“L’ombra della Diaz fuori dal liceo di Pisa”, la resistenza
Gli scontri tra polizia e studenti a Pisa. Il film "Diaz, non pulire questo sangue" racconta i fatti accaduti a Genova durante il G8 nel 2001.
Gli scontri tra polizia e studenti a Pisa. Il film "Diaz, non pulire questo sangue" racconta i fatti accaduti a Genova durante il G8 nel 2001.
Cosa dovrebbe fare un intellettuale dopo i massacri feroci della polizia contro gli studenti di Pisa? Qualcuno risponde non ci sono parole invece i poeti le parole devono averle sempre, è l’unica speranza, l’unica cura, l’unica responsabilità civile, l’unico abbraccio, l’unica resistenza. Mentre scorrono le immagini dei tg dei pestaggi sui nostri figli, su un piccolo quaderno a righe scrivo questi versi:
I gas ci tolgono il respiro/ Le divise ci dividono dalla libertà/ Torturare il pensiero/ Cara Democrazia/ Colluttorio per politici dalla bocca cariata/ Batte botte scriveva un poeta pazzo/ Botte batte/ Batte ancora più forte il cuore degli studenti/ Alzano il pugno tenendo la Costituzione antifascista in mano/ È questo il fiore del partigiano canta un prete di strada/ Ma batte ancora botte/ E manganelli contro il pensiero/ Contro studenti, profughi e poveri cristi/ Operai/ Madri dal seno magro senza latte/ Padri senza una sveglia da far suonare/ La tela di Pellizza brucia/ Batte botte per tutti/ Botte e sputi sui figli pestati a sangue/ L’ombra della Diaz fuori da un liceo di Pisa/ Stelle cucite sulle divise sotto le macchie nere/ Intanto fumo una sigaretta nella sala d’attesa prima della chemio.
Il verso L’ombra della Diaz fuori da un liceo di Pisa credo sarà il titolo che darò a questa poesia e l’invito è ad andare a riguardare il film di Daniele Vicari, Diaz, non pulire questo sangue (Diaz – Don’t Clean Up This Blood) uscito nel 2012 in cui racconta i fatti accaduti alla scuola “Diaz” a Genova durante il G8 nel 2001.
La mia generazione ha visto un ragazzo manifestare per la libertà mettendo il suo corpo davanti ad un carro armato in piazza Tienanmen e rivedere questi nostri figli scendere per strada per manifestare per il diritto e dovere alla pace mi commuove. Questi nostri figli sono capaci di manifestare per salvare la terra, l’ambiente, per difendere la dignità di ogni tipo di diversità e per i diritti umani di altri popoli fratelli.
Questi figli hanno la forma delle parole della poesia di Nazim Hikmet Alla vita:
La vita non è uno scherzo/ Prendila sul serio/ ma sul serio a tal punto/ che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate o dentro un laboratorio col camice bianco e grandi occhiali, tu muoia affinché vivano gli altri uomini/ gli uomini di cui non conoscerai la faccia,/ e morrai sapendo/ che nulla è più bello, più povero della vita./ Prendila sul serio/ ma sul serio a tal punto/ che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi/ non perché restino ai tuoi figli/ ma perché non crederai alla morte [..].
1 Comment
Un pezzo bellissimo che mi ha emozionata. Complimenti a Damiano.