Significato: LGBT è l’acronimo italiano di Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender ed ha lo scopo di sostituire il termine “comunità gay” in quanto non pienamente rappresentativo di tutti i membri della comunità. Questo acronimo ha l’obiettivo di esaltare la diversità delle culture basate su sessualità e identità di genere. In seguito per aumentare il grado di inclusività dell’acronimo è stata aggiunta la lettera “Q” che rappresenta il termine queer, ossia l’insieme di quelle persone che non vogliono dare un nome alla propria identità sessuale o che ancora la stanno cercando. Le persone queer rifiutano di porre qualsiasi etichetta sulla loro sessualità, in quanto non si sentono rappresentate pienamente da nessuna delle categorizzazioni create nell’ambito della sessualità. Tuttavia, molte persone, per via del suo significato in inglese (queer significa infatti strano, eccentrico), ritengono il termine offensivo e non appoggiano il suo utilizzo, mentre chi sostiene l’uso di questa parola lo fa per riqualificarla e attribuirle un significato positivo e non giudicante, come accaduto in passato per la parola gay.
Storia: Fino alla rivoluzione sessuale degli anni Sessanta non esisteva nessun termine per indicare le persone non eterosessuali che non avesse un’accezione negativa. Il primo termine utilizzato su larga scala fu omosessuale che, tuttavia, a causa dell’uso dispregiativo che se ne faceva, fu presto sostituito dalla parola inglese gay (che significa good as you). In tutto ciò le Daughters of Bilitis (prima e principale organizzazione lesbica statunitense) non sapevano se dare priorità al femminismo o ai diritti LGBT. Le femministe lesbiche volevano uguaglianza e rifuggivano dai ruoli di genere tipici della civiltà occidentale che erano parte integrante anche del maschilismo di molti uomini gay. Per questa ragione molte femministe lesbiche si rifiutavano di appoggiare le cause dei gay. Le lesbiche, invece, avevano delle idee molto più semplici ed essenziali e credevano che il modo di fare aggressivo e rabbioso delle femministe lesbiche fosse deleterio per la battaglia dei diritti gay. Questa idea fu seguita anche da molte persone bisessuali e transgender che cercavano anch’esse un proprio spazio di legittimazione all’interno della società.
Tuttavia, la solidarietà reciproca durò poco e ben presto molti gay e molte lesbiche voltarono le spalle alle persone bisessuali e transgender, ai primi perché si riteneva che fossero uomini o donne che avevano soltanto paura di fare coming out e ai secondi perché ritenevano che mettessero in atto stereotipi che danneggiavano la comunità. Alcune di questi conflitti durano ancora oggi e ogni comunità lotta per affermare la propria identità e porre fine a fenomeni di discriminazione.
Il termine LGBT ha iniziato a spopolare dalla metà degli anni Novanta, diventando così comune da essere utilizzato dalla maggior parte di centri di comunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender, arrivando inoltre a superare i confini americani e ad essere usato in tutto il mondo.
Sul tema dei diritti della comunità LGBT suggerisco l’ottimo articolo di Andrea Rubera riguardo la creazione a Roma di un ufficio che si occupa appositamente dei diritti di questa comunità. L’articolo si può trovare sulla pagina web della rivista Rewriters al link https://rewriters.it/roma-capitale-crea-lufficio-diritti-lgbt-ce-ne-parla-la-responsabile-marilena-grassadonia/.