Nel ricco programma del Borgo della cultura a Castelbasso in provincia di Teramo, in occasione della venticinquesima edizione della rassegna estiva, la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, espone nelle sale di Palazzo De Sanctis, fino al 27 agosto 2023, una selezionata produzione di Enzo Cucchi.

Enzo Cucchi – La mostra, questo il titolo dato all’esposizione a cura di Ilaria Bernardi, si concentra su alcune opere realizzate negli ultimi dieci anni di attività dell’artista. Un omaggio al maestro di un’arte senza definizioni, tuttavia espressione artistica lirica, poiché in rapporto con la poesia e la parola scritta, e magica per il suo sguardo sulla materia.

Enzo Cucchi, Senza titolo, 2017

Enzo Cucchi – La mostra si presenta al pubblico anche con un libro d’artista edito dalla Fondazione M. Menegaz e introdotto dalla curatrice che scrive:

la meraviglia provocata da un segno, così potremmo definire il lavoro di Enzo Cucchi che nel segno trova la propria ragion d’essere nonché la fonte prima di emozione. Si tratta di un segno che sovente prende la forma di teschio o di fuoco fatuo; talvolta di animale o di creatura umana ingigantita, rimpiccolita, stilizzata, oppure ridotta a specifiche parti anatomiche; altresì di zona d’ombra o di paesaggio collinare privato delle tradizionali coordinate spazio-temporali e pertanto disorientante, onirico. Tuttavia, il suo segno non è un racconto, né un’illustrazione, né una descrizione: non è sogno, ma tautologicamente solo e soltanto segno”.

Enzo Cucchi a Palazzo De Sanctis, 2023

L’ingegno di Enzo Cucchi è versatile non solo per le diverse tecniche che utilizza e i differenti materiali che usa ma per sua propria reattività interiore che non gli permette di fermarsi in nessun luogo, perché nessun luogo per lui è lontano e una volta raggiunto andrà superato per offrire al mondo qualcosa che mancava e che si racconta nelle sue creazioni.

Le trame che costituiscono i suoi lavori sono attinte in molti ambiti del sapere che, come straordinari appunti di un genio della creatività e della vita, continuano a essere l’intreccio di segni che generano opere uniche.

Enzo Cucchi a Palazzo De Sanctis, 2023

Osvaldo Menegaz, Presidente della Fondazione Malvina Menegaz afferma:

una delle principali linee guida che ispirano l’attività della Fondazione è l’attenzione per la pittura, come linguaggio, come medium, come gesto caratteristico della storia dell’arte italiana. La mostra personale di Enzo Cucchi, parallelamente alla grande personale in corso al MAXXI di Roma, porta a Castelbasso le tipologie e i temi più ricorrenti del suo lavoro, approfondendo per la prima volta la produzione degli ultimi dieci anni. L’inserimento del suo archivio sotto forma di videogioco rende l’esposizione onnicomprensiva della sua pratica ed esemplificativa del suo genio”.

Enzo Cucchi, Senza titolo, 1978

L’identità di Enzo Cucchi in un libro

Per un’indagine plurale sull’identità di Enzo Cucchi uscì, nel 2014 per Quodlibet, un libro illustrato scritto da Carlos D’Ercole, avvocato collezionista e amico del maestro, intitolato Vita sconnessa di Enzo Cucchi.

D’Ercole scrive di un artista singolare, pittore solitario inserito nel Movimento Artistico della Transavanguardia italiana. Una corrente sviluppatasi tra la fine degli anni settanta e la metà degli anni ottanta da un’intuizione di Achille Bonito Oliva che, nell’Ottobre 1979 nel saggio La Transavanguardia Italiana pubblicato su Flash Art, seleziona accuratamente sette artisti italiani emergenti tra cui Enzo Cucchi, accomunati da ricerche affini sia per il modo in cui concepivano l’opera d’arte che per l’uso di tecniche prevalentemente pittoriche che li differenziavano dalle principali correnti artistiche di quegli anni.

Tra dichiarazioni e provocazioni Carlos D’Ercole fa parlare l’uomo ma soprattutto le persone che gli sono state vicine, tanto umanamente quanto professionalmente, nella libertà di dire ciò che si pensa e non ciò che è più conveniente.

