A Milano ci sarà un monumento dedicato a Margherita Hack. Otto progetti, tutti di donne, sono stati presentati di recente grazie ad un’iniziativa ideata e promossa da Fondazione Deloitte in collaborazione con Casa degli Artisti e sostenuta dal Comune di Milano – Ufficio Arte negli Spazi Pubblici.

Fra i tanti aspetti positivi della vita dell’astrofisica, è nota a tutti la grande passione di Margherita Hack per gli animali. Ed è probabile che nel monumento venga ricordato anche il suo essere animalista e l’essere stata una delle prime donne del ‘900 a scegliere di essere, fra l’altro, vegetariana scrivendone anche un libro sulle sue motivazioni. Infatti tra gli otto progetti presentati c’è quello di Liliana Moro che raffigura l’astrofisica con un cane e un gatto mentre osserva il cielo.

I monumenti sono simboli, nel bene e nel male: celebrazioni di potenti o ex tali, in genere, che hanno visto non tanto tempo fa, sulla scia del Black Lives Matter, manifestazioni e abbattimenti, per andare indietro con il tempo e ricordare il picconamento di statue di dittatori defenestrati in Europa o miti che si volevano cancellare.

Certo è che un monumento è, in tutti i sensi, un simbolo. Fra sostenitori e detrattori. Ed è successo anche a un cane essere la centro di una disputa durata ben cinque anni. Dalla costruzione all’abbattimento. Ma è andata oltre, fra il 1906 e il 1911 a Battersea, allora sobborgo di Londra, tanto da continuare a più di un secolo di distanza, grazie a un libro di un giornalista freelance inglese, Peter Mason, a parlarne.

E’ uscita infatti l’edizione italiana de “Il caso del cane marrone. La storia di un monumento che ha diviso un Paese” per VandAedizioni. Lotte convergenti fra femministe, classe operaia e antivivisezionisti, portarono il Consiglio distrettuale, a stragrande maggioranza progressista, a far erigere un monumento a un cane usato qualche anno prima per efferati esperimenti nell’Università, contestati da due studentesse femministe svedesi e dibattuti in un causa legale per diffamazione con relativo processo. Si susseguirono manifestazioni con migliaia di persone a Trafalgar Square, tentativi di sabotaggio, riunioni pubbliche sciolte per intemperanze, giornali dell’era edoardiana schierati da una parte e dall’altra e piantonamenti della polizia a difesa della contestata opera.

Il cambio di maggioranza comunale verso i moderati decretò la fine del monumento al cane marrone con i relativi abbeveratoi per i quattrozampe alla sua base. Ma nel 1985, poco più in là nel parco cittadino, è stato nuovamente eretto. E la storia continua…

Ah, a proposito, Margherita Hack sicuramente avrebbe partecipato alla difesa del monumento al cane marrone.