Un binario di luce taglia lo Stivale, da nord a sud, tracciato dal bianco e nero inconfondibile di Mimmo Jodice.

Il maestro napoletano, instancabile ricercatore dell’equilibrio tra luce e ombra, ci invita a riscoprire Napoli attraverso un filtro metafisico, un canto d’amore per il sud, che ne svela l’anima nascosta.

Mimmo Jodice,
Marina di Licola Opera IV, 2008.

Stampa su carta baritata al bromuro ai sali d’argento realizzata a mano dall’artista. VINTAGE
Napoli, Mimmo Jodice Studio

Ma come riesce Jodice a trasformare la realtà in visioni così potenti e evocative?

Allestita presso la Cappella Palatina, la Cappella delle Anime del Purgatorio e l’Armeria di Castel Nuovo, Napoli metafisica la mostra rende omaggio a uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea, alla sua capacità di trasfigurare il reale, di catturare l’essenza di una città complessa e affascinante come Napoli, sua città natale mai abbandonata.

12 Aprile, Preview “Napoli metafisica” foto Ljdia Musso

Curata da Vincenzo Trione, l’esposizione è stata organizzata dal Comune di Napoli, in collaborazione con lo Studio Mimmo Jodice e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, e finanziato dalla Regione Campania con i fondi del Programma Operativo Complementare, nell’ambito di Napoli contemporanea 2025, il programma di mostre e installazioni voluto dal sindaco Gaetano Manfredi.

Il percorso espositivo si snoda tra la Cappella Palatina, la Cappella delle Anime del Purgatorio e l’Armeria, suddivisa in capitoli che evocano archetipi metafisici: “Lontananze”, “Archi”, “Colonne”, “Statue”, “Monumenti”, “Ombre”, “Apparizioni”, “Vuoti”.

Gli scatti fotografici dialogano con le opere di Giorgio de Chirico, creando un cortocircuito visivo che amplifica la potenza espressiva delle immagini.

Jodice, figlio della Sanità, quartiere difficile e autentico, ha sempre mantenuto un legame indissolubile con la sua città natale.

Non ha mai pensato di andarsene da Napoli la sua fonte d’ispirazione, la sua musa.

Ma come è riuscito a emergere da un contesto così complesso?

La risposta risiede nella sua dedizione e nel suo istinto. Non ha mai cercato la fama, ma ha seguito la sua passione. Il suo percorso artistico è un mosaico di impegno sociale, esplorazioni metafisiche e una continua indagine sull’essenza eterna di Napoli. Questo approccio, guidato dal cuore e dalla passione per la fotografia, ha prodotto un’opera autentica e personale.

La sua prima fase artistica è segnata da un forte impegno sociale, dalla volontà di documentare il dolore e le ingiustizie della sua città.

“Volevo cambiare il mondo con la mia fotografia,” ha spesso raccontato, “ma poi ho capito che era un’illusione”.

Negli anni ’80, la sfiducia nella realtà lo porta a un radicale cambiamento di stile e di soggetti.

Nasce così il progetto “Vedute di Napoli”, una serie di immagini che catturano l’atmosfera sospesa e silenziosa di una città deserta, trasformata in un enigma senza tempo.

“Dopo la disillusione, è emerso il tema dell’attesa,” spiega Jodice. “Le mie immagini invitano alla meditazione, alla speranza”.

Un’attesa che non è passiva, ma carica di tensione, di desiderio di un futuro migliore.

“Forse, nel profondo del mio cuore, non avevo perso del tutto la speranza,” ammette.

L’incontro con Luigi Ghirri, nel contesto del progetto “Viaggio in Italia”, segna un momento importante nella sua carriera.

Condividevano uno sguardo diverso sulla realtà ricorda Jodice, “uno sguardo intimo, poetico, irreale”.

Mimmo Jodice,
Napoli, Vico San Severino, 1990.

Stampa su carta baritata al bromuro ai sali d’argento realizzata a mano dall’artista. VINTAGE
Napoli, Mimmo Jodice Studio

La sua fotografia si nutre di letture, di passeggiate mattutine nei vicoli di Napoli, di visite ai musei. “Le mie immagini sono lo specchio della mia coscienza interiore, dei miei sentimenti, delle mie inquietudini”.

Ma come riesce a cogliere i messaggi nascosti nella realtà?

Jodice ha spesso raccontato la genesi dei suoi scatti; trascorreva lunghi periodi a osservare, senza scattare.

“Aspetto la luce perfetta, il momento in cui sento di essere in sintonia con ciò che vedo”.

