Abbattere i pregiudizi su Africa e razzismo? Sì con TikTok e tanta ironia
Ekezie, Raissa e Momo scelgono TikTok per combattere il suprematismo bianco ed il razzismo più becero e ignorante. E vincono con l'ironia.
Ekezie, Raissa e Momo scelgono TikTok per combattere il suprematismo bianco ed il razzismo più becero e ignorante. E vincono con l'ironia.
Anno 2020. Pieno lockdown. Charity Amaka Ekezie, giornalista nigeriana, decide di aprire un profilo su TikTok. Immediatamente arrivano alcuni commenti razzisti contenenti affermazioni di sorpresa e stupore sul fatto che in Africa ci fosse internet e fosse disponibile la connessione o che l’Africa fosse davvero un continente.
Così Ekezie inizia a rispondere. Ma lo fa con ironia. Con sarcasmo. Con il sorriso e la gentilezza. Attraverso dei video che provano a combattere la disinformazione sul continente africano.
Nel primo, che ha raccolto tre milioni di visualizzazioni, indossava un vestito portato dalle regine igbo, uno dei più grandi gruppi etnici nigeriani. E seguono altri in cui la giornalista, sempre con fare sarcastico, spiega che l’Africa è un paese formato da 54mila villaggi. In video precedenti svela, sempre con raffinata ironia, che gli africani ottengono la connessione solo grazie agli spiriti e a una serie di incantesimi e sacrifici.
Sempre rispondendo a dei commenti, Ekezie spiega che nel continente non ci sono macchine e che gli africani si spostano solo a cavallo di animali selvaggi.
Video che hanno raggiunto più di tre milioni di visualizzazioni.
Un video in cui balla in un fiume con altre ragazze per rispondere a chi chiede se in Africa c’è acqua raggiunge 22 milioni di visualizzazioni.
In un altro video, dove elenca tutte le magie che usano gli africani per far funzionare Internet, arriva a più di dieci milioni di visualizzazioni. Mentre il video dove racconta come gli africani riescono a farsi insegnare l’inglese dai loro antenati ottiene più di due milioni di visualizzazioni.
“All’inizio pensavo che quei commenti fossero delle battute. Erano talmente beceri che dovevano per forza essere degli scherzi“, dichiara.
Invece non è così. Spesso anche altri africani che creano contenuti in rete si trovano di fronte a questi stereotipi ed altrettanti li alimentano direttamente.
La Ekezie decide di trasmettere un messaggio positivo attraverso dei video che diventano popolari non solo in Africa ma anche fuori. Più assurdi sono i commenti che riceve, più spunti trova per realizzare nuovi video. Anche perché la sua battaglia è contro una ignoranza delle informazioni e l’assenza del pensiero critico, ad ogni livello.
Lo scorso anno, la diffusione di un’analisi, chiamata Hatescape, dimostrò come dei 1.030 video di TikTok raccolti a giugno, 312 (quasi un terzo) presentavano contenuti razzisti riconducibili ai** suprematisti bianchi**.
Metà erano filo-nazisti e alcune clip sostenevano le teorie del complotto sul genocidio dei bianchi. Tre dei 10 video più popolari, visti in totale 3,5 milioni di volte, erano clip originariamente prodotte da Paul Miller, un estremista conosciuto come Gypsy Crusader che diffonde retorica razzista e antisemita sui social media, già noto alla giustizia.
L’istituto ha riscontrato anche un numero allarmante di video pieni di contenuti offensivi verso donne, migranti, rifugiati, persone asiatiche, musulmane ed ebree o componenti della comunità lgbt+.
L’Institute for strategic dialogue afferma che TikTok rimuove sì i contenuti che promuovono l’odio verso le minoranze o il suprematismo bianco, ma non in modo coerente e sistematico.
Solo il 18,5% di tutti i video analizzati nella ricerca (circa 191) sono stati rimossi da TikTok entro la fine del periodo in cui i ricercatori hanno raccolto i dati, mentro il resto è rimasto attivo. Il social ha fatto sapere in risposta all’uscita del report che tutti i video segnalati erano stati poi eliminati.
Raissa Russi, bambina circondata da una bolla di amore e protetta da tutto ciò che è diverso, è laureata in scienze dell’amministrazione e consulenza del lavoro; Mohamed Ismail Bayed, che fin da bambino ha conosciuto l’ostilità dettata da ignoranza e bullismo, è nato in Marocco ma cresciuto a Torino dall’età di cinque anni. Il ragazzo si è laureato in scienze motorie con diploma da massofisioterapista, ed è fidanzato con Raissa da quasi due anni.
Insieme, come coppia con quasi 500 mila followers in due su TikTok, più di 5000 iscritti sul canale YouTube e molti altri sui rispettivi profili Instagram, combattono con ironia il razzismo nei loro video: i due ragazzi devono fare giornalmente i conti con i commenti sgradevoli e razzisti degli haters, e così hanno deciso di abbattere gli stereotipi con la simpatia.
Dalle loro storie ai contenuti su TikTok fino alla pubblicazione di un libro, Di mondi diversi e anime affini, che racconta la loro storia d’amore. Non si parla solo di amore, ma di sentimenti come la paura, la solitudine, la voglia di cambiare. Il filo conduttore sono le lotte quotidiane all’odio, ai pregiudizi e all’ingiustizia attraverso la rivoluzione gentile.
Perché alla fine, cari razzisti e suprematisti, una risata social vi seppellirà.