Perché diventare vegan: dal saggio ‘China Study’ (e non solo) tutte le risposte
Lo faccio per la salute, lo faccio per il pianeta: tanti sono i perché di una scelta vegan. Ed io provo a dare una risposta a ciascuno.
Lo faccio per la salute, lo faccio per il pianeta: tanti sono i perché di una scelta vegan. Ed io provo a dare una risposta a ciascuno.
Il mio primo articolo su Rewriters non poteva che provare a spiegare i perché della scelta vegan e soprattutto chi sono i vegani. Personalmente ho abbracciato questa scelta molti anni fa per motivi etici, ma poi mi sono reso conto che questa filosofia di vita mi dava la possibilità di essere in armonia con tutto quello che mi circonda a 360°. Una scelta, quindi, che fa bene a noi stessi, agli animali e all’ambiente.
Premetto, scherzando, che i vegani non sono dei marziani, gli abitanti del pianeta Vega e nemmeno sono i nemici di Goldrake che vogliono invadere la terra cibandosi solo di insalata, quindi chi sono davvero i vegani e perché fanno questo tipo di scelta?
I vegani sono persone semplici che svolgono una normale vita sociale, lavorativa, facendo, però, delle piccole scelte giornaliere evitando, cosi, nel limite possibile e delle loro possibilità di non uccidere e sfruttare tantissimi animali indifesi. Molte persone del mondo dello spettacolo, dell’arte della musica e dello sport cercano di usare la loro notorietà per dare un valore e contribuire a questa causa comune.
Il concetto principale è che il vegano non rinuncia a nulla (tranne che uccidere), si tratta in fondo, solo di cambiare abitudini in nome del rispetto, e per evitare l’enorme sofferenza degli animali e il loro sfruttamento e la loro uccisione.
Si deve riflettere sul fatto che non esistono animali di seria a e animali di serie b; purtroppo oggi per cultura personale, regole imposte dalla società o per motivi religiosi, ci è stato indicato ed inculcato, come comportarci, cosa sia giusto, e cosa no, mangiare.
Un esempio è la diversità presente nel modo nella scelta alimentare, in India per motivi religiosi alcuni non mangiano carne bovina o di maiale, cosi come il divieto di bere alcolici. Molti paesi asiatici fanno uso di carne proveniente da cani, gatti, topi o vari insetti. Solo al pensiero, penso ci faccia rabbrividire, credo che in Europa nessuno mangerebbe il proprio cane o il proprio gatto, ma un coniglio, un maiale o un vitello? Perché no?!
La domanda dovrebbe essere posta al contrario, perché sì? E’ solo una questione di consuetudine, tramandata in società tra le varie generazioni rendendo, nel tempo, delle azioni come abitudini normali, e quindi giuste da seguire.
Per un vegano sono animali alla pari, con gli stessi diritti, e in quanto essere umano (definito superiore) ha la capacità di non sfruttare per propri usi e bisogni un altro essere vivente. E il punto di partenza è proprio la riflessione che non esistono animali di seria a e serie b.
Essere vegan significa rispettare e non sfruttare ogni essere senziente da ogni punto di vista: quindi niente zoo, parchi acquatici, equitazione e circhi.
Scegliere di essere vegan non significa seguire una religione, una setta, ma seguire una scelta di vita, dove ognuno sceglie come essere vegano nel rispetto della libertà, propria e di chi lo circonda.
La storia insegna: il fenomeno vegan, come molti pensano, non è la moda del momento, ma è un valore che è stato sempre presente nell’indole umana, lo dimostrano le testimonianze che sono arrivate fino ai nostri giorni, ma che non aveva ancora avuto un movimento, che permettesse di coinvolgere tutte le forze in un’unica organizzazione a cui far riferimento. Infatti, lo studio della paleontologia ha dimostrato che l’alimentazione dei nostri progenitori era a base di soli vegetali, che provenivano dal raccolto di ciò che la natura offriva. L’uomo non ha canini per azzannare, non ha artigli ed ha la mandibola mobile, la quale permette di sgranocchiare o sminuzzare semi, verdure ecc.; Solo successivamente, iniziò il consumo di carne, quando l’uomo incominciò a dedicarsi all’allevamento e alla caccia.
La storia ci ha indicato, attraverso testimonianze e documenti, che l’istinto di difendere chi non ha voce, era già presente in molti esponenti storici del passato. Un esempio fu Pitagora, sicuramente piu famoso per il suo teorema, ma fu il primo ideologicamente a prendere una posizione netta contro l’uccisione di animali come cibo, dando, cosi, vita ad un termine, i pitagorici, che identificava chi non consumava durante i pasti la carne.
Anche Socrate, filosofo greco, nelle sue lezioni affermava che consumando più carne e meno vegetali, sarebbero serviti più medici e ci sarebbe stato meno terreno per coltivare.
Lo seguirono a ruota, Ippocrate, Platone, Seneca fino ad arrivare a Ghandi, Paganini, Van Gogh passando per Schopenhauer e Benjamin Franklin, ma non dimentichiamo Einstein e Leonardo Da Vinci.
