A luglio scorso il diciannovenne Naim Darrechi, influencer spagnolo di origini argentine con 30 milioni di follower su Tiktok, è stato denunciato per aver dichiarato in un video su Twitch: Un giorno ho pensato: strano che non abbia mai messo incinta una ragazza in tutti questi anni, e allora ho deciso di cominciare a eiaculare dentro. Ma non è successo nulla, per cui ho cominciato a pensare che ho un problema. Comunque, dico di essere sterile, che mi sono operato per non avere figli”. Abuso sessuale, così la ministra dell’Uguaglianza Irene Montero aveva definito le azioni autodenunciate dal ragazzino: “Togliersi il preservativo o eiaculare dentro senza consenso oggi è un abuso sessuale e la legge #SoloSíEsSí lo riconoscerà come un’aggressione“. Vari “stealther” sono stati condannati in Australia, Svizzera, Germania e UK.

Naim Darrechi

Intanto, il 7 ottobre scorso, il neorieletto governatore della California Gavin Newsom, sostenuto in gran parte da un elettorato femminile, ha approvato la legge che riconosce come crimine lo stealthing.

L’uso del termine, il focus su un comportamento che mette a rischio la salute soprattutto delle donne (“stealthing ha radici profonde anche nella comunità gay“), è dell’attivista Alexandra Brodsky, un’ex allieva di Yale, nel suo studio del 2017 condotto a partire dai racconti delle vittime, poi pubblicato sul Columbia Journal of Gender and Law. Oggi, avvocata che si batte per i diritti civili delle donne, ha scritto il libro Sexual Justice, uno studio all’avanguardia sul come il sistema legale americano riesca a rispondere in modo equo alle aggressioni sessuali.

Questa pratica è molto pericolosa – spiega Rosella Scalone, founder del chatbot #NonPossoParlare e Presidente dell’Associazione Save The Woman, partner di ReWriters – dato che la donna potrebbe avere una gravidanza indesiderata o contrarre infezioni sessualmente trasmissibili, come la sifilide, la gonorrea, l’HPV, l’HCV, l’HIV, etc. Ma non solo. La vittima di questo abuso sessuale può andare incontro anche a ripercussioni psicologiche, come tutte le vittime di abusi, violenze e stupri“.

In Italia lo stealthing non è un reato tipizzato dal legislatore, spiega la penalista Maria Chiara Parmiggiani, specializzata in reati a sfondo sessuale e speaker al ReWriters fest.:In Italia non esistono al momento condanne che si riferiscono esplicitamente a tale situazione. La Cassazione, tuttavia, è concorde nel ritenere che il consenso iniziale all’atto sessuale non esclude il reato, quando il rapporto si trasforma in itinere in un atto violento, con forme e modalità non volute dalla vittima. Nelle forme e modalità non volute dalla vittima potrebbe rientrare anche lo stealthing, trattandosi di un atto che può inserirsi fra i comportamenti che minano la libertà personale, l’autodeterminazione e la  tutela dell’incolumità fisica della persona, perché ogni essere umano ha diritto a sentirsi sicuro nei rapporti sessuali e per tutta la loro durataE’ una condotta che potrebbe essere sussunta all’interno della fattispecie del 609-bis c.p., che punisce la violenza sessuale“.

La psicoterapeuta e sessuologa Antonella Palmitesta, Presidente di NUDI, la prima Associazione Nazione di Psicologi per il benessere delle persone LGBTIQ+, aggiunge che “lo stealthing non lo praticano solo i maschi sulle femmine ma anche maschi su altri maschi, in rapporti omosessuali, e non solo: anche le donne possono essere stealther, se perforano il condom del partner. Direi che è una pratica tesa ad affermare la superiorità sull’altro, ricercata nella prevaricazione, nel dominio, ma – soprattutto quando lo stealther è un uomo su una donna – parliamo di una superiorità preistorica, la stessa che, negli animali, spesso obbliga il maschio a compiere il suo ruolo biologico“.

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