Si può creare un mondo parallelo? Se in questi giorni anche tu avessi fatto una passeggiata al Flip Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco, probabilmente saresti dell’idea che è possibile. La stella da seguire per raggiungere questa Isola che non c’è restano le idee e la volontà dei fondatori del festival a cui negli anni si sono uniti sempre più volontari oltre che addetti ai lavori.

Nel cuore verde della piccola villa comunale di Pomigliano d’Arco, scendendo pochi gradini, si finiva in un mondo che ha poco a che fare con quello noi quotidianamente ci condanniamo a vivere. Un mondo in cui si può e si deve volare alti come ci ha suggerito uno raggiante Antonio Moresco in una chiacchierata fiume nel neonato PODCAST targato Read(y), che ancora prima di vedere la luce (cosa che avverrà tra poco più di un mese) ci ha già riconsegnato ad una dimensione diversa del fare divulgazione culturale.

Il Flip riesce a dare vita ad un grande slogan della cosiddetta classe dirigente di Sinistra: la Riappropriazione degli spazi della Cultura. Sgomita, scalcia e fa rumore nel silenzio desertico del pensiero medio occidentale, lo fa con forza, senza aspettare che gli altri siano pronti, cerca la luce dove si intravede solo il buio; il Flip è confronto puro e libero in un mondo quello letterario che a volte è mera imposizione mediatica.

Allora ci piace ricordare le parole di Luciano Funetta che sul festival dice

Si sente una grande sensazione di comunità ma anche di cospirazione

come una linea guida da seguire per un futuribile scrittore e come monito da imprimere in calce sulle quarte di copertina di alcune case editrici.”

Sarebbe scontato dire che ovviamente dalle colonne della mia rubrica suggerisco vivamente a chi ancora non lo avesse fatto di leggere dei testi dei suddetti autori, a cui però sento di dover affiancare quello che è stato la nostra guida intellettuale in questi 3 giorni a Pomigliano, Dario Voltolini con il suo Invernale ( nella cinquina dello Strega 2024).

Dario ci ha guidato con gentilezza dietro la camera da presa che è la sua scrittura, aprendo in qualche modo la sua visione alla nostra, contaminando i nostri pensieri come la carezza di un padre affettuoso. Basta immergersi nella lettura del suo ultimo libro per sentire incalzante il ritmo del racconto crescere come un edera intorno al nostro pericardio e lasciarlo finalmente pulsare libero e diverso.

Non ci resta allora che sperare che presto come un Virus il mondo parallelo del Flip contamini la nostra realtà e ci faccia ammalare.

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