Sette ore per farti innamorare è una commedia italiana dove l’amore fa da protagonista. Un film di Giampaolo Morelli dove tra i protagonisti spicca una donna, coach di seduzione. Senza volervi anticipare il finale vogliamo dare spazio ad una scena in particolare del film in cui l’amore viene spogliato di ogni tratto di romanticismo per lasciare il posto alla sua profonda natura biologica.

E qui ritorna il nostro caro Darwin che in “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale” aveva già fatto notare come alcuni maschi di diverse specie riportassero delle caratteristiche di fatto svantaggiose per la loro sopravvivenza, basti pensare ai palchi dei cervi, alle livree dei pesci e al piumaggio appariscente di alcuni uccelli. L’intuizione di Darwin fu che di fatto questi aspetti avevano certamente un vantaggio non tanto legato alla sopravvivenza del singolo quanto alla sopravvivenza della specie e di fatto diretto a garantire la riproduzione: si tratta infatti di trucchi della natura per attrarre le femmine e orientarle verso la scelta del loro partner.
Dal momento che le femmine preferiscono i maschi dalla bellezza più accentuata, col passare del tempo sembra che la loro scelta abbia rafforzato lo sviluppo di questi caratteri anche nella prole. Da qui si sono elaborati diversi studi nell’ambito dell’estetica evoluzionistica che studia la relazione tra la selezione sessuale e lo sviluppo del senso estetico, the sense of beauty.

Abbiamo tutti in mente la statuetta di Venere di Willendorf una statuetta risalente al paleolitico, dalla vulva e dai seni gonfi e pronunciati, simbolo di fertilità. Sembrerebbe dunque che anche negli esseri umani il maschio nella scelta della sua femmina sia guidato dai suoi istinti più primordiali alla ricerca di quella donna che favorisca la riproduzione. E gli stessi istinti orienterebbero la femmina dell’essere umano nella sua scelta.

Ma allora l’omosessualità? Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Ecology and Evolution ha evidenziato come in alcune specie l’allevamento dei piccoli in una coppia omosessuale femmina-femmina abbia maggiore successo rispetto ad una femmina da sola cosa che spiegherebbe il motivo per cui nella specie degli albatros di Laysan circa un terzo delle coppie è omosessuale.

Lo stesso Freud si era espresso in merito nel suo scritto Il disagio della civiltà evidenziando come “La pretesa, evidente in queste proibizioni, di una vita sessuale di ugual genere per tutti ignora le differenze nella costituzione sessuale innata e acquisita degli essere umani e priva un considerevole numero di persone del godimento sessuale, diventando così fonte di grave ingiustizia”.

Ancora Freud, sull’amore ci dice: “In una serie di casi l’innamorarsi non è altro che l’investimento dell’oggetto da parte delle pulsioni sessuali allo scopo di raggiungere il soddisfacimento sessuale diretto, che si estingue una volta raggiunta tale meta; questo è ciò che la gente chiama amore comune, sensuale”. Non a caso il padre della psicoanalisi è stato definito da alcuni biologist of the mind.

E’ stato ipotizzato che il linguaggio potrebbe essere considerato un prodotto dell’evoluzione utile come strategia di corteggiamento tra gli esseri umani. A questo riguardo per chi fosse interessato consigliamo di leggere il libro, Storia naturale dell’amore, di Bruni Domenica (Carocci editore).

Ma ricordiamoci, per citare lo psicoanalista francese Lacan, del muro del linguaggio  e dell’ambiguità che ne deriva nella comunicazione non sempre compresa e comprensibile. E così l’Amore, Amour, diventa a-muro, e cioè illusione di fare Uno con l’Altro amato verso cui si tende.

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