Non sono mai stata una donna che si arrende alle convenzioni sociali e che accetta il proprio ruolo subalterno nella società. Il mio stile di scrittura è diretto, incisivo e senza fronzoli. Non ho mai avuto paura di esprimere le mie opinioni, anche quando queste andavano controcorrente, e ho sempre lottato per i diritti delle donne. Anche quando tutto questo ha comportato un costo.

L’emancipazione femminile è un tema che mi sta particolarmente a cuore e che ho affrontato spesso nei miei scritti. Questo perché non mi rassegno all’idea che si debba vivere in un mondo in cui solo le donne si esercitano a scalare la vetta, mentre gli uomini, dall’alto della loro posizione acquisita per il solo appartenere al genere maschile, ci guardano scalare.

Sappiamo bene che la lotta per l’uguaglianza tra i sessi non è ancora stata vinta ma ogni giorno ci sono donne che lottano per il loro posto nella società, per il loro diritto di essere libere e di fare le proprie scelte.
Tuttavia, con la stessa franchezza con cui combatto questa battaglia, è mio dovere riconoscere che ancora oggi ci sono donne che, quando vedono una donna con un ruolo di rilievo, sono solite pensare “è stata favorita”, “è salita al potere grazie al marito”, “non si è guadagnata nulla da sola”.

Ebbene, a queste donne voglio dire che l’emancipazione femminile è una realtà, non una favola. E che io combatto anche per loro e nel nome di tutte coloro che hanno raggiunto posizioni di potere non grazie ai loro mariti o a raccomandazioni, ma grazie alla loro intelligenza, al loro coraggio e alla loro determinazione.

Donne che hanno lottato per affermarsi in un mondo ancora dominato dagli uomini, che hanno dovuto affrontare pregiudizi e discriminazioni, ma che non si sono arrese. Donne che hanno dimostrato di essere capaci di fare qualsiasi cosa gli uomini fanno, e forse anche di più.
Non ci credete? Guardatevi intorno. Ci sono donne che sono a capo di grandi aziende, che sono presidenti di nazioni intere, che sono scienziate, artiste, sportive. Ci sono donne che guadagnano più degli uomini, che hanno famiglie e carriere brillanti, che sono libere di fare le loro scelte senza dover chiedere il permesso a nessuno.

Non sono donne fortunate, bensì forti, tenaci e con un’ostinazione che nasce dal profondo senso di giustizia che hanno coltivato dentro se stesse. Alcune ispirate sin da bambine, altre incoraggiate da buoni esempi, quegli esempi che non hanno genere, e che ti sanno indicare la strada della giustizia, dell’equità.

Nessuna di loro potrà mai affermare di aver avuto una vita facile, in discesa, priva di ostacoli e resistenze. Ognuna di loro, nonostante sia giunta esattamente dove sognava di arrivare, ha certamente subito il vento contrario che soffia nella nostra società. Quel vento che accompagna verso la vetta e senza apparente sforzo principalmente gli uomini e che si infuria, al punto da invertire la rotta, solo quando deve sostenere una donna.

È a causa di questo vento che c’è ancora molto da fare. Ovunque ci sono donne che subiscono violenze, che sono sfruttate sul lavoro, che non hanno accesso all’istruzione e alla sanità. Ma questo non significa che l’emancipazione femminile non sia avvenuta. Significa soltanto che dobbiamo continuare a lottare, a denunciare le ingiustizie, a sostenere le donne che sono ancora in difficoltà.

Ed è per questa ragione che mi ostino a parlare di buoni esempi. Ognuno di noi, per riuscire a comprendere e superare convinzioni e pregiudizi spesso insiti nelle nostre menti e dovuti alla storia e alla cultura del Paese in cui siamo nati e cresciuti, ha bisogno di conoscere le storie di coloro che durante la scalata verso la vetta, hanno dedicato tempo ed energie alla causa femminile.

A proposito, la causa femminile è un’espressione che sovente usiamo e che nasconde dentro sé una stortura. Parlare di causa femminile per alludere al percorso per il raggiungimento dell’equità tra uomo e donna è profondamente sbagliato, perché non è una lotta che riguarda solo le donne e che va a solo vantaggio delle donne. È un fatto che riguarda l’intera società. Uomini compresi.

Rula Jebreal e le donne capaci di distruggere lo stigma di genere

Dunque, nell’ottica di compiere un gesto a favore di tuttə, è indispensabile parlare di buoni esempi così come fa Rula Jebreal nel suo ultimo libro Le ribelli che stanno cambiando il mondo, edito da Longanesi, in cui l’autrice racconta le storie di donne coraggiose, forti e determinate che si battono per i propri diritti e per quelli degli altri in tutto il mondo.

Rula Jebreal offre al lettore un viaggio emozionante attraverso le vite di donne straordinarie, dando voce a quelle che spesso sono invisibili o ignorate dalla società. Il libro esplora una vasta gamma di temi e problemi sociali attraverso il punto di vista delle donne che li vivono sulla propria pelle.

La scrittura di Rula Jebreal è coinvolgente ed emozionante, e riesce a trasmettere la forza e la determinazione di donne che hanno scelto di sfidare le ingiustizie e le discriminazioni. Nove storie di donne che riscrivono le regole del mondo e ridisegnano la geografia delle possibilità umane.

Il libro è anche una critica alla società patriarcale e alle disuguaglianze di genere che persistono in tutto il mondo, sottolineando l’importanza della solidarietà femminile e della lotta per i diritti delle donne.

Le ribelli che stanno cambiando il mondo è un libro che ispira, che fa riflettere e che ci ricorda che la lotta per i diritti umani non è mai finita.

Dunque, donne di tutto il mondo, non abbiate paura di affermarvi, di mostrare la vostra intelligenza, di dimostrare il vostro valore. Non abbiate paura di lottare per i vostri diritti, di alzare la voce contro l’ingiustizia, di mettere in discussione le convenzioni sociali.

Non abbiate paura di essere voi stesse, di realizzare i vostri sogni, di raggiungere i vostri obiettivi.

Perché l’emancipazione femminile non è solo una questione di giustizia sociale. È anche una questione di libertà, di dignità, di umanità. E non c’è niente più grande di questo.

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