Tutti conosciamo TikTok o, perlomeno, ne abbiamo sentito parlare. L’applicazione, la più scaricata al mondo nel 2019, è la nuova casa della Generazione Z, la fascia di popolazione nata a partire dalla fine degli anni ’90. Un luogo di aggregazione virtuale a tutti gli effetti dove i più giovani cercano intrattenimento e consigli a colpi di lipsync, balli e vlog.

TikTok come strumento amico per mettere in guardia possibili vittime

Con il 55% delle utenti femminili, TikTok è diventato un canale di espressione predominante per le donne ed è in questo contesto che diventa facile comprendere come, oggi, la piattaforma sia diventata uno strumento amico, un prezioso alleato, per denunciare, diffondere consapevolezza e mettere in guardia, portando alla luce la propria testimonianza, possibili altre vittime dai pericoli.

“Ho appena rischiato di essere stuprata o rapinata”.

È ciò che è successo solo poche settimane fa quando Margherita De Pompeis, giovane ragazza di Milano, ha pubblicato sul suo account TikTok (@itsnotmaggie_) un video sfogo in cui, tra le lacrime, denunciava di essere stata quasi aggredita da due uomini mentre tornava a casa da sola, poco prima di mezzanotte, in pieno centro a Milano, e di essersi salvata dalla possibile aggressione grazie all’intervento di un tassista di passaggio.

Un caso non isolato, e che negli ultimi anni è diventato sempre più preoccupante nelle grandi città, Milano in particolare che emerge dalla classifica delle città italiane pubblicata dal Sole24Ore dell’indice di criminalità come maglia nera con il maggior numero di denunce complessive (6.991,3) ogni 100mila abitanti.

Attraverso le testimonianze coraggiose delle giovani donne, TikTok sta dunque emergendo come uno spazio in cui le esperienze di violenza, fisica e verbale, vengono portate alla luce sfruttando gli hashtag #milanopericolosa e #sicurezzamilano che ad oggi racchiudono centinaia di video-denuncia che puntano alla sensibilizzazione.

Questi video, pubblicati su una piattaforma come TikTok, non sono da sottovalutare. Abbiamo davanti un primo passo coraggioso per portare alla luce episodi di violenza sulle donne, ma non solo, sempre più comuni nelle grandi metropoli del nostro paese.

Una denuncia pubblica volta a sensibilizzare

In Italia, la Legge 19 Luglio 2019, n.69, nota come Codice Rosso, ha introdotto misure specifiche per contrastare la violenza di genere ampliando il periodo utile a presentare denuncia entro 12 mesi dall’atto violento, aumentando le pene per chi commette atti di violenza di genere e prevedendo misure di protezione per le vittime. Ma nei casi di tentata violenza?

Nell’ordinamento giuridico italiano l’aggressione in sé non viene nominata, ma viene suddivisa e collegata a due distinti reati, descritti nel codice penale, negli articoli 581 (Percosse) e 582 (Lesione personale). La denuncia pubblica su TikTok, sebbene non sostituisca la denuncia formale alle forze dell’ordine, sensibilizza l’opinione pubblica a portare il problema all’attenzione delle autorità, incoraggia le vittime a rivolgersi alle autorità competenti per intraprendere azioni legali e ricevere protezione. Incentiva una catena d’aiuto fatta di consigli, segnalazioni, sostegno morale che aiuta le donne a sentirsi meno sole.

La sfida ora è mantenere alta l’attenzione, passando dalla sensibilizzazione all’azione concreta. La via tracciata da TikTok mostra il potenziale dei mezzi di comunicazione moderni nel plasmare una società più consapevole e solidale. La speranza è che questo inaspettato alleato nella lotta alla violenza di genere continui a ispirare un cambiamento duraturo, spingendo tutti noi a riflettere sul ruolo che ognuno può svolgere per costruire un mondo più sicuro e giusto per tutti.

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