Non c’è dubbio, oggi le guerre hanno bisogno di essere rilanciate con iniziative innovative e social, in grado di attrarre l’attenzione e recuperare un po’ di followers che negli ultimi due mesi e mezzo sono stati fagocitati mediaticamente dalla nuovissima guerra in Ucraina.

E allora ecco che in Afghanistan le donne si sono inventate il Kabul Contest Festival, con cantanti mascherate sotto al burka, nel Darfur ci si organizza per fare una tappa della Formula Uno, in Eritrea si prepara un raduno di premi Nobel.

In Birmania Myanmar nasce il progetto di una metropolitana che possa velocizzare la fuga dei civili sotto i bombardamenti, mentre la Siria ha affidato ai più grandi stilisti il progetto di ridisegnare tutti gli stracci da far volare. E già perché se in guerra si fanno volare stracci disegnati da stilisti il successo è assicurato. E per lo stesso motivo hanno convocato architetti di grido per riprogettare le macerie dei bombardamenti a grappolo.

E che dire dei viaggi organizzati nello Yemen per vivere in diretta la guerra nel deserto?

E’ tempo dunque di restyling, con una miriade di iniziative, perché tutte le guerre del pianeta possano essere rilanciate nel migliore dei modi. Un’occasione da non perdere per vivere, ciascuno di noi, la guerra che preferisce, confezionata su misura.

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