La svolta arriva nell’anno 1944 in una Inghilterra coinvolta nel conflitto mondiale, dove due membri della Vegetarian Society Elsie Shrigley e Donald Watson, convinti che la scelta vegetariana (che permette il consumo di derivati) sia da migliorare, danno vita ad un nuovo movimento che impone la rinuncia non solo della carne, ma anche di tutti i derivati animali, evitando il consumo di prodotti che sfruttano gli animali, ma anche il divieto di indossare pellicce o capi di lana o pelle e viene coniato un nuovo termine Vegan, che risulterà la versione contratta (le prime tre e le ultime due lettere) della parola VEGetariAN, nasce cosi la Vegan society e tra i suoi presidenti troviamo il Mahatma Gandhi.
La dieta dei vegani è definita oggi anche plant-based: niente carne, pesce e non consumano uova e latticini.
Con il termine Vegan, quindi, si stabilì una filosofia che indica uno stile di vita che si basa sulla scelta etica (a difesa degli animali contro lo sfruttamento da parte dell’uomo) che non fosse soltanto di carattere alimentare ma che coinvolgesse anche le varie problematiche legate all’ambiente e al sociale. Un insieme, quindi, di elementi che unisce, l’idea filosofica, i principi etici e una regola di vita, abbinandola ad una scelta alimentare ben definita.
Verso la metà degli anni ’70 la medicina ufficiale iniziò, con attenzione, ad interessarsi alla possibilità di un alimentazione vegetale e furono pubblicati i risultati di una ricerca americana che indicarono le diete a base di grassi e proteine animali come dannose per la salute.
Esiste un lavoro, dal titolo China Study, effettuato da T. Colin Campbell, che pare sia lo studio più completo mai scritto sul tema. Con China Study il biochimico T. Colin Campbell conferma la stretta relazione tra cibo e malattie come il cancro, il diabete e quelle cardiovascolari, e spiega come ridurre il rischio di ammalarsi o addirittura di frenarne lo sviluppo in corso, portando ad una conclusione che una dieta plant-based riduce in modo drastico la probabilità di ammalarsi di malattie croniche.
Oggi la medicina tradizionale, sta strizzando l’occhio ad un tipo di alimentazione vegetale sempre più ricca ed integrativa.
Stiamo sfruttando e degradando gran parte del pianeta per trasformare risorse in cibo. Il numero di abitanti cresce sempre di piu e con esso la richiesta di cibo, che deve essere a basso costo e di alto profitto. In pratica per ogni chilo di carne che si ottiene dall’animale ucciso, bisogna dar da mangiare 16 kg di vegetali all’animale vivo senza contare il numero smisurato di litri di acqua usati sia per coltivare i vegetali dati in pasto, che per la sopravvivenza dell’animale.
Se ci soffermiamo su alcune considerazioni, un chilogrammo di carne può sfamare circa 5 persone, mentre 16 chilogrammi di cerali riescono a nutrire, e per alcuni giorni, numerose persone, e inoltre è sicuramente meno impattante in termini di risorse. Ecco perché mangiare carne o altri prodotti che necessitino l’allevamento di animali (esempio latte e uova) comporta un dispendio di risorse che va ad impattare in modo elevato sull’ambiente.
Attorno al 2010 avviene l’esplosione vera e propria della filosofia vegana, grazie ad una maggiore possibilità di accedere a risorse alimentari prima difficilmente reperibili e rendere disponibile prodotti a base vegetale, facilitando la scelta. I vegani non sono persone impegnate solo nel tentativo di evitare l’uccisione degli animali, questo non rappresenta il fine ultimo della loro filosofia, ma bensì si riconoscono in chi è consapevole di non partecipare allo sfruttamento e all’uccisione intenzionale e non necessaria degli animali, una conseguenza, accompagnata da una consapevolezza rispetto ai problemi legati all’ambiente, allo spreco delle risorse.
Molti scelgono un’alimentazione 100% vegetale in difesa della propria salute limitando i prodotti animali diminuendo cosi vertiginosamente i danni a se stesso e all’ambiente.
Chi invece fa la scelta etica, in difesa per gli animali, trova ad avere come effetto collaterale questi vantaggi: una miglior salute, perché vengono eliminati dalla dieta i cibi più dannosi, e un impatto ambientale pari a zero. In pratica la scelta più forte che possiamo fare singolarmente per essere meno impattanti sul nostro pianeta!
Una massima potrebbe essere questa che ci potrebbe far riflettere nei gesti di tutti i giorni: non cambiare supermercato, ma stile di vita, il cambiamento dipende solo da noi.
2 Commenti
Articolo molto interessante e istruttivo, scritto con cura, finezza e con conoscenza profonda della natura che ci circonda.
Grazie Alessandra, il tuo messaggio mi dimostra che ci sono tante persone, anche se non sposando pienamente la mia stessa scelta, offrono una loro testimonianza e nello stesso una vicinanza a dei temi che accomunano tutti.