L’Odissea delle feste. “Resisti, cuore” un libro per sopravvivere al Christmas Blues
A Natale non è tutto oro quello che luccica. Il Christmas Blue mette in evidenza il legame profondo tra le festività e la salute mentale
A Natale non è tutto oro quello che luccica. Il Christmas Blue mette in evidenza il legame profondo tra le festività e la salute mentale
A Natale non è tutto oro quello che luccica. Secondo una ricerca diffusa da Assotutela e condotta da Human Highway per Federchimica, un italiano su tre associa anche sensazioni negative alle festività natalizie, mentre per uno su cinque (il 20,4%) la pausa forzata è sinonimo di emozioni negative e, principalmente, tristezza, malinconia, ansia, stress, noia e solitudine. Il Christmas Blues riflette una realtà complessa che mette in evidenza il legame profondo tra le festività e la salute mentale.
Sono diversi i fattori scatenanti di questa condizione tra i più comuni i ricordi legati a persone care scomparse o eventi traumatici vissuti in passato, l’assenza di una rete familiare e sociale che accentua una sensazione di isolamento, le aspettative legate agli incontri, ai regali o ai momenti teoricamente falici e infine la pressione sociale che ci vorrebbe sempre e a tutti i costi felici e sereni in questo momento dell’anno, capaci di gioire per ogni cosa e di mostrarci sempre sorridenti senza concederci il permesso di stare in uno stato d’animo che non regge il paragone con quello degli altri.
Il Christmas Blues non può essere considerato un disturbo o un disagio mentale a sé stante, ma può accentuare sintomi preesistenti e sicuramente, per chi soffre anche solo di disregolazioni emotive, tutto questo periodo può rappresentare un trigger non da poco che finisce per innescare alcuni meccanismi tipici dei momenti di maggiore fragilità. Ad esempio è più probabile che aumentino le tensioni familiari o interpersonali, che si senta un forte senso di fallimento nel non riuscire a rispettare gli standard di felicità imposti da noi stessi e dagli altri, oppure che ci si “rivolti” contro sé stessi attraverso abitudini malsane come un maggiore consumo di alcol o abbuffandosi come meccanismo di coping.
Ci sono vari modi per affrontare il Christmas Blues, alcune strategie possono essere più o meno semplici da attuare, ma è necessario provare ad scegliere quelle che dipendono da noi. Innanzitutto ridimensionare le aspettative: accettare che non esiste un “Natale perfetto” e concentrarsi su ciò che porta reale benessere. Se le vecchie tradizioni ci legano a ricordi dolorosi del passato o ci sembrano ormai poco aderenti ai nostri bisogni allora potrebbe essere opportuno inventarne delle altre, anche creando dei rituali del tutto personali come ad esempio una telefonata ad un amico che, oltre a modificare una routine che ci sta stretta, è utile anche a mitigare il senso di isolamento. Anche prendersi cura della propria salute fisica aiuta a superare questo periodo, dedicarsi alla cura di sé stessi dormendo di più, facendo lunghe passeggiate o mangiando sano, esclusi i giorni di festa quando farlo è praticamene impossibile, aiuta ad abbassare il livello di guardia.
È importante ricordare che il periodo natalizio non ha lo stesso significato per tutti. Promuovere un approccio inclusivo e compassionevole verso le diverse esperienze può contribuire a ridurre lo stigma attorno ai sentimenti negativi associati alle festività. Le festività possono essere un’opportunità per riflettere, connettersi e trovare un senso di appartenenza, al di là delle aspettative tradizionali.
Tra le buone strategie per sopravvivere alle festività natalizie c’è anche dedicarsi alla lettura. Secondo un sondaggio effettuato da Il Libraccio, infatti, su 200 intervistati il 40% sostiene di leggere più del solito nelle feste natalizie soprattutto gialli (34,4%) seguiti dai romanzi rosa e dai fantasy (31,7%). Inoltre il 72% delle persone intervistare ha scelto di regalare un libro per Natale e per il 49% ricevere un regalo da legge le fa sentire persone felici o le arricchisce (18,3%).
E allora non poteva essere che un libro il mio consiglio per sopravvivere a questi giorni. Con Resisti, cuore – L’Odissea e l’arte di essere mortali (ed. Mondadori) Alessandro D’Avenia ripercorre i 24 canti del famosissimo poema epico e lo fa seguendo due storie di vita: quella di Ulisse e la propria.
Ed è attraverso questo doppio racconto che l’autore palermitano, prova a spiegare ai lettori non solo il mestiere di stare al mondo ma anche la capacità di vivere a pieno quello che la vita ha in serbo per noi senza mai smettere di gioire della nostra Odissea. In questo senso resistere non vuol dire stare fermi ma re-esistere ossia rinascere imparando l’arte di essere mortali.