Di conversione e di ripensamento profondo dei concetti di io e ambiente Guido Giordano ci aveva già parlato, ma qui racconta più da vicino come è arrivato all’illuminazione – il termine non è scelto a caso – da cui nasce anche il titolo del suo blog. Come i pesci e l’acqua, infatti, è l’analogia usata da un maestro buddista giapponese del XIII secolo per significare il rapporto tra ciascuno di noi e l’ambiente in cui siamo immersi. 

Il pensiero buddista, le relazioni tra esseri umani e l’ambiente

Nel nostro sforzo di uscire dal paradigma occidentale che oppone io e natura, io e l’altro, tendendo a ridurre a oggetto tutto ciò che è fuori dal perimetro dell’io, la tradizione buddista può offrire molto. Così come può insegnarci a sentire tutta l’ampiezza delle nostre relazioni con il circostante, che non includono solo ciò che ci appare vicino e proprio ma l’insieme, e riconoscere la dignità insita in ogni essere umano in quanto radicata nella pienezza del suo potenziale, nella sua buddità

Una bella lezione sull’importanza di aprirci al pensiero filosofico e religioso di altre culture, per trovare magari in esso una chiave di riscrittura del presente e del futuro comuni.

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