con l’ulivo. Siamo dominati dalla sua presenza. Guardiamo in alto il cielo tra le sue fronde. Si sta in pace qui”.

Una sorta di hortus conclusus la Casa Ulivo che Fabio Sargentini ed Elsa Agalbato invitano a visitare dal 26 agosto previo appuntamento, in località Vignaie (Piegaro) in provincia di Perugia.

Per prenotazioni inviare email a info@fabiosargentini.it

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