Musica, gioia e condivisione: vi presento Pietro Morello
Ecco il ventitreenne Pietro Morello: musicista, artista di strada, educatore e innovatore al servizio delle missioni umanitarie. Perché i bambini gli riempiono l'anima.
Ecco il ventitreenne Pietro Morello: musicista, artista di strada, educatore e innovatore al servizio delle missioni umanitarie. Perché i bambini gli riempiono l'anima.
«I giovani non fanno niente» è la frase che descrive le nuove generazioni. Il musicista ventitreenne Pietro Morello dimostra il contrario.
Pietro Morello nasce nel 1999 nei pressi di Torino, in una famiglia composta da pedagogisti, insegnanti ed educatrici, i quali gli hanno trasmesso una passione e un forte senso del dovere verso i bambini, tanto da intraprendere, a 17 anni una missione umanitaria. Il suo primo amore, però, è la musica – soprattutto, quella classica, della quale si dice perdutamente innamorato – per questo, si trasforma in artista di strada, alla stazione Porta Nuova di Torino. A soli 15 anni, aveva già un suo piccolo pubblico personale. La musica è stata la sua àncora, un rifugio dal bullismo.
Per far scoprire il suo talento con la musica, durante il lockdown, decide di aprire un profilo su TikTok e, giorno dopo giorno, esegue brani con maestria e solo apparente semplicità, dalle composizioni più note, ai suoi inediti.
La sua magia sta nel saper trasformare ogni oggetto – da una cannuccia ad un cocco – in uno strumento musicale, lasciando a bocca aperta tutto il suo pubblico, dai meno esperti, ai più appassionati. Pietro rivela, inoltre, i segreti del suo orecchio assoluto, con il quale riesce a individuare le note di qualsiasi brano gli venga proposto, accetta sfide musicali quasi impossibili e fa arrabbiare, scherzosamente, il suo vicino di casa.
Geniale è stata proprio la serie del vicino, con il quale è divenuto virale sulla piattaforma, fino a trasformare il suo cognome in una sorta di brand, riconoscibile e, al contempo divertente, perché urlato a squarciagola dall’anziano vicino, ironicamente tormentato dalla passione per la musica di Pietro con l’iconica frase: «Morello smettila!». Al ragazzo, però, non piace essere qualificato come TikToker, perché, ciò che vuole fare è utilizzare questo social network, per continuare la sua carriera da musicista.
Pietro Morello è, inoltre, specializzato in musicoterapia, nello specifico in recupero dai traumi mediante la musica nei bambini, con i quali fa dialoghi e interazioni musicali, lavorando insieme a degli psicoterapeuti, sia nei reparti ospedalieri, che nelle missioni umanitarie. Gli interessati sono, per lo più, i pazienti affetti da disabilità quali l’autismo o tumore e bambini con dei disturbi post-traumatici. Ciò che Pietro Morello fa è musica con i bambini, la quale, passo passo, diventa anche terapia.
La sua prima destinazione è stata al confine tra Romania e Ucraina, il quale si è rivelato un salto nel buio, perché non aveva con sé un piano ben preciso: «disegnare e dipingere è utile, ma non ti senti utile».
Ma voleva fare di più: dopo aver steso un vero e proprio progetto musicale, si reca in Sud Africa, dove si occupa del recupero dell’infanzia, allontanando i più piccoli da situazioni pericolose e intraprendendo con loro un percorso di scolarizzazione di base, il quale comprende anche la musica. La sua idea riesce ad essere educativa, perché insegna ai bambini in Kenya e in Congo come riutilizzare i rifiuti, per dare vita a degli strumenti musicali.
Intraprendere una missione umanitaria significa recarsi assiduamente nelle zone dedicate ai progetti, fare in modo che essi siano autosufficienti e lavorare il più possibile quando si è sul campo. Pietro, infatti, ha una proiezione decennale con i bambini protagonisti ed è importante, quindi, dare loro un senso di continuità perché i più piccoli «si affezionano molto facilmente e poi subiscono un altro abbandono», per questo si esprime contro il volonturismo e contro il colonialismo. Proprio per questo, tutte le attività e le decisioni vengono prese in base agli usi e costumi keniani e congolesi.
Ciò che motiva Pietro Morello ad essere parte di questi progetti è non solo l’amore per la musica, ma quello per i bambini. «La sensazione di pienezza che ho quando lavoro con i bambini, non ce l’ho mai avuta. I bambini ti riempiono l’anima», nonostante si lavori, spesso, in reparti dedicati ai piccoli pazienti terminali o in zone disagiate.
Se foste curiosə di ascoltare dei brani di Pietro Morello, il musicista ha pensato a due tipi di spettacoli: il tour dedicato alle classi di Scuola Superiore di Secondo Grado e il tour per tutti, nei teatri in giro per l’Italia. Egli vorrebbe essere d’ispirazione a quanti più giovani possibile, mostrando agli altri ciò che lo rende felice: la musica.