Tra pochi giorni, il 31 ottobre, si celebra la giornata mondiale delle città, istituita dall’Onu nel 2014 per sensibilizzare e incentivare un modello di sviluppo urbano rivolto alla sostenibilità. Non c’è occasione migliore dunque per capire in che città viviamo e in che tipo di città vorremo vivere in futuro.
Senza dubbio le nostre città italiane non sono tra le più sostenibili: siamo indietro su molti fronti, dalla raccolta dei rifiuti al dispendio energetico, e dobbiamo fare ancora molta strada per avvicinarci alle città più all’avanguardia sul tema. Una su tutte? Copenhagen, che già nel lontano 2014 era diventata la capitale più green d’Europa, con la bicicletta come principale mezzo di trasporto e ben 200 chilometri di piste ciclabili!

A tal proposito è molto interessante consultare il rapporto prodotto da Green Growth Knowledge Partnership (GGKP), una comunità globale di professionisti e organizzazioni di politica, affari e finanza riuniti per condividere in modo collaborativo le conoscenze sulla transizione verso un’economia verde inclusiva. Ebbene questo rapporto mostra che la città di Copenhagen continua a migliorarsi di anno in anno, forte del suo successo pionieristico, ed analizza tutte le sfide che dovrà affrontare da qui al 2025, quando avrà raggiunto (questo è l’obiettivo) il traguardo di prima città al mondo ad emissioni zero.

Si lo so, voi ora starete già commentando che non dobbiamo paragonarci ai primi della classe perché altrimenti cadiamo in depressione. Ok, allora restiamo nel giardino di casa e cerchiamo di capire com’è la situazione in Italia. Secondo l’ultimo Smart City Index, è Trento la città più sostenibile, seguita da Torino (che tra l’altro è la città più verde d’Italia con 400 parchi e giardini) e Bologna. Ma su quali indicatori viene misurata la sostenibilità di una città? Il documento prende in considerazione quattro driver, sostenibilità, resilienza, accessibilità e inclusività, per controllare tutte le infrastrutture cittadine (trasporti, forniture, servizi…) e metterle a confronto. E da questo confronto emerge che le città del sud sono ancora indietro, tranne Oristano, Cagliari, Bari e Lecce che riescono a mantenersi alte in classifica, entro le prime 50 posizioni.

Ma il nostro sguardo deve e vuole essere uno sguardo europeo. E allora in tutto questo come si sta muovendo l’Europa? Esiste un obiettivo a lungo termine, fissato al 2050, per raggiungere un’economia climaticamente neutra, e un obiettivo a breve, stabilito al 2030, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, aumentare la quota delle energie rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica.

Ma l’Europa siamo noi, ed è per questo che sul sito ufficiale dell’Unione Europea esiste una pagina bellissima, chiamata cityzens, che ci fa sentire molto vicini agli organismi istituzionali, offrendoci consigli su come risparmiare i consumi in casa o in ufficio o come riciclare e riutilizzare, proponendoci pubblicazioni, soprattutto per i giovani, e persino un gioco da tavolo, la versione climatica del gioco dell’oca, nel quale bisogna arrivare al traguardo attraversando una serie di caselle che ci mettono di fronte a vari sprechi o risparmi energetici, così da farci perdere o acquisire punti. Ma la pagina più divertente e costruttiva è quella dei quiz: pubblicati in 25 lingue, sono divisi in quiz per adulti e quiz per bambini, perchè ciascuno possa verificare il proprio livello di conoscenza del tema ambientale. Uno strumento di edutainement intelligente e divertente per scoprire quanto ne sappiamo in fatto di clima e di ambiente. Io ci ho provato, e ho raggiunto un punteggio di 8 risposte esatte su 10. Non male, ma posso fare di più. Tutti possiamo fare di più.

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