Jimmy Page è, tra i Led Zeppelin, quello che più somiglia ai fan della band inglese. Amante viscerale del rock e del loro quarto album su tutti, proviene dal blues (e infatti quello che fanno i Led Zeppelin è, semplificando, un hard-blues), ma ha perfezionato e ampliato la sua tecnica arrivando a sondare territori esplorati da pochi nella storia del rock.

In possesso di quasi tutte le tecniche possibili (ne diffuse di poco conosciute, come l’uso dell’archetto di violino sull’elettrica), fa uso del tapping e delle accordature aperte piuttosto spesso, contribuendo a rafforzare il ruolo esclusivo della chitarra nel rock, soprattutto in un periodo in cui esso veniva messo in discussione dalle tastiere, protagoniste di un nuovo genere che si stava sviluppando proprio in Inghilterra.

Anzi, la sua Gibson Double Neck era proprio il simbolo della centralità della chitarra per lui e per la band. Jimmy Page ha iniziato la carriera nel segno del blues, come chitarrista degli Yardbirds (la Casa reale dei chitarristi rock inglesi, nella quale hanno suonato oltre a Jimmy Page, anche Eric Clapton e Jeff Beck), con i quali ha militato dal 1966 al 1968.

Non va però dimenticato che negli anni della sua formazione, oltre ad ascoltare molta musica afroamericana, Jimmy Page non ha dimenticato il folk britannico e si è reso protagonista, come molti altri della sua generazione, dell’ondata skiffle. La straordinaria versatilità gli ha permesso, sia prima della nascita degli Zeppelin sia durante la loro carriera, di suonare in moltissimi singoli e album di altri artisti, da As Tears Go By di Marianne Faithfull a Heart Of Stone dei Rolling Stones (seppure in una alternate track rispetto a quella originale), da Baby Please Don’t Go dei Them all’album d’esordio dei Kinks, passando per John Mayall, Nico, Chris Farlowe, Eric Clapton, Joe Cocker, Al Stewart e persino gli Who del loro primo singolo I Can’t Explain, e di Bald Headed Woman, il lato B dello stesso disco.

Ma il proprio posto nella storia lo ha trovato al fianco di Robert Plant, John Paul Jones e John Bonham nei Led Zeppelin, nati dalle ceneri degli Yardbirds, ma destinati a superare il blues dando vita all’hard rock. Jimmy Page è, assieme a Clapton e Hendrix, il principale innovatore della chitarra rock nel periodo di passaggio tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo.

Dotato di una tecnica notevole, ma soprattutto della capacità di dar corpo con la sua chitarra a scenari diversi, da quelli più sognanti e melodici a quelli più duri e metallici, la forza di Jimmy Page si concretizza nell’essere in grado di dar vita ad assolo indimenticabili (quello di Stairway to Heaven è al primo posto nella classifica di Guitar World) e riff altrettanto incisivi (si pensi a Whole Lotta Love o Black Dog), oltre che di firmare ballate come Going To California e pezzi dai richiami orientali come Kashmir.

Assurto quasi a musicista divino, anche in seguito alla scoperta dei suoi legami con la magia nera e a certe pratiche occultiste, Jimmy Page è amatissimo e imitatissimo per la sua capacità di abbinare momenti di dolcezza a episodi aggressivi che fanno di lui e più in generale dei Led Zeppelin l’unico tangibile segno di rock ancora vivido e attuale. Anche oltre i Rolling Stones.

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