Tutto scorre tranquillamente nel paesino di Scauri affacciato sul litorale meridionale della provincia di Latina. Tutto scorre, felicemente, in una famiglia normale composta da padre, madre e due bambini. Una dimensione borghese che sembra non debba mai essere turbata né da elementi esterni né, tantomeno, da elementi interni. Finché la notizia della morte per suicidio di Vittoria, una cittadina acquisita nel paese di Scauri, non attiva una serie di sentimenti, di interrogativi, di congetture che portano il paese a ribollire.

Scauri e le reazioni alla morte di Vittoria

All’interno di questo fermento c’è anche Lea, la madre in quella famiglia di cui abbiamo appena parlato. Lea, avvocato, è sposata, madre di due figli e fortemente attratta da Vittoria.
La donna trovata esanime nella vasca da bagno di casa sua era una figura attiva, fertile e gioviale. Da quando aveva acquistato casa a Scauri si era fatta subito notare per la sua freschezza e la sua intelligenza. Ma aveva suscitato anche parecchie diffidenze. Era arrivata a Scauri con la sua amica Mara con la quale conviveva. La sua vita sembrava non avere segreti. La casa era sempre aperta a tutti. Vittoria non aveva nemici. Si occupava anche degli animali domestici delle famiglie del paese.

La morte di Vittoria, in definitiva, sembra poter essere facilmente digerita in un paese abituato a nascondere dentro di sé gli incidenti di percorso che sono capitati nel passato. Vedere, compiangere, sotterrare, anche metaforicamente, e andare avanti. Ma Vittoria non è una donna qualsiasi, se non altro perché, nel paese, ha attirato su di sé l’interesse di diverse persone, uomini e donne. Tra queste c’è Lea Russo valente e curioso avvocato che decide di andare in fondo alla vicenda.

Il percorso di Lea e quello del lettore

Allora Lea diventa la guida del lettore nelle dinamiche relazionali tra gli abitanti di Scauri e nei sentimenti profondi e molto umani di se stessa e non solo. Il percorso è arduo e terribile. Si incontrano identità fittizie e episodi di violenza. A governare il cammino è il cambiamento, la continua mutabilità delle persone, ma anche la mutabilità del paese in cui vivono. Un cambiamento continuo, doloroso e radicale, che coinvolge l’avvocato Lea Russo che sta indagando sulle persone, sul loro passato e sul tipo di vita che hanno condotto. Nonostante, come sappiamo, anche Lea si trovi fortemente coinvolta nelle emozioni che emergono dalla
sua indagine su Vittoria, lei resta sempre un riferimento affidabile per il lettore.

Merito di Chiara Valerio, l’autrice di Chi dice e chi tace (Sellerio, pp 288, euro
15,00) che mette al servizio della storia una scrittura asciutta, governata da un ritmo incalzante che ci impone di non perdere il filo del racconto. Tutta la seconda parte del libro, fino al finale, è una sarabanda di personaggi che attraverso interrogativi e domande ad altri due avvocati, si prendono momentaneamente la scena e ci consegnano la tessera di un mosaico in cui l’umanità, anche dolente e meschina, festeggia la sua epifania.

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