La luce, elemento fondamentale della sua fotografia, è “l’anima delle cose”, ciò che rivela la loro essenza.

Una città metafisica, lirica, attonita, spaesata, silente, folgorata in una dilatata stasi, talvolta percorsa da fugaci rivelazioni, fermata in un bianco e nero inconfondibile, lontana da ogni oleografia, da ogni rappresentazione di cronaca. Per Mimmo Jodice, fotografare Napoli è una questione di stati d’animo.

Per osservare il paesaggio urbano, egli si sottrae alle emergenze dell’attualità, in modo da rendere i luoghi ignoti a se stessi.

Rallenta il dinamismo della vita.

Muove dal visibile, alla ricerca dell’invisibile che sta dietro le apparenze. Parte dal presente, che sospende.

Abbandona “questo” tempo, per accedere all’altrove.

Quasi facendo proprie le parole di Paul Éluard: “Esiste un altro mondo, ma è in questo”.

Nasce così una sorta di film fatto di sequenze che esigono calma, attesa, riflessione.

Un film involontario, attraversato da consapevoli rimandi alle assurde e paradossali visioni dipinte da Giorgio de Chirico.

Sulle orme del Pictor Optimus, Jodice riconosce nella meraviglia la mèta ultima dell’arte.

L’estasi della visione. Il sortilegio. Lo stupore. La scossa che disarticola il canto delle sirene della quotidianità.

Vincenzo Trione

Ho sempre pensato che la fotografia, come dice Scianna, fosse “scrittura con la luce”.

… usiamo la luce per scrivere, siamo scrittori, ci poniamo sul versante dell’arte, dell’arbitrio, sublime se si vuole, ma pur sempre arbitrio.

Lo specchio vuoto. Ferdinando Scianna

Catturiamo la luce, un’unità spazio-temporale, e ciò che scriviamo quando ci poniamo sul “versante dell’arte” è una riscrittura del mondo, un’astrazione, un’estrapolazione.

Nel caso di Jodice, la sua visione rende eterna la città di Napoli. “Napoli Metafisica” è una città sospesa, un’unità spazio-temporale dove il tempo e lo spazio si fondono, trascendendo la linearità agostiniana.

Mimmo Jodice,
Napoli, San Paolo Maggiore, 1986.

Stampa su carta baritata al bromuro ai sali d’argento realizzata a mano dall’artista. VINTAGE
Napoli, Mimmo Jodice Studio

Jodice, nel suo lavoro, estrapola Napoli, la pone su un piano altro, dove la città assume un significato “metafisico”, ovvero “che va oltre la fisica”, che indaga “ciò che viene dopo”, nell’essenza profonda delle cose.

Napoli, nelle immagini di Jodice, diviene eterna.

Napoli metafisica è anche testimonianza di una grande integrità etica e di amore per la città di Napoli.

Jodice non ha mai abbandonato Napoli.

Un legame profondo, viscerale, che traspare dalle sue immagini.

Il vuoto insieme alla dimensione onirica è uno dei temi principali dell’ultima fase della ricerca artistica di Mimmo Jodice, che lo interpreta con i suoi scatti come una risposta al caos della vita contemporanea, fino all’ultimo lavoro; Mare. 

Il tema del vuoto che trova un eco anche nella lettera letta dalla figlia Barbara durante la presentazione della mostra.

Jodice Barbara 12 Aprile, Preview “Napoli metafisica” foto Ljdia Musso

Un vuoto che non è privazione, non è uno spazio da riempire; ma spazio distacco graduale dalla realtà, spazio di riflessione, di silenzio, di ascolto interiore.

Mimmo Jodice, con la sua “Napoli Metafisica”, ci invita a guardare oltre l’apparenza, a scoprire la bellezza nascosta nella realtà, a interrogarci sul senso del tempo e dello spazio. Un viaggio nell’anima di una città che, attraverso i suoi occhi, diventa universale.

Non è forse questo, in fondo, l’atto supremo dell’arte: rendere eterno ciò che è effimero, svelare l’invisibile, trasformare il reale in un’esperienza metafisica?

Informazioni Evento

Mimmo Jodice. Napoli metafisica

A cura di Vincenzo Trione

13 aprile – 1° settembre 2025

ORGANIZZAZIONE E COMUNICAZIONE

ELECTA

ORARI E GIORNI APERTURA

ore 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso 17.30) – Lun-Sab
Apertura gratuita straordinaria
domenica 13 aprile (ore 10.30-18)

BIGLIETTO

6 € intero
Il biglietto è comprensivo dell’ingresso al Castello e al Museo Civico
Per maggiori informazioni

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