La siccità potrà presto essere sconfitta? Pare di sì a giudicare dalla risposta che arriva dai ricercatori dell’Università dell’Illinois che sembra abbiano trovato il modo per trasformare il vapore acqueo che si alza dagli oceani in nuova acqua.

A dirla tutta l’invenzione è soprattutto frutto dell’ingegno di due donne, la idroclimatologa Francina Dominguez e l’ingegnera ambientale Afeefa Rahman che, insieme all’ingegnere ambientale Praveen Kumar, hanno appena pubblicato uno studio che potrebbe salvare il pianeta dal cronico problema della mancanza di acqua.

Lo studio, Intitolato “Aumentare l’approvvigionamento di acqua dolce per affrontare in modo sostenibile la sicurezza idrica globale su larga scala”, è stato pubblicato il 6 dicembre scorso e dimostra che la cattura dell’umidità sulle superfici oceaniche è una soluzione fattibile per molte regioni del mondo soggette a stress idrico.

Se infatti esistono da sempre nel mondo ampie aree desertiche, altre se ne vanno ad aggiungere a causa degli ultimi cambiamenti climatici, come l’Arizona che a causa della forte mancanza di acqua sta vivendo una siccità storica mentre la California viene contemporaneamente colpita da violente alluvioni. Il Colorado, da sempre fiume simbolo dell’Arizona, continua irrimediabilmente a calare il suo livello, con gravi ripercussioni sulle coltivazioni, che non possono più fare affidamento sulle acque del fiume per le irrigazioni.

La mancanza di acqua dolce sarà sempre più pressante sempre di più con il passare degli anni, e gli esperti prevedono che la necessità di acqua dolce aumenterà per sostenere l’aumento della popolazione globale e la crescita economica e adattarsi a questi stravolgenti cambiamenti climatici.

Gli approcci scientifici fin qui adottati per affrontare la sfida della siccità, che potenzialmente potrebbe portare ad esiti catastrofici, si sono sempre basati sull’aumento dell’uso efficiente delle risorse esistenti. Tuttavia, la disponibilità di risorse di acqua dolce sta rapidamente diminuendo a causa dell’eccessivo sfruttamento e dei cambiamenti climatici e, pertanto, è improbabile che possa soddisfare in modo sostenibile le esigenze future.

Questo ha spinto le ricercatrici verso un ripensamento delle soluzioni e dei relativi investimenti. E’ quello che si chiama pensiero laterale, ovvero guardare il problema da un altro punto di vista.

Se non possiamo aumentare le risorse esistenti, dobbiamo trovarne di nuove: ed ecco che le studiose si allontanano dai vecchi approcci con un’idea semplice e geniale, catturare l’aria umida che sale dagli oceani.

Lo studio dimostra che l’atmosfera al di sopra degli oceani prossimali alla terraferma può produrre acqua dolce sostanziale, sufficiente a sostenere grandi centri abitati in tutto il mondo, utilizzando strutture opportunamente progettate.

Grazie ad una fornitura praticamente illimitata di vapore acqueo dagli oceani, questo approccio è sostenibile in caso di cambiamento climatico e può trasformare la nostra capacità di affrontare i problemi di sicurezza idrica presenti e futuri.

Immaginate una struttura delle dimensioni di una nave da crociera posizionata al largo della costa. Questo sistema catturerà il vapore sulla superficie del mare, lo raffredderà per renderlo nuovamente liquido e infine, attraverso tubazioni, trasporterà quest’acqua dolce verso la terraferma. Il raffreddamento avverrà mediante un ciclo di refrigerazione e compressione.

Illustrazione schematica dell’approccio proposto per catturare l’umidità sopra la superficie dell’oceano e trasportarla verso terra.

La struttura, dalla dimensione di 300 metri di ampiezza per un’altezza di cento metri, potrebbe fornire acqua a sufficienza per mezzo milione di persone al giorno. Un sistema che potrebbe essere installato ovunque, ad esempio ad Abu Dhabi, a Dubai o a Phoenix e in tutte quelle città con molti abitanti che già soffrono di scarsità d’acqua e ne soffriranno ancora di più in futuro.

Lo studio dimostra quanto questo approccio sia trasformativo nello stabilire un meccanismo per garantire, in modo economicamente sostenibile, la sicurezza dell’acqua dolce alle generazioni presenti e future, alleviando il fabbisogno di acqua dolce soprattutto nei grandi centri abitati delle regioni subtropicali ed affrontando in modo radicale il problema della siccità.

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