Che cos’è la lettura, e perché è così difficile radicarla come pratica quotidiana, e soprattutto perché è così importante che entri nella nostra vita sin da piccolissimi?

La lettura è un imprinting che si basa sul principio di piacere. La lettura, e il piacere che ne deriva, è un bisogno secondario dell’animo umano, insieme all’affetto, al bisogno di essere amati/e e di amare, al bisogno di cultura ecc. I bisogni secondari sono quei bisogno tali per cui non ne sentiamo l’assenza se non li conosciamo, non piangiamo se ci mancano prima di averli incontrati. Sembra che la vita possa proseguire in maniera degna ugualmente, anche senza di loro, ma solo perché l’anima non sa cosa si sta perdendo.

La lettura è il processo più complesso che il nostro cervello sappia fare e l’unico che caratterizzi il solo cervello umano rispetto a quello degli altri animali. Quando bambini e bambine, addirittura ragazze e ragazzi, dicono di non leggere perché è faticoso dicono la pura verità: il processo della lettura è faticosissimo per il nostro cervello fino a quando non diventa in qualche modo automatico, fino a che non diventa talmente quotidiano, come processo, da non provocare più uno sforzo di adattamento al cervello.

Sebbene uno dei più famosi ed istituzionalizzati progetti legati alla lettura sin da piccoli nel nostro Paese si chiami, assai suggestivamente, Nati per leggere, non abbiamo un cervello fatto per la lettura: il cervello si adatta con il tempo e l’esercizio alla lettura diventando più elastico, più ampio e strutturando le basi per il pensiero complesso. Prima avviene questo processo più facilmente attecchisce e permette al cervello, e all’anima, di svilupparsi.

Che meraviglia un cervello ampliato!

Non è bellissimo che il nostro cervello si ampli e cresca grazie ad una attività di piacere?Io l’ho sempre trovata una cosa magnifica. Perché tutto funzioni, dunque, non serve fare altro che leggere? Più o meno. Ma in che senso?

Nel senso che la lettura che può sollecitare il piacere di ognuno, è la lettura di letteratura, non la lettura di (scusate ma prendo drasticamente posizione in maniera decisamente politicamente scorretta) schifezze.

Cosa è la letteratura è cosa complessa da spiegare in poche righe e mi limiterò a sintetizzare che è letteratura quell’opera che per qualità estetico-narrativa ci permette di sospendere l’incredulità e entrare in connessione con il testo, sia esso anche solo figurativo, come nel caso dei silent books, ovvero libri senza parole. C’è un bellissimo progetto della organizzazione no profit Ibby Italia per portare i silent books a Lampedusa e superare così ogni barriera linguistica. E sì, se ve lo state domandando, questo è vero anche nel caso di libri che si rivolgono a bambini piccolissimi perché non è certo l’età del lettore e della lettrice a definire la qualità del libro!

Cosa invece siano le schifezze offerte a livello commerciale è piuttosto semplice dirlo: sono quei prodotti che del libro magari hanno anche la forma ma che per contenuto e struttura sono balzanti, stereotipati, semplicistici, in alcuni casi addirittura pensati come elementi di merchandising.

Sarebbe da porsi una seria domanda sul perché i libri di questa seconda categoria, ovvero le schifezze, siano quelli che ci troviamo davanti ogni piè sospinto invece che i libri di letteratura, ma questo implicherebbe un ragionamento ampio sulla presenza, non la promozione, ma la presenza, l’esistenza, di cultura nel nostro Paese che non faremo in questo momento.

Come trovare una lettura di qualità

Quello che invece possiamo e credo dobbiamo fare, proprio nel senso di dovere morale, è esporre i bambini e le bambine alla lettura di qualità, alla lettura di letteratura, sin da piccolissimi, e non lasciarli mai fino a quando non saranno loro, ormai ragazzi e ragazze, a chiederci di farlo. Offrire libri adatti per gusto personale ed età ed elevanti di qualità, in ogni situazione, lasciarli in casa dappertutto, averli in classe in qualsiasi grado scolastico, sempre a disposizione per essere letti e maneggiati come compagni di vita mai scontati ma sempre presenti.

In molti replicano spesso a questo ragionamento che i libri costano e non è così facile averne tanti. Ribatto sempre che mi pare un falso problema, un aggiramento che molto assomiglia ad un processo di innocentizzazione del nostro modo di fare: ci sono le biblioteche. Le biblioteche civiche, quelle specializzate, quelle di scuola, quelle di classe. Certo sono sempre meno del numero necessario, ma iniziamo a sfruttare quelle che abbiamo (esiste in rete un’anagrafe delle biblioteche d’Italia dove potete trovare quella più vicina a voi) e iniziamo a dar vita ai loro patrimoni di lettura e la spinta civile a battersi perché ve ne siano di più e di migliori arriverà di conseguenza.

Non è mai troppo presto per leggere (e ricordiamoci che un lettore piccolo che ascolta è un lettore a tutti gli effetti) e non è mai troppo poco l’esempio che come lettori diamo.

Proprio come le paperelle di Lorenz, cresceremo dei lettori se siamo lettori; cresceremo lettori se leggeremo ciò che sa solleticare il principio di piacere e appagare il nostro cervello e la nostra anima!

Condividi: