Come in ogni periodo bellico, le storie di orrore e cattiveria si alternano ai gesti coraggiosi e di buon cuore; non fa eccezione la Seconda Guerra Mondiale che nella recrudescenza dei momenti di scarsa umanità ha visto persone di alta levatura morale risollevare le speranze per il genere umano.

Lucia Pisapia in Apicella nel 1943 era straziata dal pensiero di tutti quei giovani soldati abbandonati ai bordi delle strade, ne era costantemente tormentata al punto di vederli anche di notte; sognò una radura con otto croci divelte accanto alle quali otto soldati la supplicavano di restituire i loro resti mortali alle proprie madri.

Fu così che la donna cominciò la sua tenace opera a Cava de’ Tirreni mentre i tedeschi si stavano allontanando lasciandosi dietro morte e distruzione e gli aerei americani bombardavano senza sosta le colonne in ritirata.

Non appena le segnalavano affioramenti dal terreno di elmetti e divise logorate o di parti umane tra le pietre e l’erba secca, mamma Lucia si presentava e raccoglieva con amore i poveri resti, cercando di scoprirne l’identità per permetterne la riconsegna alle famiglie.

Inviò una lettera al comando alleato:

“Avete ormai vinto, l’odio è terminato ed io vi scrivo come una semplice mamma. Permettetemi di sistemare i cadaveri perduti”.

Il Comando alleato passò la palla al municipio di Cava de’ Tirreni, affidandogli la competenza per seppellire i cadaveri. Lucia si rivolse a loro e ottenne l’assenso a procedere con l’assegnazione di due becchini; questi, dopo pochi giorni, rifiutarono l’incarico ritenendolo troppo pericoloso per via delle mine ancora sepolte e la possibilità di contrarre qualche infezione.

Nel 1951 Mama Luzia, altresì detta die Mutter der Toten (la Madre dei Morti), in occasione di un viaggio in Germania fatto per riconsegnare alla famiglia Wagner i resti del figlio caduto, visse quella che lei stessa definì “l’esperienza più dolorosa di tutta la vita”. In riconoscenza per la sua opera l’insignirono della massima onorificenza della Repubblica Federale Tedesca, la “Gran Croce al Merito”.

Riconoscimenti simili le sarebbero giunti sia dal Papa Pio XII che dal Presidente Giovanni Gronchi il quale nel 1959 le assegnò l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana. La città di Salerno la proclamò cittadina onoraria.

Mamma Lucia morì a 95 anni nel 1982. Appresa la notizia Sandro Pertini scrisse:

«La scomparsa di mamma Lucia colpisce dolorosamente quanti riconoscono nell’amore e nella solidarietà valori fondamentali per l’edificazione dell’uomo».

Grazie al cuore di Lucia Pisapia è stata donata a quei giovani morti la compassione che gli fu negata in vita. Se volete sentirla raccontare la sua storia cliccate qui, oppure approfondite in questo docufilm RAI.

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