Lucy Jochamowitz in mostra a Firenze dal 25 gennaio
"Costruire la casa" è la mostra di Lucy Jochamowitz realizzata appositamente per Crumb Gallery, con un’installazione site-specific
"Costruire la casa" è la mostra di Lucy Jochamowitz realizzata appositamente per Crumb Gallery, con un’installazione site-specific
Inaugura giovedì 25 gennaio (fino al 9 marzo), alle 18.00, la mostra Costruire la casa che apre la nuova stagione espositiva del 2024 di Crumb Gallery, prima galleria europea dedicata solamente alle artiste donne. Jochamowitz ha realizzato appositamente per i nostri spazi a Firenze un’unica opera, una grande casa (2m altezza x 1,80 m x 1,50 m) che si appropria dell’intera galleria.
“Le pareti sono fatte di tanti disegni
– spiega Rory Cappelli, una delle fondatrici dello spazio e curatrice della ReWriters Web Art Gallery e di La Vignetta del Giorno di ReWriters –
a china e tempera su carta rosaspina, che raffigurano braccia: braccia che si intrecciano, braccia singole, che si protendono l’una verso l’altra, che sembrano quasi lì a proteggere il suo interno, il suo nucleo. E l’artista lascia la porta socchiusa, uno spiraglio che ti lascia intravedere cosa si nasconde al suo interno: qui, nell’intimità, c’è un’altra preziosa, piccola casa in porcellana, a cui si accede tramite una scala, che emana luce, un piccolo cuore pulsante, il centro della vita“.
Quando ha pensato al titolo della mostra, Costruire la casa, l’artista ha immaginato un abbraccio fatto di infinite braccia:
“Siamo una Casa di legami intrecciati tra loro, una Casa in cui le nostre braccia si incrociano, si interrogano, si cercano, si riconnettono e anche si respingono. Ma siamo anche UNO con la natura, siamo un unico corpo. Siamo una Casa della Natura. Siamo una rete infinita di connessioni con la natura”,
dice Jochamowitz, nata in Perù ma studentessa in Toscana, forse alla ricerca delle sue origini italiane, con il cognome Garibaldi della madre:
“Un cognome carico di storia
– aggiunge Manuela Millica, altra fondatrice della galleria, il cui cognome in inglese significa appunto “Crumb” –
che forse l’ha spinta, alla ricerca di Piero della Francesca e Masaccio, a venire in Italia, a laurearsi all’Accademia di Belle Arti, a scegliere Firenze come suo luogo di adozione.
Nelle opere di questa artista (dipinti, disegni e sculture) scorre la magia e le tradizioni della sua terra d’origine: ci sono elementi e simboli che si ripetono e che costruiscono il suo personale abbecedario, tutti pervasi da una forte matrice femminile e immagini ancestrali. Occhi, braccia, corpi di donne, ma anche rivoli, ramificazioni (rosse, sembrano vene dove scorre sangue): tutto arriva inevitabilmente a una casa, quasi fosse l’utero che ogni cosa ha creato, da dove il tutto ha inizio:
“La casa è la dimora, è il focolare
– ricorda ancora l’artista.
La natura è la nostra casa, fatta di acqua, terra, aria esseri viventi, e verso la quale siamo fallaci. Una natura che stiamo distruggendo e viviamo, dunque, nell’urgenza perenne di ricostruire. Solo imparando ad amarci, a guarire noi stessi dalle ombre degli errori e dei fallimenti, possiamo aprirci verso gli altri, a una nuova capacità di rispondere alla vita. Solo così la nostra CASA sarà salva”.
L’installazione principale sarà corredata da un insieme di piccoli disegni e sculture che richiamano i temi della guarigione e del focolare. Una bellissima occasione per incontrare Lucy Jochamowitz Garibaldi e chiederle delle sue esposizioni in giro per il globo, da Lima alla Galleria Yamatsumi in Giappone, dalla XIX Biennale di Lubljanna, alla Casa de America a L’Avana, dalla XLVI Biennale di Venezia, al Museo Pecci di Prato, e poi ovunque.