Nella splendida sede della Keats – Shelley House è possibile visitare, fino al 1 novembre 2025, la mostra “The Spanish Steps, Revisited”, un’esposizione suggestiva che re-interpreta e arricchisce, se mai fosse possibile, la Scalinata di Trinità dei Monti. La mostra è curata da Luca Caddia e Fulvio Chimento, in collaborazione con Ella Francesca Kilgallon e Carlotta Minarelli; l’evento si avvale inoltre della collaborazione della American Academy in Rome e della British School at Rome e il sostegno di Associazione Controcorrente.

La scalinata di Trinità dei Monti è tra i monumenti più belli di Roma e occupa il declivio di collegamento tra il centro dell’Urbe e il Pincio, interessando anche l’area del convento della SS.ma Trinità dei Monti. Quest’area, tuttavia, non ha avuto sempre l’aspetto attuale, ma è stata al centro di aspre contese tra il papato e il regno di Francia.

The Spanish Steps Revisited, exhibition view. Ph Carlo Romano

Scalinata italiana o francese?

L’idea di un allestimento che celebri la Scalinata nasce nel 2024, quando la Corte dei conti francese solleva la questione relativa alla sua nazionalità. Il dibattito sorge in merito al fatto che i fondi utilizzati per l’acquisto dei terreni provenivano dalla Francia. La vicenda, risolta a favore dell’Italia, ha riportato l’attenzione sulle fasi costruttive del monumento e sulla sua possibile interpretazione al tempo presente.

La Scalinata fu inaugurata tra il 1725 e il 1726, in concomitanza con l’anno giubilare, e la sua realizzazione fu il risultato dei “concorsi clementini” banditi da Clemente XI. Tra le numerose proposte pervenute, la commissione preferì il progetto presentato dall’architetto Francesco De Sanctis. Questa mostra ne celebra il genio, a 300 anni di distanza, e si sofferma sulla storia di quest’opera architettonica che rappresenta l’immagine dell’Italia del mondo.

La mostra

La mostra è la prima kermesse a celebrare la bellezza del monumento e, contestualmente, è un’occasione per tornare a visitare la Keats – Shelley House. All’interno delle stanze, già suggestive, sono sistemate le opere articolate in due sezioni. La prima, più storica, ospita i progetti dei diversi architetti presentati alla commissione giudicatrice del concorso nel Settecento e ripercorre le tappe antiche che portarono alla realizzazione della Scalinata; la seconda, più contemporanea, consiste in una serie di opere di artisti che la interpretano alla luce della loro sensibilità poetica.

Luca Caddia è curatore della sezione storica in cui sono presentati molti disegni afferenti al concorso bandito nel 1721, unitamente ad un altro del 1568 di Giacomo della Porta, considerato il più antico progetto del complesso architettonico. A questi si aggiunge un disegno di re Luigi XIV a cavallo, attribuito a Gian Lorenzo Bernini.

La sezione contemporanea è curata da Fulvio Chimento e Luca Caddia e vede l’intervento di artisti e architetti a cui è stato chiesto di reinventare o ri-immaginare la Scalinata. Le opere prodotte, tutte di dimensioni 35×50 cm, sono il frutto di questa riflessione che restituisce nuove visioni e possibilità. I lavori si inseriscono perfettamente nel percorso della casa – museo e aprono a soluzioni suggestive, in parte mai avverate.

Gli artisti coinvolti nella sezione contemporanea sono: Elena Bellantoni, Jeffrey Dennis, Michele Di Stefano, Cesare Pietroiusti, Alfredo Pirri, Spazio in situ, Patrick Tuttofuoco, Italo Zuffi, oltre agli architetti Roberto Einaudi, Manuel Aires Mateus (Lisbona), Giorgio Pasqualini e Gaia Maria Lombardo (Open House Roma).

A questi si aggiungono Stefano Arienti, Elisabetta Benassi, T-yong Chung e Margherita Morgantin che hanno soggiornato all’interno della casa – museo nell’ambito di un progetto di residenza artistica.

La mostra si arricchisce della collaborazione con l’American Academy in Rome e con la British School at Rome, che ha portato al coinvolgimento di artisti e architetti in residenza presso le due accademie: Lex Brown, Giuseppe Grant, Can Gun, Mojan Kavosh, Michelle Chang, Thomas McLucas, Sheila Pepe, Dan Spiegel e Megumi Aihara.

La Keats – Shelley House è l’unica istituzione culturale che insiste nei luoghi di Piazza di Spagna, da cui è possibile ammirare la scalinata da scorci diversi, a seconda dell’esposizione. Come sappiamo, l’edificio fu residenza romana del poeta John Keats che qui si spense nel 1821. Il noto poeta romantico, infatti, trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma, costretto da una terribile malattia. La Keats – Shelley House celebra la memoria del grande scrittore e del suo amico Percy Bysshe Shelley. I due furono legati in vita, ma continuano ad esserlo anche adesso. Riposano, infatti, entrambi, al Cimitero Acattolico di Testaccio. Qui, la tomba di Keats risulta particolarmente significativa e reca l’iscrizione da lui desiderata: qui giace un uomo il cui nome fu scritto sull’acqua.

La mostra è l’occasione per rendere omaggio alla Scalinata, un monumento che tutto il mondo ci invidia, amata da poeti, registi, scrittori, attori, case di moda e turisti di ogni età.

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