Ogni settimana condisce degli spazi di cronaca con degli incidenti d’auto dove restano coinvolti adulti, bambini e giovani che, di ritorno da una festa, corrono verso l’ebrezza di chissà quale alcolico, ma può anche trattarsi di un’autostrada o semplicemente di una strada chiusa e delle auto ribaltate piene di fiamme.

Al di là di ogni precauzione doverosa dal momento che ci mettiamo alla guida, dovrebbe intervenire il senso di responsabilità, al di là di tutte le leggi che possono esistere nel nostro paese ma anche l’educazione.

Contro gli incidenti educare i giovani a una cultura della sicurezza

Siamo tutti soggetti a rischio dal momento che decidiamo di spostarci. L’educazione alla cultura della sicurezza, attraverso iniziative educative, potrebbe far desistere i giovani a correre come se dovessero passare la barriera del suono in una sola notte, ma anche contrastare la guida distratta, affiancata dalla mancata precedenza sulle strisce pedonali.

E’ importante introdurre una cultura della sicurezza all’interno di un percorso educativo fino dalle scuole primarie e anche attraverso ogni spot, come del resto è stato fatto, senza dimenticare il mondo dei social e della informazione digitale.

Gli incidenti coinvolgono gli esseri umani e l’affetto che nutriamo per chi scompare ci può portare a farci una domanda: dove finisce la loro vita oltre quella terrena?

Per dare una spiegazione narrativa e non solo a questa domanda vi voglio proporre la lettura di Elsewhere – Altrove nella narrazione di Gabrielle Zevin.

Liz muore per un incidente d’auto e finisce in un posto non ben definito da dove non può più tornare indietro, come tutt* gli altr* cambiando dimensione.

Una favola moderna che con delicatezza parla di amore, ma anche di scomparse cercando di immaginare un luogo, uno spazio dove può esistere una seconda vita o una possibilità di esistere.

Una lettura contemporanea e per molt* un cult dei nostri tempi.

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