L’arte della gioia: il coraggio di desiderare
Un libro rivoluzionario e una serie che incarna magistralmente il potere del desiderio smantellando l'eterno femminino.

Un libro rivoluzionario e una serie che incarna magistralmente il potere del desiderio smantellando l'eterno femminino.
Nell’universo letterario italiano, poche opere hanno avuto una storia tanto travagliata e al contempo affascinante quanto L’arte della gioia. Scritto da Goliarda Sapienza tra il 1967 e il 1976, il romanzo non trovò un editore disposto a pubblicarlo nell’immediato. Considerato troppo audace per il contesto culturale dell’epoca, fu ignorato per anni, fino alla sua pubblicazione postuma nel 1998 grazie all’impegno del marito di Sapienza, Angelo Pellegrino. Da allora, L’arte della gioia ha conquistato lettori in tutto il mondo, affermandosi come un testo imprescindibile per chiunque voglia comprendere la lotta per l’autodeterminazione delle donne nel XX secolo.
Goliarda Sapienza non fu solo una scrittrice, ma un’intellettuale fuori dagli schemi, attrice e pensatrice anticonformista. Cresciuta in una famiglia di forte impronta anarchica e socialista, sviluppò una visione della vita improntata alla libertà assoluta dell’individuo. Questa libertà, con tutto il suo carico di contraddizioni, desideri famelici e ordinari, ribellioni, si incarna nella protagonista del romanzo, Modesta. L’arte della gioia è un’opera che attraversa il Novecento con un’intensità unica, raccontando non solo la crescita personale della protagonista, ma anche i cambiamenti sociali, politici e culturali dell’Italia e dell’Europa.
Nonostante la sua marginalizzazione iniziale, il libro è oggi considerato un caposaldo della letteratura femminista e un manifesto dell’emancipazione femminile. La prosa potente e viscerale di Goliarda Sapienza trascina il lettore dentro il mondo di Modesta, sfidando ogni convenzione e costringendolo a confrontarsi con le proprie idee su moralità, desiderio e libertà.
Modesta è un personaggio impossibile da incasellare. Nata nella Sicilia dei primi del Novecento in condizioni di estrema povertà, la sua vita sembra segnata da un destino crudele. Ma Modesta non si arrende: con intelligenza, astuzia e una feroce determinazione, ma anche aiutata dal caso attraverso cui naviga con scioltezza, si costruisce un’esistenza straordinaria. Non si fa scrupoli a ribaltare le regole imposte dalla società, muovendosi tra amori, tradimenti, violenza e tenerezza, senza mai rinunciare alla propria libertà.
Lontana anni luce dalle eroine angelicate della letteratura tradizionale, Modesta incarna un femminismo radicale, in cui la donna è soggetto pieno della propria esistenza, anche quando le sue scelte risultano spietate. La sua sessualità è libera, mai censurata o ridotta a funzione riproduttiva. Vive il desiderio come strumento di potere, chiave di lettura della sua vita e ricerca di autenticità.
Modesta demolisce l’eterno femminino, il concetto che, attraverso i secoli, ha circoscritto l’ideale di Donna con la maiuscola, posta in alto, su un piedistallo, su una nuvola o accanto al focolare.
È l’eterno femminino presente nella visione che Goethe ha consegnato alla modernità nel Faust, dove “l’eterno femminino ci attira in alto”.
Una luce gentile, salvifica, pura. Ma anche un’immagine chiusa, fissa, inaccessibile.
Una donna che non cade, non crea disordine, non sanguina.
Modesta, e molte altre donne del novecento come Simone de Beauvoir o Luce Irigaray, riportano il femminile alle dimensioni più ancestrali, quelle della Dea Madre che genera e distrugge facendo spazio per una nuova creazione, rappresentando così il ciclo vitale su cui si basa l’Universo.
Portare sullo schermo un’opera così complessa era una sfida che richiedeva una regista coraggiosa. Valeria Golino, che come attrice ha dato vita a molti personaggi che riecheggiano con la storia di Modesta, con la sua sensibilità e il suo talento ha accettato la scommessa, dando vita a una serie televisiva che non tradisce l’intensità del romanzo.
La serie, prodotta da SKY e presentata al Festival di Cannes 2024, ha ricevuto un’accoglienza entusiastica. Valeria Golino ha scelto un approccio visivo raffinato, che a me personalmente ha evocato richiami ad alcuni film con cui sono cresciuto, come “Picnic a Hanging Rock”, o “La storia di Adele H”, esaltando la bellezza dei paesaggi siciliani senza mai edulcorare la durezza e la rapacità della storia. Il linguaggio filmico è evocativo, con una fotografia che alterna chiaroscuri suggestivi e inquadrature capaci di trasmettere tutta la forza emotiva dei personaggi.
Uno dei punti di forza della serie è senza dubbio il cast. Tecla Insolia, nei panni di Modesta, offre un’interpretazione straordinaria. Riesce a incarnare sia la ferocia che la dolcezza del personaggio, dando vita a una protagonista complessa e mai prevedibile. Il suo sguardo, capace di passare dalla durezza spietata alla tenerezza assoluta, rende credibile ogni sfaccettatura di Modesta.
Valeria Bruni Tedeschi, nel ruolo della principessa Gaia Brandiforti, si conferma una delle attrici più talentuose del panorama europeo. Il suo personaggio è aristocratico e fragile, ambiguo e affascinante. La chimica tra lei e Tecla Insolia è palpabile, contribuendo a rendere una delle relazioni più intense della serie.
Ciò che rende L’arte della gioia un’opera ancora oggi attuale e necessaria è la sua capacità di raccontare una donna senza compromessi. Modesta non è una figura rassicurante: uccide, tradisce, ama senza remore, prende senza chiedere il permesso ma anche aiuta incondizionatamente. La sua esistenza è un atto di rivolta contro le norme imposte dalla società, un femminismo che non chiede il permesso di esistere, ma si impone con una forza irresistibile.
La serie di Valeria Golino riesce a trasporre questa potenza sullo schermo senza tradire lo spirito del romanzo. In un panorama televisivo spesso dominato da figure femminili ancora intrappolate in ruoli stereotipati, Modesta emerge come un simbolo di libertà assoluta. L’arte della gioia non è solo la storia di una donna, ma una dichiarazione politica e culturale: l’affermazione che il desiderio di autodeterminazione non conosce limiti, che la libertà, in tutte le sue forme, è un diritto inalienabile.
Con questa produzione, il romanzo di Goliarda Sapienza riceve una nuova vita, raggiungendo un pubblico più ampio e restituendo tutta la sua potenza rivoluzionaria. La serie si afferma così non solo come un prodotto di alta qualità artistica, ma come un’opera che contribuisce a ridefinire il ruolo della donna nella narrazione contemporanea. Il coraggio di Modesta è il coraggio di tutte le donne che rifiutano di essere ingabbiate nei ruoli imposti, scegliendo invece di essere padrone del proprio destino.