Galleristi, artisti, amici e collaboratori, raccontano del ruolo insostituibile della biografia nello sviluppo del suo lavoro. Nessuna figura critica o storica dell’arte coinvolta: poiché considerata spesso troppo invadente nel tracciare quell’immagine dinamica, affascinante e poco chiara del Maestro Enzo Cucchi.

L’arte – afferma Cucchi – è soprattutto fatica e i soli che capiscono l’arte sono gli artisti. Egli allude spesso […] al dolore fisico e mentale, il dolore dell’esistenza, il dolore del corpo” (Carolyn Christov-Bakargiev) ed esprime questo dolore con il suo segno, elegante e violento, con i colori cupi, acidi e il non-colore Nero.

Enzo Cucchi è uno degli artisti italiani più noti al mondo, amato da letterati e da critici per la sua narrazione polisemica, un’arte che muove e si muove come si muovono le mani nell’aria quando si smarriscono le parole che le mani aiutano a ritrovare; con le mani l’artista gesticola, dipinge o plasma la materia nel suo linguaggio di simboli, allegorie della realtà e dell’immaginario soggettivo.

La sua figurazione è corpo e con il corpo Enzo Cucchi lavora rendendo evidente quanto il piacere della manualità non si separi dall’impulso concettuale dei linguaggi simbolici liberi. Nelle opere dalla sensualità primitiva, infantile ed enigmatica frutto di un creatore dal segno sintetico “dotato di furbizia contadina, paesana, intrigante”, con il proprio straordinario alfabeto di chi ha coscienza della morte e della vulnerabilità degli esseri viventi, Enzo Cucchi è architetto creativo nella dimensione della propria esistenza; egli valica soglie e dà vita ad universi indefinibili, contemporanei e antichi, popolati di esseri che raccontano il rispetto verso la terra sulla quale vivono e alla quale ritorneranno.

Conosciamo l’artista

Enzo Cucchi nasce a Morro d’Alba in provincia di Ancona nel 1949. Dopo aver lavorato come restauratore di libri e quadri, si è avvicinato da autodidatta all’arte e poi alla poesia pubblicando alcuni testi in versi quali Testa è estensione della mente (1973), Enzo Cucchi ex Enzo Cucchi (1974) e Il veleno è stato sollevato e trasportato (1976).

L’esordio come artista risale al 1977 con l’esposizione del disegno Ritratto di casa agli Incontri Internazionali d’Arte a Roma. Tra gli artisti inclusi da Achille Bonito Oliva nel movimento della Transavanguardia, fin dal 1980 le sue opere sono state ospitate nei più importanti musei, gallerie e rassegne internazionali, tra cui La Biennale Internazionale d’arte di Venezia, Documenta a Kassel, la Quadriennale d’Arte di Roma.

Tra le numerose mostre personali ci sono quelle da Paul Maenz a Colonia nel 1980; nella Sperone Westwater Fischer a New York nel 1981, nella galleria di Bruno Bischofberger a Zurigo nello stesso 1981, e più recentemente al Museo Correr di Venezia nel 2007 e al MAXXI di Roma nel 2023.

Ha, inoltre, preso parte a mostre collettive nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli, Rivoli (To), il Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Il Musèe d’art modern di Saint-Etienne Metropole.

Numerose sue opere sono state concepite per essere installate permanentemente in prestigiosi luoghi pubblici in Italia e all’estero (nel parco Brueglinger di Basilea, presso il Louisiana Museum di Copenaghen, all’esterno del Centro Luigi Pecci di Prato, presso la York University di Toronto) e altrettanto numerose sono state anche le sue collaborazioni non solo con altri artisti, ma anche con architetti, designer, poeti e intellettuali, tra cui quella nel 1994 con Mario Botta per la Cappella sul Monte Tamaro in Svizzera. I suoi lavori si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali.

Enzo Cucchi – La Mostra – a cura di Ilaria Bernardi

Palazzo De Sanctis, fino al 27 Agosto 2023 – Dal Giovedì alla Domenica, dalle 19.00 alle 24.00.

L’autorizzazione alla pubblicazione delle fotografie dell’Esposizione Enzo Cucchi – La mostra sulla Rivista on line ReWriters mi è stata concessa dall’Ufficio Stampa – Paolo Di Vincenzo

Condividi: