Salute Mentale. Cecilia Cantarano presenta il suo “Ansia, Panico e altri amici”
Un quaderno da colorare per preservare la nostra salute mentale. Il nuovo libro di Cantarano youtuber, comedian, presentatrice e intrattenitrice.
Un quaderno da colorare per preservare la nostra salute mentale. Il nuovo libro di Cantarano youtuber, comedian, presentatrice e intrattenitrice.
Abbiamo già detto su questo blog di quanto il tema della salute mentale stia diventando argomento sempre più dibattuto sui social, soprattutto da giovanissimi, ma abbiamo detto anche come spesso non si faccia la giusta divulgazione o peggio si discuta di patologie o strumenti diagnostici con la stessa modalità con cui si discute di prodotti dimagranti e codici sconto.
Abbiamo già detto che esistono anche influencer della salute mentale che svolgono bene il proprio compito e professionisti che sanno stare sui social e ne conoscono la giusta applicazione in relazione alla professione che svolgono. Non ci stancheremo mai di dire, su questo blog e non solo, che per abbattere lo stigma è necessario parlare del problema ma per non creare confusione e dare false informazioni è determinante farlo bene, soprattutto se si decide di intraprendere questa via da paziente, in cura o guarito, e non da professionista.
Questo è quello che ha scelto di fare Cecilia Cantarano, nata youtuber e evoluta in comedian, presentatrice e intrattenitrice a più livelli e su più piattaforme, con il suo Ansia, panico e altri amici (ed. SEM) uscito nelle librerie il 18 giugno.
So che il primo pensiero di chi frequenta questo spazio potrà essere, con una punta di acidità da millennial o di biasimo da boomer,
“eccone un’altra che ha scritto un libro sulla sua vita da influencer ventenne”
ma non è questo il caso. Cecilia non ci consegna un testo didascalico sulla sua esperienza di giovane donna affetta da ADHD, ansiosa, che ha scelto di andare in terapia fin da giovanissima ma che ancora adesso spesso si sente inadeguata alla vita che ha deciso di vivere (testo che eventualmente avrebbe meritato comunque rispetto per il coraggio di esporsi). No, lei ci regala la sua arte e la rende uno strumento terapeutico per tutti.
Lo scorso 17 giugno sono stata alla presentazione di quello che lei stessa, e il sottotitolo, definisce un quaderno da colorare e ci sono andata con l’obiettivo di scrivere questo articolo, perché già solo l’idea che qualcuno con così tanto seguito avesse deciso di esporsi, raccontarsi e soprattutto, di concentrarsi sugli altri prima che su se stesso, meritava comunque di comparire su questo magazine.
Merito conquistato ampiamente sul campo da una Cecilia nervosa ma sempre sorridente, spontanea come chi la segue ha imparato a conoscerla ma molto focalizzata sul tema, divertente ma anche molto profonda. Con l’aiuto della dott.ssa Chiara Maiuri, psicoterapeutica, Cecilia Cantarano ha raccontato come è nata l’idea di questo libro, che effetto le ha fatto realizzarlo, il potere catartico che ha avuto su di lei e quello che spera possa avere su chi lo userà.
In realtà quella che poteva essere una presentazione o addirittura, nella mente di me millennial, un banale firmacopie, si è rivelato un vero e proprio laboratorio di salute mentale. Alcune tavole del libro sono state stampate separatamente e messe a disposizione di chiunque volesse colorarle, ci sono state domande non dal pubblico all’autrice ma dall’autrice al pubblico, ci sono stati sondaggi per alzata di mano su chi vive più o meno questo o quel disagio. È stato un dialogo, reciproco e stimolante, che ha rappresentato in pieno lo spirito di questo quaderno.
Con quest’opera Cecilia sembra aver detto vi racconto di me ma vi ascolto, vi dico come si sento ma i dettagli aggiungeteli voi, vi disegno un perimetro entro cui anche io mi trovo ma vi lascio scegliere i vostri colori. Questo quaderno, unito alla serenità e alla semplicità con cui Cecilia racconta la esperienza, alla sua giovane età e alla consapevolezza e alla lucidità di riconoscere alcune situazioni di disagio, è un dono soprattutto per i suoi coetanei che troppo spesso non trovano gli strumenti adatti alla loro età e al loro stile di vita.
Ci sono tre elementi su tutti che, a mio avviso, rendono quest’opera particolarmente degna di nota: il primo è costituito dalle didascalie, parti di testo brevi e precise ma che al contempo, sempre con quello spirito di condivisione di cui parlavo prima, ognuno può interpretare a suo modo, può aggiungerci dettagli e sfumature per renderle ancora più aderenti alla propria vita.
Il secondo elemento è l’interattività non solo rappresentata dai disegni da colorare ma anche dalle due pagine in cui Cecilia si rivolge proprio ai lettori chiedendo di disegnare la propria ansia e di uscire dal proprio labirinto.
Il terzo elemento è costituito dalle due pagine finali in cui sono inseriti i numeri utili a cui rivolgersi se si soffre di disturbi mentali o se ci si trova in situazioni di disagio o di violenza. Un modo questo per dire: provate a farcela da soli trasformando il dolore in qualcosa di colorato, se però vi accorgete di non ci riuscite chiedete aiuto.
C’è un quarto elemento bonus per cui scelgo di consigliare a tutti di acquistare e regalare questo libro ed è il suo prezzo. Lo so che starete pensando che sono veniale o peggio che non voglio spendere soldi per fare i regali ma non è per questo che lo segnalo. In realtà ero convinta costasse di più: so per esperienza che il fatto che siano poche pagine non implica che un costo di realizzazione e quindi un prezzo finale basso, se ci si aggiunge il nome dell’autrice e l’hype (come direbbero i suoi coetanei) che si porta dietro era facile immaginare un prezzo persino sproporzionato.
Invece i 9,90 euro impressi sulla quarta di copertina rendono questo quaderno accessibile a tutti, anche ai giovanissimi che magari non hanno mai affrontato il tema in famiglia, a chi non vuole dirlo ai genitori o banalmente a chi preferisce comprare altro ma che magari meno di 10 euro li spende. E sono abbastanza sicura che questa non sia una trovata di marketing per vendere di più ma sia piuttosto un ulteriore esempio dell’altruismo di quest’opera che rappresenta, come dice la stessa autrice,
“la trasposizione delle mie angosce giornaliere, ma soprattutto, di come, anche se con difficoltà, cerco di farci amicizia”.