Un’insolita cena con Virginia Woolf e i suoi affetti tra Torino e dintorni.

Da un’idea della regista e autrice Betty Chiapatti, dalla sua compagnia Capovolti Teatro e da un gruppo di ragazze coraggiose, nasce un’iniziativa che riscrive trasversalmente l’idea di teatro in casa, innestandolo con lo storytelling, come con la letteratura più alta e nobile.

A Cena con Virginia Woolf viene rappresentato in case private al momento solo su Torino e zone limitrofe, fino all’11 Giugno.

Viene servita una cena, dall’antipasto al dolce e, proprio durante la cena le attrici, che cenano insieme agli ospiti/pubblico, raccontano la vita di Virginia Woolf, nei momenti più salienti.

Il dolce viene servito a fine spettacolo, momento in cui si può interagire col pubblico che spesso fa domande creando un momento interattivo molto stimolante per tutti.

Virginia Woolf (Maria Stella Sturiale), racconta della sua vita, partendo dagli affetti familiari: il marito Leonard, la sorella Vanessa, i fratelli naturali e acquisiti, la cugina Madge (Danila Mercurio), le grandi amiche Violet (Marina Perolini) e Katherine (Giovanna Bressan). Ne parliamo con Betty Chiapatti.

Avete scelto una Virginia Woolf solare… scelta coraggiosa e insolita, su cosa l’avete basata?
Può sorprendere è vero. Siamo soliti pensare una Virginia Woolf critica, severa, introspettiva. Ma Virginia Woolf non era solo questo. Era anche questo. Donna ironica, brillante, amava ridere. Il suo modo di scrivere e di leggere il mondo raccontano un universo più articolato, sensibile, sottile. Tra le righe dei suoi scritti emerge una solarità, e tra le sue parole una spontanea allegria, quasi infantile. Abbiamo posato lo sguardo su questo ritmo di gioco che aveva dentro, senza sottovalutare le sue analisi del mondo. Pensiamo infatti che grazie a questi intrecci di forme e colori, offra la possibilità di osservare, di raccontare e di sostenere il nero e le angosce della vita. 

In che modo avete innestato il tema culinario?
Siamo partite da questa sua frase, “una buona cena è molto importante per una buona conversazione”, frase che ci ha suggerito il suo senso dello stare insieme, la voglia di condividere i sapori di una vita libera e anticonformista. La sua maniera di assaporare la sua contemporaneità passava anzitutto nel suo stare e vivere al Bloomsbury House con gli amici intellettuali del momento. Ci ha entusiasmato l’idea di tessere questo legame tra gusto e dialogo, tra riflessioni e brindisi, ricostruendo un suo ritratto dentro i contorni dello storico Bloomsbury Group. Abbiamo quindi scelto di proporre una serata di sano nutrimento: di parole, pensieri e cibo!’.

Evidente anche la citazione del meraviglioso “tra un atto e l’altro”, in che senso lo avete considerato?
Tra un atto e l’altro”, ultimo suo romanzo, racconta la vita dei suoi personaggi tra un atto e l’altro di una rappresentazione teatrale che ripercorre la storia dell’Inghilterra. Il nostro sguardo si è soffermato su ciò che sta in mezzo, ciò che attraversa un atto e l’altro: lei, la nostra autrice. La rappresentazione teatrale che presentiamo non solo ricostruisce lo stesso quadro storico del suo romanzo, ma vuole raccontare un atto e l’altro della sua vita, la vita di Virginia Woolf.

Cosa resta oggi di Bloomsbury?
Beh… a Londra restano sicuramente il quartiere e la sua casa. Ma per chi ha voglia di cercare… Bloomsbury lascia molto di più. Chi legge i romanzi di Virginia Woolf trova la spinta ad andare oltre qualsiasi apparenza. La sua capacità di raccontare la vita dei suoi personaggi con tutte le sfumature, senza paura, senza giudizio, permette di raccontare sé stessi con verità. Questo è quello che resta del Bloomsbury scritto. Inoltre, quello che ci regala al di là delle righe, é la figura del vero intellettuale. Colui e colei che oltre al gusto del bello non scorda lo spirito del suo tempo. Si nutre di una sana ribellione e osa andare contro la stupidità delle frontiere sociali e sessuali.

Raccontatemi su cosa fondate la vostra collaborazione artistica e a che ambiente (geografico e umano) rivolgete la proposta.
La nostra storia è molto semplice. Il destino ha voluto che anni fa una giovane del mestiere del teatro e mamma, incontrasse giovani mamme, in quella precisa scuola, in quel preciso momento. Ci siamo viste e riconosciute. Giovani donne con la stessa curiosità, stessa voglia di percorrere sentieri inesplorati, stessa voglia di giocare, stessa grande capacità di immaginare e di volare. Cresciute insieme, come mamme, come donne, ora anche come artiste, cerchiamo di mantenere vivo lo sguardo oltre l’orizzonte. E ancora una volta il teatro ha risposto e risponde alle nostre spinte. E sempre il teatro ci permette di superare i confini spaziali e di immaginare nuove maniere di creare la scena, il palcoscenico e modi sempre diversi di interagire con il pubblico. Non ci sono confini. E cosi, per quanto riguarda questo spettacolo la proposta è rivolta a chi è curioso di trovarsi una sera al tavolo con Virginia Woolf.  L’ambiente proposto è quindi una casa che possa ospitare le attrici e i commensali, una casa in cui ricreare il Bloomsbury House.

E per tornare alla grande Woolf. “… il pennello scese. Guizzò marrone sulla tela bianca; lasciò un lungo segno”. Ecco, con questa rappresentazione ci piace l’idea di poter lasciare un segno. E’ bello lasciare un segno, no?

Info e prenotazioni: bettychio@alice.it

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