Geppi Cucciari ad Amici: svelato il “non-segreto” sul lavoro
Geppi Cucciari è ospite ad Amici dove tiene un monologo sul lavoro. La comica ironizza su problemi reali senza svelare alcun segreto.
Geppi Cucciari è ospite ad Amici dove tiene un monologo sul lavoro. La comica ironizza su problemi reali senza svelare alcun segreto.
Ospite alla semifinale di Amici di domenica 12 maggio, Geppi Cucciari ha tenuto un monologo comico sul lavoro e la disoccupazione. La comica e conduttrice si complimenta con Maria De Filippi e la sua trasmissione che negli anni ha sfornato talenti ma soprattutto lavoratori.
Infine Geppi Cucciari, dopo aver ironizzato sulle dichiarazioni del generale Vannacci, ha parlato del lavoro in Italia lasciandosi sfuggire il più grande segreto mai rivelato per trovare lavoratori: pagarli. Il pubblico applaude e si alza in piedi ma i dati Istat e Ocse ci aiutano ad avere un quadro chiaro sull’occupazione e dei salari in Italia e a capire che forse non è proprio così.
La comica e conduttrice del programma splendida cornice è stata ospitata da Maria De Filippi nella trasmissione Amici durante la tesissima semifinale del contest di danza e canto. In poco tempo Geppi Cucciari conquista la scena con la sua pungente ironia che scomoda chiunque, spettatori, giuria, insegnanti, concorrenti e Maria stessa.
Geppi Cucciari si congratula con il lavoro che Maria De Filippi svolge tramite Amici permettendo a molti giovani di approcciarsi al mondo del lavoro senza troppe illusioni :
“…Tu proprio dai lavoro…quest’anno dei 30 big in gara a Sanremo, pensate 34 venivano da questa scuola. Tu Maria non sei una donna, sei un’agenzia di lavoro interinale. Ma perché non ti fanno ministra? ma ce l’hai un cognato…”
Geppi Cucciari prosegue il monologo e nell’elogiare la scuola dietro la trasmissione Amici riesce a fare ironia su molte delle criticità legate al mondo del lavoro in Italia:
“Nulla prepara un giovane al mondo del lavoro come questo programma, come amici. Amici ti anticipa come andrà, intanto è un posto dove puoi essere sbattuto fuori in qualsiasi momento come qualsiasi contratto a termine.”
Altro aspetto positivo del programma su cui ironizza Geppi Cucciari è che stando nella scuola di Amici i ragazzi non passano tempo sui social e non sanno cosa accade fuori. E cita lo scontro tra Lilli Gruber e Enrico Mentana, le dichiarazioni del ministri Valditara su cui ironizza, e anche il generale Vannacci:
“…E c’è anche un generale, il generale Vannacci, per gli amici Vanna, che ha flexato nuovamente un concetto opinabile, una tesi proprio ardita…una ca**ata col botto. Cioè che i gay non sono normali perché non sono la maggioranza. Allora a parte che non è mai venuto qui perché sennò avrebbe capito… e poi scusami cosa vuol dire la maggioranza? Mica è bello essere nella maggioranza. Perché bisogna essere uguali tutti uno con l’altro?”.
In mezzo agli applausi del pubblico presente in studio Geppi Cucciari aggiunge:
“Ricordatevi che fino al 1946, come ci ha ricordato di recente Paola Cortellesi, noi donne non potevamo neanche votare, ed eravamo anormali? O era normale che non potessimo votare?”
Con una lucidissima e pungente comicità Geppi Cucciari mette in luce l’assurdità delle dichiarazioni del generale Vannacci e l’importanza che ha in un paese democratico la voce di tutti. Non c’è alcuna maggioranza che tenga quando si tratta di diritti, come ad esempio quello al voto a cui ha fatto riferimento la comica nel suo monologo.
Infine Geppi Cucciari conclude riportando molti articoli, presenti sui giornali, di imprenditori e aziende che si lamentano dell’assenza di lavoratori. E qui Geppi svela al pubblico in studio, ma anche ai migliaia di telespettatori a casa, un inestimabile segreto che l’Italia non sembra aver mai conosciuto:
“Siamo l’unico paese europeo in cui gli stipendi negli ultimi vent’anni sono scesi. Non saliti poco, proprio scesi. Ecco, sapete qual è il segreto per trovare dei lavoratori? Tipo Pagarli.”
La provocazione comica con cui Geppi Cucciari conclude il suo monologo nasconde della verità sebbene sia condita da una narrazione spettacolare e un po’ piaciona. Cosa intendo: il dato secondo cui siamo l’unico paese in cui gli stipendi negli ultimi trent’anni sono scesi è assolutamente vero.
A dimostrarlo sono i dati OCSE qui riportati da Openpolis. E innanzitutto va precisato che quando si parla di salari in questo caso si sta intendendo i cosiddetti salari reali, cioè l’effettiva misura di quanto le persone guadagnano in rapporto ai prezzi del mercato. E proprio qui sta il punto che rende l’ultima battuta di Geppi Cucciari un acchiappa applausi. Gli imprenditori i salari ai lavoratori li pagano. Per carità, a paragone con gli altri paesi europei parliamo di cifre nettamente inferiori. Ma va comunque evidenziato che salari nominali e tassi di occupazione sono in crescita.
Questi dati Istat, contenuti nel rapporto annuale 2024 di cui è consigliata la facile e interessante lettura, descrivono un paese in piccola ma visibile crescita. Tra questi il più entusiasmante non è quello legato ai salari, ma è il dato sul PIL: Questo, rispetto al 2019, risulta in crescita del 4,2 percento. il ritmo più elevato tra le 4 maggiori economie europee (Germania, Francia e Spagna).
E anche i nostri salari sono in crescita! Ma allora come può essere vero che i nostri salari sono gli unici che negli ultimi vent’anni sono scesi in tutta Europa? La risposta è che i nostri salari crescono, ma non abbastanza rispetto ai prezzi. Come dimostra il grafico riportato qui di seguito sono molti i fattori che rendono i salari reali in Italia in costante discesa. Tra questi sicuramente l’inflazione che modifica il potere d’acquisto ma anche le tasse.
Dunque, per quanto il monologo di Geppi Cucciari si sia chiuso in bellezza, chiedere agli imprenditori di pagare i lavoratori non è poi il segreto di cui avevamo bisogno. Perché sì, le retribuzioni lorde italiane fanno ridere a confronto con i Paesi Europei ma prendersela con gli imprenditori non è forse la reale soluzione.