Uno dei privilegi di chi sa sentire la musica, e non solo ascoltarla, è di poter viaggiare. 
La musica fa parte della nostra cultura come il cibo, come il fatto stesso di respirare che dà il ritmo al nostro cuore e alla nostra vita.

La musica come ogni forma d’arte, parte da un gesto d’amore che viene regalato a tutti, è un gesto d’amore universale.

Quante volte ascoltando un brano l’abbiamo associato a un Paese? Brasile, Argentina, Spagna e la lista come sapete è infinita. 

Se chiudiamo gli occhi per un istante possiamo ritrovarci con la mente a migliaia di chilometri di distanza, per esempio in una spiaggia con un cocktail in mano, guardando il mare, vi piace? 

Oggi vi faccio conoscere un compositore venezuelano che si chiama Vicente Sojo. 

É riconosciuto come il padre della musica del Venezuela. É senza dubbio una delle figure più importanti della storia culturale del paese sudamericano. Si è dedicato alla composizione e alla ricerca armonizzando un vasto repertorio tradizionale, che sarebbe andato perduto.

Vicente Sojo ha scritto per chitarra i Cinque pezzi Venezuelani tratti da canzoni popolari, delle perle rare, non molto eseguite nel mondo della chitarra.

Quando è stata posticipata l’uscita del mio nuovo album Quantum One a giugno, ho deciso di pubblicare i Cinque pezzi brevi di Vicente Sojo.

I cinque brani sono Cantico, Aguinaldo, Cancion, Aire Venezolano, Galeron. Si tratta di una musica rilassante, profonda e, allo stesso tempo, piena di colori; amavo suonarla durante il periodo trascorso a Parigi, quando studiavo alla Scuola Normale

Quest’anno si celebra il 135° anniversario della nascita del compositore venezuelano e l’esecuzione dei brani vuole inoltre essere un mio omaggio al Maestro Alberto Ponce, che mi ha fatto amare questa musica.

Il privilegio di un musicista è di poter far propria la musica di un altro compositore e poterla regalare a qualcun altro. E non è poco.  

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