La capacità di proiettarsi nel futuro, di fantasticare, di immaginare, di progettare è una preziosissima funzione della nostra mente. Possiamo pianificare il nostro futuro, prossimo o più lontano, fare previsioni che ci consentono di migliorare la nostra vita, se non addirittura di salvarla in alcune circostanze, proprio in ragione di questa funzione cognitiva, senz’altro, di alto valore adattivo. La nostra mente ci può portare nel futuro, così come nel passato, ma anche in un “altrove” che in alcune situazioni (pensiamo alle condizioni di cattività, di prigionia o anche di profonda infelicità) ci consente di fronteggiare esperienze altrimenti insostenibili.

La capacità della nostra mente di trasportarci lungo l’asse temporale del passato-presente-futuro con sorprendente facilità e velocità ha rappresentato una delle più qualificanti caratteristiche di Homo Sapiens e ne ha sancito il successo evolutivo. Ma, come spesso capita a noi esseri umani, tendiamo a esagerare e le conseguenze non sempre sono positive. Prepararci per un evento importante, passare in rassegna tutte le eventualità, cercare di anticipare tutti i possibili intoppi per cercare tutte le soluzioni possibili e passare, così, da una sana e vitale tensione a un’agitazione ansiosa e negativa è un attimo.

Ogni pensiero anticipatorio negativo, inevitabilmente, ci procura una certa ansia e disagio e, dunque, una certa sofferenza che molte volte si rivela superflua. Superflua perché le previsioni negative che ci raffiguriamo e che, per l’influenza che hanno sulle nostre emozioni, ci possono far precipitare nello sconforto più nero, o addirittura bloccare le nostre esplorazioni e le nostre azioni, non sono elementi certi che si realizzeranno di sicuro, ma, anzi, possono essere assai lontane dalla realtà. Eppure avranno lasciato delle tangibili conseguenze nel nostro presente, nel nostro “qui e ora”.

Ci capita spesso di perdere la giusta misura e il nostro presente rimane schiacciato tra un passato e un futuro che lo assottigliano inesorabilmente. Eppure viviamo nel presente, è nel presente che possiamo agire, è del presente che possiamo godere. Lo sanno molto bene gli orientali che da sempre praticano la “Mindfulness”,  una pratica che finalmente si è diffusa anche nei paesi occidentali sino ad essere integrata nei percorsi di cura psicoterapeutici. Per Mindfulness si intende un’attività di concentrazione e di meditazione di facile apprendimento, che ci aiuta ad imparare a prestare attenzione al momento presente e a accettarlo, con grandi benefici sullo stato emotivo, persino sui disturbi psicopatologici. Per chi volesse approfondire questo argomento e avvicinarsi a questa pratica, consiglio il libro di Ronald Siegel, Qui e ora.

Tutti noi abbiamo un’ulteriore possibilità di trovare facilmente fantastici “istruttori di Mindfulness”: i nostri amici animali, senza nessuna esclusione. La relazione con un animale domestico aiuta a mantenere, attraverso il contatto emotivo, un’attenzione al momento presente, al “qui e ora”. Lo stato di coscienza di un animale e integralmente agganciato al momento presente e tutte le emozioni presenti sono determinate da ciò che avviene in quell’arco temporale e in quello spazio. E’ qui che possiamo trovare un prezioso ausilio per imparare a stare più profondamente in contatto con ciò che stiamo vivendo in quel momento, lasciandoci contagiare e guidare dal bagaglio emozionale che l’animale domestico ci offre.

Chi lo ha sperimentato può testimoniare facilmente l’effetto benefico che osservare un gatto impegnato nella sua toletta quotidiana riesce a produrre. Un senso di rilassatezza quasi ipnotica. In quel momento è totalmente dedicato a quello che sta facendo, è agganciato al suo momento presente e se lo gode. E’ proprio questo che possiamo imparare.

Certo, ci vuole la nostra disposizione e volontà ma le occasioni possono essere tantissime. Per esempio, per chi possiede un cane può sperimentare una passeggiata mantenendo una costante relazione con l’animale, dedicarsi ad osservare ciò che il cane fa nel tragitto, osservare il modo con cui legge i segnali del mondo e impegnarsi per non fare altro, vedi tenere occhi o orecchie impegnati sul cellulare, ossia, stare “altrove”. Imparare ad osservare e ascoltare per poi fare lo stesso quando passiamo ad osservare e ascoltare il nostro mondo interno, le nostre emozioni e i nostri pensieri. Imparando così a conoscerci e accoglierci, semplicemente per quello che siamo e per quello che proviamo.

E per chi non possiede un animale? C’è tutto un mondo fuori che aspetta solo di essere ascoltato, osservato e rispettato. Raggiungete il parco più vicino a voi e perdetevi nel verde, alla ricerca di qualche animaletto da osservare per la vostra “pratica” di Mindfulness. Di certo non mancherà l’occasione.

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